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venerdì 14 aprile 2017

LETTERE DA... Enrico VIII


Il libro "Ti amo. Come lo hanno detto gli uomini famosi" continua ad essere una grande risorsa per questa rubrica, che ho aperto un po' così, per riempire i buchi diciamo, ma che vedo apprezzate molto e ne sono veramente felice.
Ogni pagina di questo libro mi fa scoprire un personaggio interessante, che ha fatto grandi cose e compiuto storiche imprese, ma ha anche amato tanto, con tutto il cuore, una donna (o più). Come colui di cui parliamo oggi, che ha fondato addirittura una nuova religione per poter sposare la donna che amava.

Enrico VIII (1491 - 1547) conobbe Anna Bolena nel 1526, mentre era ancora sposato con la prima moglie Caterina d'Aragona. Anna si rifiutava di diventare l'amante del re, così Enrico cercò di convincere il Papa a concedergli l'annullamento del matrimonio. Il Papa rifiutò e, dato che la Chiesa Cattolica di Roma non prevedeva il divorzio, Enrico ruppe ogni rapporto con Roma e fondò la Chesa d'Inghilterra, di cui divenne Capo Supremo.
Dopo sette anni di tumultuose vicissitudini, finalmente la coppia poté sposarsi nel gennaio 1533 e in settembre Anna diede alla luce la figlia Elisabetta (la quale poi diverrà Elisabetta I).
Nel maggio 1536 la regina Anna venne arrestata con l'accusa di aver commesso adulterio con diversi uomini. Giudicata colpevole, venne giustiziata per decapitazione alla Torre di Londra e, nello stesso giorno, il suo matrimonio con Enrico fu dichiarato nullo.
Undici giorni dopo Enrico VIII sposò Jane Seymour, la sola delle sue sei mogli a dargli un figlio maschio che gli sia sopravvissuto, Edoardo VI.

Ad Anna Bolena
Mia amata e amica,
il mio cuore e io ci rimettiamo nelle tue mani e supplichiamo di essere accolti nelle tue grazie, con la speranza che la distanza non possa diminuire il tuo affetto verso di noi, perché ciò accrescerebbe il nostro dolore e sarebbe un gran peccato dal momento che la tua assenza già ne provoca abbastanza, molto più di quanto abbia mai pensato di poter sentire. Questo richiama alla mente un evento astronomico, ovvero che più i poli sono lontano dal sole e più, ciò malgrado, il calore è intenso. Parimenti accade al nostro amore; l'assenza ha posto una distanza tra noi, eppure l'ardore aumenta, almeno da parte mia. Spero sia lo stesso per te e ti assicuro che nel mio caso il tormento dell'assenza è così grande che sarebbe intollerabile se non fosse per la salda speranza del tuo indissolubile affetto per me. Per rammentartene e perché non posso essere di persona in tua presenza, ti mando la cosa che più vi si avvicina, ovvero il mio ritratto inserito in un bracciale, un oggetto che già conosci, desiderando di essere al suo posto quando ti diletterà.
Dalla mano del tuo servitore e amico,
H. R. 

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