Sebbene il primo romanzo della Meyer non mi sia piaciuto molto, soffro di una stranissima malattia: non riesco ad abbandonare un libro a metà (anche se lo trovo terribile). Non ci riesco proprio, è più forte di me...prima o poi dovrò farmi vedere da uno bravo!! Se poi è una saga la cosa si complica e la mia "malattia" mi obbliga a leggerela tutta. Diciamo che, questa volta, mi è andata anche bene, perché i romanzi in questione sono solo quattro.
Bella ed Edward sono innamorati, tutti sono a conoscenza della loro relazione e possono finalmente vivere il loro amore alla luce del sole (...non proprio...).
Ma amare un vampiro è più pericoloso di quanto Bella immagini. Il loro amore rappresenta comunque una minaccia per tutto quello che hanno di più caro; sono talmente fragili che anche un incidente domestico può avere conseguenze enormi e mettere a repentaglio la loro storia.
All'improvviso Edward se ne va, senza troppe spiegazioni, lasciando Bella i balia della tristezza e della malinconia.
E' qui che entra in gioco Jacob, amico d'infanzia di Bella e innamorato di lei da quando erano bambini, tenterà di persuadere la ragazza a dimenticare il vampiro.
Devo essere sincera e dire che mi è piaciuto un po' di più rispetto al primo. Anche questo è scritto male, in fondo la scrittrice è sempre la stessa, e le carenze stilistiche di "Twilight" si sentono anche in "New moon".
Trovo che la narrazione in prima persona funzioni meglio in questo caso: diventando, il precedente libro, un monologo interminabile di Edward, perché Bella non era una grande oratrice (né pensatrice); questo romanzo, eliminando il vampiro quasi subito dalla trama, rivela una Bella un po' più consapevole dei suoi sentimenti, non ancora in grado di dare pienamente voce a ciò che prova, ma capace di porsi domande e fare riflessioni. Non aspettatevi una Bella più matura, spigliata e positiva, anzi, è sempre la solita insipida protagonista; ma si intravede un barlume di crescita interiore tra le pagine e questo è sempre un lato positivo.
L'argomento trattato in "New moon" è l'abbandono. Dopo la partenza di Edward, Bella è devastata, quasi si fa annientare dallo sconforto e dalla tristezza. Il tema è trattato e descritto bene dalla Meyer, che riesce a rendere l'idea del terribile periodo che può passare una ragazza (adolescente e non) dopo essere stata lasciata. A tutte è capitato, chi prima chi dopo, ed è un duro colpo per chiunque.
L'unica nota stonata sta nel modo in cui Edward abbandona Bella. Insomma, fino al giorno prima è tutto un "ti amo", un "non posso vivere senza di te", "ti aspettavo da tutta la vita", "niente riuscirà a dividerci", etc... E poi una mattina si alza, le dice che se ne va con la sua famiglia, che non la ama più e lei cosa fa??? Ci crede!!! Bella, ma sei scema? Ti accontenti di due parole e lo lasci andare via così? Lei non fa quasi niente, a parte piangere. Non tenta di convincerlo a restare; non prova a capire come mai lui se ne vada; non gli rompe le scatole, come farebbe una ragazza normale, tempestandolo di domande e suppliche. Sta ferma e in silenzio lasciandoselo scivolare tra le mani.
Questo, per me, dimostra quanto Bella sia un personaggio insipido e con poco carattere.
Questo romanzo l'ho trovato un po' anacronistico; soprattutto quando a Bella vengono regalati, per il compleanno, una macchina fotografica con rullino e un lettore CD. Insomma, io sono di una generazione che andava in gita scolastica ancora con il lettore CD e 3/4 rullini da cambiare alla macchinetta fotografica. Ma la Meyer sta parlando alle nuove generazioni. I libri li ha scritti dopo il 2000, cioè dopo l'avvento della generazione MP3 e delle macchinette digitali... I ragazzi di oggi non credo sappiano dove e come si usi un rullino nella macchina fotografica.
Ora vogliamo parlare di Jacob? Che già tra queste pagine rivela una natura ossessiva e asfissiante, tipica del suo personaggio nei successivi due libri?! Meglio di no, mi lascio qualche critica da parte per la recensione di "Eclipse".
VOTO: 6/10
Trovo che la narrazione in prima persona funzioni meglio in questo caso: diventando, il precedente libro, un monologo interminabile di Edward, perché Bella non era una grande oratrice (né pensatrice); questo romanzo, eliminando il vampiro quasi subito dalla trama, rivela una Bella un po' più consapevole dei suoi sentimenti, non ancora in grado di dare pienamente voce a ciò che prova, ma capace di porsi domande e fare riflessioni. Non aspettatevi una Bella più matura, spigliata e positiva, anzi, è sempre la solita insipida protagonista; ma si intravede un barlume di crescita interiore tra le pagine e questo è sempre un lato positivo.
L'argomento trattato in "New moon" è l'abbandono. Dopo la partenza di Edward, Bella è devastata, quasi si fa annientare dallo sconforto e dalla tristezza. Il tema è trattato e descritto bene dalla Meyer, che riesce a rendere l'idea del terribile periodo che può passare una ragazza (adolescente e non) dopo essere stata lasciata. A tutte è capitato, chi prima chi dopo, ed è un duro colpo per chiunque.
L'unica nota stonata sta nel modo in cui Edward abbandona Bella. Insomma, fino al giorno prima è tutto un "ti amo", un "non posso vivere senza di te", "ti aspettavo da tutta la vita", "niente riuscirà a dividerci", etc... E poi una mattina si alza, le dice che se ne va con la sua famiglia, che non la ama più e lei cosa fa??? Ci crede!!! Bella, ma sei scema? Ti accontenti di due parole e lo lasci andare via così? Lei non fa quasi niente, a parte piangere. Non tenta di convincerlo a restare; non prova a capire come mai lui se ne vada; non gli rompe le scatole, come farebbe una ragazza normale, tempestandolo di domande e suppliche. Sta ferma e in silenzio lasciandoselo scivolare tra le mani.
Questo, per me, dimostra quanto Bella sia un personaggio insipido e con poco carattere.
Questo romanzo l'ho trovato un po' anacronistico; soprattutto quando a Bella vengono regalati, per il compleanno, una macchina fotografica con rullino e un lettore CD. Insomma, io sono di una generazione che andava in gita scolastica ancora con il lettore CD e 3/4 rullini da cambiare alla macchinetta fotografica. Ma la Meyer sta parlando alle nuove generazioni. I libri li ha scritti dopo il 2000, cioè dopo l'avvento della generazione MP3 e delle macchinette digitali... I ragazzi di oggi non credo sappiano dove e come si usi un rullino nella macchina fotografica.
Ora vogliamo parlare di Jacob? Che già tra queste pagine rivela una natura ossessiva e asfissiante, tipica del suo personaggio nei successivi due libri?! Meglio di no, mi lascio qualche critica da parte per la recensione di "Eclipse".
VOTO: 6/10
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