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venerdì 15 maggio 2015

STAZIONE D'ARRIVO di Concesion Gioviale

Questo romanzo è il sequel di un'altra opera di questa giovane scrittrice, "Prendi e Vai", ma mi è stato assicurato dall'autrice stessa che non è necessario leggerli in sequenza. "Stazione d'arrivo" fa certamente riferimento a cose accadute nel romanzo precedente, ma vengono velocemente spiegate o addirittura il lettore può intuire da solo come sono andate le cose, e questo gli permette di essere un romanzo a se stante.

Sara Rinaldi è una donna come tante altre, fin quando l'incontra con Valentino, batterista dei Biancostile, non le cambia radicalmente la vita. Attraverso la passione del ragazzo per la musica, la donna realizza il suo sogno ottenendo la pubblicazione del romanzo "Prendi e Vai", liberamente ispirato alla band. Il sogno diventa ancora più grande quando un noto regista decide di farne un film. Sara si sente realizzata, vive in un appartamento nel centro di Roma con la sua gatta Maya, lavora nella redazione di un giornale, ma qualcosa non va. Tutti associano il film alla band, mettendo in un angolo il lavoro dell'autrice. Un evento inaspettato, però, cambierà la sua vita mettendola di nuovo alla prova, ma questa volta dovrà farcela da sola. Saprà affrontare le difficoltà senza l'aiuto dei cinque ragazzi a cui è tanto legata? Riuscirà a trovare finalmente la serenità e realizzare tutti i suoi sogni?

La scrittura è chiara, semplice e molto scorrevole. È una storia abbastanza prevedibile, si capisce come si svilupperanno le cose già dall'inizio, ma ciò non guasta la lettura. Perché in alcuni tipi di libri, ad esempio questo, non importa il finale, ma come ci si arriva, cioè tutto ciò che sta nel mezzo, tutto ciò che accade ai personaggi prima della conclusione del romanzo.
In questo caso la storia resta piacevole da leggere anche se il lettore capisce subito come andrà a finire.

Il personaggio di Sara mi ha divertita e infastidita al tempo stesso. Da come è caratterizzata sembra una sedicenne intrappolata nel corpo di un'adulta: ha progetti e sogni lavorativi, e di vita, che cerca di realizzare come una persona matura, in modo molto concreto e razionale; ma riguardo alla sua vita sentimentale ragiona come una sedicenne. Solo il fatto che creda di stare con Stefano, solo perché si sentono via messaggi tutti i giorni è un classico atteggiamento da ragazzina adolescente, che in una donna stona un po'.
Oltre a Sara ci sono molti altri personaggi, tante migliori amiche e tanti migliori amici, che sanno tutto di lei. La protagonista non fa mistero di quello che le accade, tutti sanno tutto di lei, e molte volte sembra che tutti loro sappiano addirittura cose che lei non sa di se stessa.

Personalmente la storia delle minacce (ad un certo punto Sara riceve dei messaggi anonimi) l'avrei sviluppata un po' di più, avrebbe potuto concentrarsi per qualche capitolo su questa situazione, approfondendola e arricchendola di dettagli. Invece tutta la questione è solo accennata, più o meno si capisce perché arrivano queste minacce, ma l'argomento muore velocemente come è comparso.
Affrontato in questo modo lascia un po' il tempo che trova, mentre sarebbe potuto essere uno spunto molto interessante per una story-line parallela.

L'unica nota negativa di questo romanzo è stato il finale, a mio parere diciamo che "la si tira troppo per le lunghe". Io mi sarei fermata volentieri molto prima di dove invece faccia il libro (diciamo alla scena della stazione, per chi ha letto il libro), avrei tagliato tutto il resto e magari avrei concluso con un piccolo epilogo dove sarebbero stati riassunti brevemente i mesi successivi. Perché, sinceramente, quasi tutto l'ultimo capitolo l'ho trovato lungo, noioso e inutile rispetto al resto del romanzo, che invece scorre velocemente e mantiene sempre un buon ritmo. Inoltre, nonostante la lunghezza di questo capitolo, restano lo stesso degli argomenti in sospeso, delle domande senza risposta.

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