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giovedì 5 novembre 2015

IL VENTO NEI SALICI di Keaneth Grahame

Mi piace ogni tanto prendere in mano questi libri per ragazzi e perdermi tra le loro pagine, perché soprattutto i romanzi che si rivolgono a questa fascia di lettori sono pieni di avventure, buoni sentimenti, grandi sogni da realizzare, amicizia pura e sottolineano la vittoria del bene sul male sempre e comunque.
Quindi ogni tanto, anche alla mia età, è bello lasciarsi trasportare da tutto questo, per sognare un po' di più e ricordarsi di come era bello quando la vita era un po' più semplice.

All'inizio del secolo scorso Kenneth Grahame, segretario della Banca d'Inghilterra, era costretto ad allontanarsi da Londra per lavoro. Per questo motivo scriveva ogni giorno al figlio una lettera in cui raccontava le incredibili avventure di un Rospo snob e capriccioso, ma in fondo anche simpatico e generoso; di una Talpa pacata, ma curiosa e temeraria; di un Topo d'acqua, prototipo del casalingo tranquillo; e del Tasso vecchio e saggio, pieno di esperienza.
Queste lettere divennero un romanzo che racchiude la magia delle incredibili avventure degli animali che abitano sulle rive del fiume, un microcosmo dagli orizzonti limitati, ma che sa creare l'atmosfera di ampio respiro dei grandi libri.





Quando ero una bambina prendevo sempre "Il Giornalino". Oltre a fumetti, storie e giochi, regalava spesso schede informative molto utili (per la scuola) e interessanti, così ho collezionato molti raccoglitori di "Conoscere Insieme" che ancora oggi mantengono un posto di riguardo nella mia libreria. Ma non c'era solo questo. Grazie a questo giornale per ragazzi ho anche molti album di figurine e romanzi a fumetti ed è proprio tra questi ultimi che ho una copia di "Il vento nei salici". Credo che quello dei romanzi a fumetti sia un'ottimo metodo per avvicinare i più piccoli alla lettura.
Cresciuta (e non poco) ho deciso di leggere il romanzo di Keaneth Grahame nell'edizione di Einaudi tradotta da Beppe Fenoglio. Per quanto mi sia piaciuto, sinceramente l'ho trovato non semplice per dei bambini, l'italiano è un po' arcaico e credo che i ragazzi di oggi arriverebbero con difficoltà alla fine della storia.
Non sarei del tutto d'accordo con un aggiornamento della traduzione, anche se mi rendo conto che forse si dovrebbe agevolare i più piccini che si cimentano con questa lettura; ma resta il fatto che, anche se i termini non sono più molto usati, mantengono una sorta di bellezza e poesia che secondo me bisognerebbe conoscere e imparare ad apprezzare.

Resta comunque una bellissima storia avvincente ed emozionante. Un piccolo mondo completo con le sue regole, i suoi usi e costumi, in cui incontriamo animali con caratteristiche e atteggiamenti molto umani. Ognuno dei personaggi ha il suo carattere distintivo, il suo particolare modo di fare, la sua personale visione del mondo circostante e le sue avventure da vivere.
Rospo, Talpa, Topo e Tasso sono tutti amici tra loro, ma sono anche molto diversi e vivono esperienze diverse. Una cosa li accomuna, secondo me, e accomuna anche noi a loro: a tutti piace fare esperienze nuove, vivere avventure e confrontarci con il mondo esterno, per poter imparare e crescere; ma ad un certo punto tutti vogliamo tornare alla tranquillità della propria casa, confortevole e sicura, per riflettere e ricaricarsi, o semplicemente per rilassarsi tra le mura domestiche.

Grahame, attraverso la sua storia, voleva celebrare la libertà della vita nella natura selvaggia, caratterizzata da piccole cose e genuina, in contrasto con i limiti mortificanti della vita di città, troppo frenetica e caotica. Ma è soprattutto un elogio all'amicizia, quella vera, il sentimento puro e incondizionato che ti lega a una persona per tutta la vita.
Insegna delle grandi e importanti lezioni: a voler bene a una persona per quello che è, con i suoi pregi e i suoi difetti, senza volerla cambiare a ogni costo; ad aiutare gli amici quando si trovano in difficoltà, anche se sono stati loro stessi a mettersi in situazioni scomode; ed infine, a capire e migliorarsi attraverso i nostri sbagli (e un po' anche vedendo quelli degli altri), ognuno con i propri tempi.
Per tutti questi motivi la trovo una lettura ancora attuale, potremmo dire intramontabile, un classico della letteratura da leggere almeno una volta nella vita, perché lascia un segno indelebile.

4 commenti:

  1. Il vento nei salici è uno di quei libri che sento spesso nominare ma che, per un motivo o per l'altro, non ho mai letto. Una lacuna da colmare, anche perché, nella prospettiva di insegnare anche a ragazzini delle scuole medie, devo adattare un po'anche il mio bagaglio di letture.

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    1. Guarda, è una lettura veloce, piacevole e la recuperi con facilità, in più credo sia ideale per i ragazzi delle medie.
      Personalmente ho un sacco di lacune da colmare, soprattutto riguardo i classici per ragazzi (ne ho letti molto pochi).

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  2. Lo conosci solo nella traduzione di Fenoglio? Credi che lo stile sia da imputare a lui o all'originale?

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    1. Per ora conosco solo la sua traduzione, tralasciando la versione a fumetti di cui parlo nel post che non conta. ;)
      Però se non ricordo male (il libro l'ho preso in biblioteca, quindi al momento non è fisicamente nelle mie mani e vado a memoria) nell'introduzione c'era scritto che Fenoglio ha cercato di essere il più possibile fedele all'originale. Quindi credo che lo stile sia da imputare anche all'originale.

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