Il piacere che si prova a leggere i romanzi di Baricco è incredibile. Ho cominciato a leggere i suoi libri da poco e continuo a maledirmi per non aver cominciato prima. Sto cercando di recuperare il tempo perso, quindi questo è solo il secondo di una lunga serie di post sulle opere di Alessandro Baricco (se vuoi leggere la mia personale recensione su "Seta" la trovi QUI).
Una storia verosimile che, tuttavia, non potrebbe mai accadere nella realtà. Infatti questo libro racconta di due personaggi che si incontrano per tre volte, ma ogni volta è l'unica, la prima e l'ultima. Una uomo e una donna si incontrano in tre epoche diverse della loro vita, ogni volta in un albergo e sempre poco prima dell'alba. Lo possono fare perché abitano un Tempo anomalo che inutilmente si cercherebbe nell'esperienza quotidiana.
La scrittura è brillante e incredibilmente coinvolgente, per questo motivo è impossibile posare il libro una volta iniziato, si legge tutto d'un fiato. Lo stile di Baricco è quasi una droga, una volta assaggiato non puoi più farne a meno, ne vorresti sempre di più; è paragonabile ad un bicchiere d'acqua fresca in un pomeriggio estivo, è un piacere berlo e lascia un'ottima sensazione.
Sono tre storie ambientate in tempi diversi, ma con gli stessi personaggi; se si prende per vera una delle tre, le altre due raccontano "come sarebbe stato se...". Si possono interpretare anche, secondo me, come vicende avvenute in una sorta di universi paralleli, o alternativi.
Con questi tre semplici e brevi racconti si viene a conoscenza dell'intera storia che sta dietro i due personaggi; ci si fa un'idea a tuttotondo di ciò che è avvenuto nella loro vita personale, si capisce perché abbiano preso determinate decisioni e si siano comportati in un certo modo. Grazie a questo i protagonisti riescono a prendere vita e balzano fuori dalle pagine.
Sebbene con molta semplicità, i temi trattati sono profondi e alimentano riflessioni su tematiche molto diverse.
Nella nota dell'autore viene spiegato che nel suo precedente romanzo, "Mr Gwyn", si accenna a un piccolo libro scritto da un angloindiano, Akash Narayan, e intitolato "Tre volte all'alba". Baricco confessa che mentre scriveva "Mr Gwyn" gli è venuta voglia di scrivere anche quel piccolo libro, per inseguire una certa idea che aveva in testa. Comunque non è assolutamente necessario leggere questi due romanzi di seguito.
Mi piace molto la storia della nascita di questo libro, non era ancora stato scritto eppure già esisteva, almeno nella mente dello scrittore, a quest'ultimo mancava solo mettere una parola dopo l'altra su un foglio bianco.
VOTO: 8,5/10
Ti ho appena scoperto e mi piaci molto. Anch'io ho aperto da poco un blog ed è difficile per me trovare persone con gusti affini.
RispondiEliminaPassa a trovarmi! :)