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martedì 15 novembre 2016

LA SIGNORA NEL FURGONE di Alan Bennett

Poco più di un mese fa ho trascorso un weekend a Milano e grazie ai preziosi suggerimenti di Paola (che trovate nel blog elle con zero) ho scovato questa incredibile libreria che vende per lo più Adelphi a metà prezzo. Il motivo di questi prezzi così bassi è evidente: molti volumi sono rovinati o difettati; ma spulciando bene si possono trovare quelli più belli (o almeno rovinati in modo meno evidente).
E così ho fatto io, scovando quattro libri che desideravo da molto tempo e oggi vi parlo proprio di uno di questi.

Chi accetterebbe mai di ospitare per diciotto anni nel giardino di casa propria un'anziana barbona e il furgone debordante di rifiuti che ne costituisce il domicilio? Oltretutto Miss Shepherd non è una vecchina che suscita tenerezza: è grande e grossa, scontrosa, bislacca, poco incline alla gratitudine. Porta una sottana fatta di stracci per la polvere, occhiali da sole verdi e, a mo' di cappello, un cestino di paglia ottagonale. Si fa scarrozzare per la città su una sedia a rotelle ed emana un insopportabile fetore
Chi mai accetterebbe una così perturbante prossimità?
Forse solo Alan Bennett, che in questo libro permeato di sublime, sardonico pietas, e sostenuto da uno sguardo attento al più minimo particolare visivo e olfattivo, ci affida l'irresistibile diario di una lunga, incongrua convivenza.



Alan Bennett è una garanzia per me. Il suo umorismo molto inglese e le storie originali che riesce a scrivere sono una vera boccata d'aria fresca. In più sono sempre dei romanzi brevi e quindi molto veloci da leggere e si possono inserire tra la lettura di un tomo e l'altro per staccare un po'.
Anche questa sua piccola opera mi è piaciuta, ma non come le altre. Sarà stato il formato che, teoricamente doveva essere un diario, ma che in realtà risulta più una serie di annotazioni, in ordine cronologico, sulla convivenza tra lui e Miss Shepherd.
Anche il ritmo è strano: salta molto velocemente di anno in anno all'inizio, per poi rallentare sempre di più raccontando gli ultimi tre anni della vicenda, soffermandosi quasi mese dopo mese.
Invece di approfondire di più sul personaggio eccentrico dell'anziana signora, sembra concentrarsi prevalentemente su come si vesta (in modo molto particolare) e sull'igiene personale di quest'ultima (alquanto difficoltoso, visto che abita in un furgone).

La simpatica, irriverente e incredibilmente eccentrica "signora nel furgone" è una donna robusta e imponente che alla fine della storia è molto vicina agli ottant'anni. 
Veniamo a sapere qualcosa di più su di lei verso la fine del libro (che ha in tutto 78 pagine, quindi sto parlando delle ultime 10, nel poscritto del 1994) in cui cessa il resoconto in ordine cronologico e Bennett comincia delle riflessioni su chi era veramente Miss Shepherd e sul loro rapporto durato quasi vent'anni.
All'inizio sembra solo una pazza e il suo comportamento, come i suoi discorsi un po' sconclusionati, fanno sorridere il lettore. Ma terminato il libro, mi sono accorta di essermi affezionata a lei, come probabilmente lo era Alan Bennett dopo tutti quegli anni che la donna aveva trascorso nel suo giardino. Nonostante a volte fosse un po' troppo esigente, scontrosa, sopra le righe e non fosse certo una persona facile con cui convivere, sono sicura che lo scrittore alla fine le volesse bene.

Si comincia a essere comprensivi e a provare un certo tipo di rispetto per questa donna, che sicuramente ha alle spalle una vita difficile e probabilmente nemmeno lei sa bene come si sia trovata a fare la barbone. Ma questo non l'ha scoraggiata né indebolita, anzi, l'ha resa più forte e sicura di sé, di ciò che fa o dice, anche se tutti la considerano pazza.
Uno sguardo un po' superficiale, ma interessante su come viva l'altra faccia della medaglia. Quelle persone escluse, per un motivo o per un altro, dalla società. Quelle persone più deboli e sofferenti, dalle quali è più semplice distogliere lo sguardo quando si incontrano, piuttosto che guardarle negli occhi e vederle veramente. Persone che vivono ai margini di una società sempre più indifferente e frenetica, che a un tratto si perdono, o qualcosa si rompe dentro di loro, e si ritrovano a vivere anche ai margini della loro stessa vita.

Come già detto prima è veramente un libretto minuscolo, che volendo si legge in un paio d'ore. Ma la sua potenza sta nel fatto che una volta chiuso non sparisce, non lo riponi nella libreria e non ci pensi più. No. Continui a pensarci, a rifletterci sopra, a trovare nuove sfaccettature che subito non avevi visto. Questa è anche la bravura di Alan Bennett, che attraverso il suo umorismo, manda dei messaggi apparentemente leggeri, ma che poi pesano come macigni dentro il lettore più sensibile.
Alla fine realizzi che, attraverso quelle pochissime pagine, il carattere e la personalità di Miss Shepherd ha fatto breccia e avrà sempre un posto speciale nel tuo cuore.
E poi ha lo stesso cognome del bellissimo e affascinante dottor Derek Shepherd di Grey's Anatomy... Come non amarla solo per questo?!?!

2 commenti:

  1. Se ti capita, guarda anche il film. Carinissimo, con una Maggie Smith (altra sicurezza british) fantastica nella parte di Miss Shepherd!
    A questo punto però io sono troppo curiosa di sapere qual è questa libreria a Milano dove vendono gli Adelphi a metà prezzo... informazione da salvare per il mio prossimo viaggio al Nord!

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    1. Non sapevo nulla di un film, grazie per avermi avvisata, lo devo assolutamente recuperare al più presto.
      La libreria a Milano si chiama "La fiera del libro" ed è tutto a metà prezzo. Facci un salto appena vieni al Nord, perché ne vale la pena, cercando bene puoi trovare degli ottimi libri!!

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