Il 23 aprile 1616 moriva il grande drammaturgo William Shakespeare. Per commemorare questi 400 anni dalla sua scomparsa, noi del Gruppo di Lettura, sempre capitanato da Maria di Scratchbook, abbiamo deciso di cimentarci in una #MaratonaShakespeariana.
Sono state scelte 12 opere teatrali di questo straordinario autore e ne leggeremo una al mese: 12 opere per 12 mesi.
Dato che ogni maratona che si rispetti, oltre che sul piano fisico, va affrontata anche sul piano psicologico per portarla a termine, è stato creato su Facebook il Gruppo di supporto adatto all'occasione. Al suo interno potrete trovare lo straordinario aiuto dei partecipanti, che si incitano a vicenda con la condivisione di citazioni, articoli e notizie interessanti, approfondimenti e discussioni appassionanti. Oltre che, naturalmente, al programma completo di lettura e tutte le informazioni necessarie.
Unitevi a noi in questo anno in compagnia di Shakespeare.
Il mio proposito è quello di parlarvi, ogni ultimo venerdì del mese, del dramma che è stato letto nei 30 giorni precedenti. Spero di rispettare i tempi. Mi impegnerò, promesso.
Intanto cominciamo con l'opera che è stata protagonista di Gennaio: Macbeth.
Tragedia in cinque atti e ambientata in Inghilterra e Scozia nel Basso Medioevo.
Il generale del Re, Macbeth, insieme all'amico Banquo, dopo aver vinto un'importante battaglia, incontrano tre streghe che gli predicono che presto sarà Re, ma purtroppo non avrà figli; al contrario del fido e tranquillo Banquo, che sarà invece padre di diversi futuri re, senza esserlo lui stesso.
Macbeth, pacato e riflessivo, sarebbe più propenso ad aspettare con pazienza lo svolgersi naturale dei fatti; mentre sua moglie, Lady Macbeth, più diretta e impaziente, lo convince ad accelerare i tempi e uccidere Duncan, Re di Scozia.
L'occasione si presenta molto presto, quando il Re decide di trascorrere una notte a casa loro, dopo i festeggiamenti per la grande vittoria sul campo di battaglia.
I coniugi Macbeth, dopo aver compiuto l'omicidio, fanno ricadere la colpa di esso sulle due guardie del Re, facendo trovare i pugnali insanguinati nelle loro mani. Ma presto tutti i sospetti cadono anche sui due figli di Duncan, Malcolm e Donalbain, perché fuggiti in tutta fretta, in realtà per paura di essere assassinati a loro volta.
Una volta incoronato, Macbeth non vuole rinunciare al potere conquistato e non è a suo agio circa la profezia per cui Banquo diventerà il capostipite di una dinastia di re. Per questo ingaggia due sicari per uccidere l'amico Banquo e il figlio Fleance.
Tormentato dal fantasma di Banquo e considerato un tiranno da tutto il suo seguito, Macbeth darà il via a una serie di omicidi ed eventi che trasformeranno tutto in una vera tragedia.
Nel Primo Atto ci vengono presentati la maggior parte dei personaggi e l'ambientazione. Tutto comincia all'aperto, durante un temporale, tra tuoni e fulmini appaiono le tre streghe che confabulano tra di loro. Queste improvvise apparizioni, che anche Banquo dubita di aver visto e udito veramente, danno all'opera quel qualcosa di magico e inquietante al tempo stesso.
Macbeth, all'inizio, è il personaggio tranquillo, contento sì della profezia delle streghe, ma propenso a lasciar che la storia faccia il suo corso, nel senso "accada quel che deve accadere", con i suoi tempi. Mentre Lady Macbeth appare subito più ambiziosa, assetata di potere e decisa a prendersi ciò che vuole, attraverso ogni mezzo possibile, anche uccidendo. Lei vuole essere regina ad ogni costo e infonde nel marito un po' di coraggio per uccidere il re.
Nel Secondo Atto Lady Macbeth è sempre più risoluta ed è proprio lei a soggiogare il marito e convincerlo a compiere il regicidio; per poi rendersi conto dell'incredibile debolezza dell'uomo e il panico che lo pervade, trovandosi costretta lei stessa a prendere la situazione in mano e completare l'opera iniziata.
Se Lady Macbeth rappresenta il male, il bene sembra interpretato da Macduff, con una grande integrità, e unico personaggio non pienamente convinto dell'innocenza di Macbeth, ma che per ora tace temendo per la propria vita.
Nel Terzo Atto lentamente tutto precipitare. Macbeth sembra il personaggio più ambiguo: prima estremamente indeciso sul da farsi; poi talmente accecato dal potere da commissionare l'omicidio del suo più fedele amico; per poi provare un incredibile rimorso che lo dilania e lo tormenta, rappresentato proprio dal fantasma di Banquo, provocandogli una profonda angoscia.
Lady Macbeth, protetta tra le mura della reggia, il suo posto di regina tanto ambito ormai conquistato a pieno titolo, si sente al sicuro e tranquilla. Quindi credo sia normale che compaia poco in questo atto, ma quelle volte che c'è si percepisce un leggero fastidio per la debolezza del marito e i suoi tormenti.
Nel Quarto Atto mentre Macbeth si affida alle profezie di streghe, spettri e spiriti, per alleviare i suoi sensi di colpa, aggrappandosi al paranormale per poter sopravvivere; Macduff, unico personaggio ancora positivo, si sta organizzando con Malcolm per detronizzare il tiranno Macbeth. All'inizio le sue motivazioni sono nobili, ma dopo cresce in lui il desiderio di vendetta per l'uccisione della sua famiglia.
Sembra un atto in cui tutto resta in sospeso, anche il tempo, tutto è immobile e ci si sta preparando per l'ultimo atto spettacolare.
Sembra un atto in cui tutto resta in sospeso, anche il tempo, tutto è immobile e ci si sta preparando per l'ultimo atto spettacolare.
Nel Quinto Atto, che ci porta alla conclusione della tragedia, Lady Macbeth, che sembra sempre così stoica e forte, in realtà prova risentimento e colpa per ciò che ha fatto e ciò si manifesta durante il sonno, di notte, momento in cui le difese sono più basse e l'inconscio si fa spazio nella mente, portando a galla i tormenti più reconditi. Qui è la scena più famosa di quest'opera, in cui Lady Macbeth, sonnambula, si lava insistentemente le mani.
Tutto finisce in una spirale di pazzia, vendetta e morte che libera le coscienze macchiate di sangue e fa trionfare i giusti.
Tutto finisce in una spirale di pazzia, vendetta e morte che libera le coscienze macchiate di sangue e fa trionfare i giusti.
Era la mia prima opera di Shakespeare, e devo dire che mi è molto piaciuta. Lo scambio continuo di battute creano un certo ritmo incalzante che ti accompagna lungo tutta la vicenda. L'analisi dell'animo umano, e dei suoi tormenti, è ben espressa ed esplicitata attraverso la metafora del soprannaturale. I personaggi shakespeariani sono veri e realistici, perché caratterizzati da sentimenti comuni, in cui chiunque si può immedesimare. L'opera mette in scena l'essere umano nel suo complesso, con le sue virtù, i suoi vizi e le sue debolezze.
Alcune battute sono delle perle imperdibili, che aiutano a capire i personaggi, i loro caratteri e le loro azioni.
Alcune battute sono delle perle imperdibili, che aiutano a capire i personaggi, i loro caratteri e le loro azioni.
Sapendo che l'opera Macbeth porta sfortuna a teatro, tanto da non essere nemmeno nominata dai suoi interpreti, preferendo chiamarla "la tragedia di Scozia"; speriamo di non aver fatto un passo falso cominciando la #MaratonaShakespeariana con questa tragedia. Ma dopo questo inizio piacevolmente sorprendente, sono sempre più convinta che passeremo un bellissimo anno in compagnia di alcune delle opere più belle mai scritte.
Il prossimo dramma sarà Amleto. Da ora avete un mese di tempo per leggerlo. Ci rivediamo qui venerdì 26 febbraio.