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martedì 2 febbraio 2016

NICHI ARRIVA CON IL BUIO di Sara Zelda

Sara Zelda, il cui secondo nome è in omaggi a Zelda Fitzgerald, scrittrice, pittrice e ballerina, nonché moglie del celebre scrittore Francis Scott Fitzgerald, è una giovane autrice fiorentina che vive a Monaco di Baviera.
La ringrazio per aver pensato a me e al mio blog per presentare la sua opera "Nichi arriva con il buio". Questo romanzo non rispecchia molto i miei gusti, ma è stata una lettura piacevole sotto alcuni punti di vista.

A dieci anni dalla morte del suo ex fidanzato una donna ne racconta la storia alla sorella adolescente di lui, che non ha avuto il tempo di conoscerlo davvero. Greta ha quattordici anni quando conosce Nicola, in occasione di una vacanza al mare, i due si incontrano ogni estate nella medesima località di villeggiatura portandosi appresso nuovi bagagli di vita reale: Greta ha i genitori separati e presto arriva anche una sorellina, la stessa cosa accade in seguito a Nicola.
Due esistenze speculari a trecento chilometri di distanza, unite da un filo fragilissimo di fiducia e speranza. La storia di Greta e Nicola è contrastata di volta in volta da personaggi gelosi, orgogliosi, insicuri e disperati, ma soprattutto da loro stessi.
Tra concorsi di bellezza e quiz televisivi, la vicenda è l’occasione per ricostruire un decennio di storia italiana dal punto di vista di una generazione, a favore di chi quella generazione non l’ha mai vissuta.

Prima di tutto voglio sottolineare la bellezza della copertina: quei toni blu e neri la rendono molto suggestiva e affascinante, donando una certa vena di mistero a tutto il romanzo.
Per me, leggere "Nichi arriva con il buio" è stato un vero e proprio tuffo nel passato. Le vicende sono ambientate negli anni Novanta e inizio Duemila e avendo pochi anni in meno dell'autrice, anch'io ho vissuto la mia adolescenza in quel periodo di tempo. Leggendo ho potuto ricordare alcune mode dell'epoca, rivivere alcuni ricordi ancora vividi nella mia mente. In più mi sono ritrovata molto nei sentimenti e nelle emozioni vissute da Greta, la protagonista, perché, oltre ad essere tipiche dell'adolescenza, rispecchiavano appieno anche gli anni Novanta.

La storia racconta proprio il periodo dell'adolescenza di Greta e dei suoi amici. Un periodo importante per la crescita, in cui si impara molto. Si impara a stare con gli altri, ad amare, ad essere amici, a diventare grandi. Si tratta proprio di quell'arco di tempo che permette ai personaggi di passare dall'infanzia all'età adulta, con tutto quello che questo comporta. Una sorta di limbo in cui ogni sbaglio è una grande lezione da imparare.

Per questo sembrava promettente all'inizio, ma più procedevo nella lettura e più mi sembrava di leggere un diario. La vita della protagonista procede abbastanza normalmente, come quella di ogni adolescente, senza grandi avvenimenti significativi. E a lungo andare risulta solo una lunga descrizione di cosa succede senza soffermarsi sui sentimenti provati e senza elaborare affondo gli eventi. Proprio come leggere il diario di una ragazzina confusa e poco incline all'autoanalisi.
Greta non ha una grande evoluzione, personale e psicologica, durante l'arco di tempo narrato. In più, questo grande amore con Nichi io non sono riuscita e percepirlo.

Nonostante una certa mancanza di punteggiatura e un utilizzo eccessivo dei trattini, a volte usati in modo inutile e fastidioso, ammetto di aver letto una storia carina, ma fine a sé stessa. Probabilmente mi aspettavo qualcosa di più, ma in realtà non mi ha lasciato molto una volta terminata.

2 commenti:

  1. La copertina è davvero affascinante, invoglia a leggere il romanzo è a scoprire tutti i misteri che contiene al suo interno. Lo inserisco subito nella lista dei libri da leggere :)

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