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martedì 15 maggio 2012

L'ELEGANZA DEL RICCIO di Muriel Barbery

Mi era stato caldamente sconsigliato di leggere questo libro. La maggior parte delle persone, a cui ho chiesto un'opinione, lo consideravano noioso, inconcludente e lento, in cui non succedeva niente di eclatante e di rilevante. Mi dispiace dissentire da queste opinioni, ma a me è piaciuto tantissimo. Ora mi piace ancora di più perché, nonostante tutta questa negatività che gli aleggiava intorno, è riuscito lo stesso a sorprendermi e conquistarmi.

Renée e Paloma vivono a Parigi, in un elegante palazzo abitato da famiglie dell'alta borghesia; ma le loro vite sono molto diverse. La prima è una portinaia, molto attenta ad apparire in tutto e per tutto conforme allo stereotipo: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente. In realtà, Renée è una coltissima autodidatta, che adora l'arte, la filosofia, la musica, la letteratura e la cultura giapponese. Ogni giorno, i condomini passano di fronte alla guardiola di Renée quasi ignorandola, mentre lei li osserva restando in disparte. Invece Paloma è la figlia dodicenne di un ministro, intelligente, brillante, fin troppo lucida e disincantata per la sua età, che è stufa di vivere e ha deciso di farla finita il giorno del suo tredicesimo compleanno. Fino a quel momento fingerà di essere una ragazza mediocre, e cercherà di sopportare il padre ottuso, la madre svampita e la sorella egocentrica. Due personaggi  che vivono in due mondi molto diversi tra loro, ma accomunati dallo stesso sguardo lucido, critico e al tempo stesso ironico, con cui guardano la vita vuota ed effimera di quella borghesia parigina che le circonda. Ignare l'una dei segreti dell'altra, si incontreranno grazie all'arrivo nel palazzo di mousier Ozu, un ricco giapponese, il solo che saprà smascherare Renée.

Un incredibile romanzo a due voci, due punti di vista riguardo le stesse situazioni. Renée e Paloma si alternano continuamente nel romanzo, ognuna con le sue idee, le sue opinioni e le sue critiche riguardo quel mondo che le circonda; un mondo apparentemente pieno di ricchezze e felicità, ma che attraverso gli occhi delle due protagoniste si rivela vuoto, triste, costruito su cattiverie e solitudine.
Non è sicuramente una storia raccontata nel modo classico: inizio-conflitto-soluzione-fine. In realtà, non accade nessun evento particolarmente incisivo durante tutto il libro. Degli altri personaggi si conosce solo ciò che raccontano Paloma e Renée; e ci si ritrova a leggere di diversi avvenimenti della quotidianità borghese alcuni divertenti ed altri tristi. Il colpo di scena viene lasciato alla fine, chiudendo il libro con una nota dolce-amara. Personalmente mi è piaciuto molto come è strutturata la storia; l'ho trovato un libro estremamente raffinato ed elegante.

Mi sono piaciuti tanto i nomi degli animali domestici: gatti che si chiamano Costitution e Parlement e cani Neptune e Athéna (per non parlare del gatto della portinaia, chiamato Lev in onore di Tolstoj). Animali con nomi importanti, ma assolutamente normali, nonostante gli sforzi dei padroni per farli apparire più "umani" e aristocratici...
L'ambiente, in cui si svolge il romanzo, è costruito sull'apparenza, sull'ignorare i propri problemi e soprattutto quelli degli altri; quindi è divertente vederlo sgretolarsi attraverso gli occhi sia di Renée, che di quel mondo vede solo l'esterno, sia di Paloma, la quale invece ci vive all'interno tutti i giorni.

L'arrivo di mousier Ozu è una boccata di aria fresca, è quella punta di originalità che serve ad un certo punto del libro, altrimenti diventerebbe noioso; e questo ricco uomo giapponese crea una piccola svolta interessante. Inoltre porta quel tocco di oriente che non guasta mai, soprattutto in questo caso, che è così in contrasto con la cultura parigina. Anche il modo di guardare, di vedere e di comprendere di Ozu è diverso, e per questo in grado di scoprire veramente chi sono Paloma e Renée. Soprattutto quest'ultima, assolutamente invisibile agli occhi di chiunque, ma non a quelli di quest'uomo che riesce a vederla nel profondo.

Questo libro può anche far riflettere su quante volte, durante il giorno, anche noi passiamo di fianco a tante persone senza vederle veramente, parliamo con loro, ma ci comportiamo come se avessimo un grande velo che copre i nostri occhi e ci impedisce di vedere ciò che abbiamo di fronte, perché troppo presi dalla nostra vita, o semplicemente perché non le consideriamo alla nostra altezza. Dovremmo sforzarci di più di guardare oltre le apparenze.
Da questo romanzo è stato tratto un riuscitissimo film: "il riccio"; da guardare dopo aver letto il libro naturalmente!!

VOTO: 9/10

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