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martedì 28 marzo 2017

IO SONO MALALA di Malala Yousafzai

Ci sono diritti acquisiti da noi occidentali da talmente tanto tempo, per i quali non abbiamo combattuto in prima persona, che sono diventati scontati, sottovalutati e di poca importanza. Come il diritto all'istruzione, alla cultura, al sapere. Un diritto che non tutti nel mondo hanno, perché moltissimi bambini e soprattutto bambine non possono studiare e la loro istruzione è ostacolata da vari motivi. Questo comporta adulti analfabeti, che non sono in grado di contrastare dittature, soprusi, ingiustizie, imbrogli e propagande sbagliate e scorrette, proprio perché non posseggono i mezzi per farlo.
È fondamentale dare voce a persone come Malala Yousafzai, che ha subito ingiustizie e soprusi, ma ha alzato la voce per farsi sentire da tutto il mondo e denunciare ciò che non andava nel suo Paese, attraverso questo libro "Io sono Malala".
Uno dei doveri più importanti di noi "privilegiati" è dare più spazio possibile e amplificare la voce di persone come Malala.

Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore dodici. La scuola è finita, e Malala insieme alle sue compagne è sul vecchio bus che la riporta a casa. All'improvviso un uomo sale a bordo e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita. Malala ha appena quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo fin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. Per questo deve morire.
Ma Malala non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l'inizio di un viaggio straordinario dalla remota valle in cui è nata fino all'assemblea generale delle Nazioni Unite. Oggi Malala è il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla cultura e al sapere, ed è stata la più giovane candidata al Premio Nobel per la Pace.
Questo libro è la storia vera e avvincente come un romanzo della sua vita coraggiosa, un inno alla tolleranza e al diritto all'educazione di tutti i bambini, il racconto appassionato di una voce capace di cambiare il mondo.

Malala racconta con grande affetto e un profondo amore incondizionato il suo Paese, il Pakistan, e più precisamente la sua Valle dello Swat. Una valle stupenda, rigogliosa e pacifica dove lei e le sue amiche andavano a scuola e vivevano una vita tranquilla, come ogni adolescente, prima che arrivassero degli estremisti islamici e cominciassero a vietare e ordinare determinate cose (soprattutto alle donne).
La storia del Pakistan, relativamente recente, è una parte importante e significativa della nostra storia mondiale contemporanea. A racconti e avvenimenti cruciali per la formazione e l'evoluzione di questa nazione complicata, si mescola inevitabilmente la storia personale di Malala e della sua famiglia; e racconta di come tutto è cominciato, di cosa è successo di importante e di come era prima che tutto crollasse, precipitasse. Come una novella Anna Frank, a 11 anni Malala comincia a tenere un diario (ma in linea con i tempi che viviamo, quindi un blog) in cui esprime i suoi pensieri e sentimenti, raccontando com'è la vita sotto le pressioni e le imposizioni dei talebani: una vita dominata dalla paura e dall'ingiustizia.

Malala Yousafzai è un'adolescente che lotta apertamente, in una situazione molto difficile a livello politico, per garantire l'istruzione a tutte le bambine nel suo Paese.
Purtroppo in Pakistan, ancora oggi, molte donne sono analfabete e totalmente dipendenti dagli uomini, Malala, fin da piccola, in tutte le sue interviste a giornali e TV e in tutti i suoi discorsi pubblici di fronte a personaggi illustri ha sempre ribadito l'importante concetto in cui crede fermamente ed è disposta a portare avanti a tutti i costi.
In tutto il libro è spiegata la difficile situazione pakistana e il cambiamento che Malala sogna e spera per la sua popolazione. E nella parte che vi riporto qui sotto è spiegato in modo chiaro il succo di tutta la questione:
"In Pakistan noi abbiamo avuto una donna primo ministro, e a Islamabad avevo incontrato quelle straordinarie donne impegnate nelle professioni, ma resta il fatto che il nostro è un paese in cui quasi tutte le donne dipendono totalmente da un uomo. La direttrice della mia scuola, la signora Maryam, è una donna forte e istruita, ma non può venire al lavoro da sola: deve essere accompagnata dal marito, da un fratello o da un altro parente. In Pakistan, se una donna dice di volere la propria indipendenza, la gente pensa che non voglia più obbedire al padre, ai fratelli o al marito. Ma non è questo il significato della parola. "Indipendenza" significa che vogliamo prendere da sole le decisioni che ci riguardano, che vogliamo essere libere di andare a scuola o al lavoro. Da nessuna parte nel Corano c'è scritto che le donne debbano dipendere da un uomo. Nessuna voce è scesa dal cielo per dirci che ogni donna dovrebbe dare retta a un uomo."
Tutto ciò che Malala ha detto e fatto finora non sarebbe stato possibile se non avesse avuto alle spalle una famiglia che la sosteneva e l'appoggiava in tutto. Molte sue compagne di classe la pensano esattamente come lei e sono convinte che si debba fare qualcosa per cambiare, ma non hanno dei genitori che le supportano e le aiutano.
Quindi una nota di merito va al padre di Malala, Ziauddin, il quale si è impegnato per primo per l'istruzione di tutti nel suo paese, creando una scuola aperta sia a bambini che bambine, portando avanti un ottimo percorso di studi. Prima di tutto è lui il primo attivista, anche politico, della famiglia, un uomo istruito, coraggioso, determinato e amorevole.
Ma anche sua madre, Tor Pekai, è stata importante e fondamentale, mai un personaggio secondario, silenzioso e rinchiuso in casa, ma una donna aperta, generosa, cordiale e rispettosa con tutti ma che non si fa certo mettere i piedi in testa da nessuno, e che sostiene marito e figlia in tutto e per tutto.
Con due esempi così carismatici e incisivi, certo Malala non poteva essere diversa da loro: coraggiosa, determinata, altruista e rispettosa. Lei ha preso esempio e spunto dai suoi straordinari genitori, ma poi ha cominciato a camminare con le proprie gambe, portando avanti il proprio pensiero con determinazione e sicurezza.

Dopo numerose minacce di morte, nell'ottobre del 2012 un talebano sale nel bus che sta portando a casa le ragazze da scuola. Spara tre colpi. Due ragazze vengono ferite lievemente, ma Malala viene colpita gravemente al volto. Quasi non si accorge di ciò che è accaduto, ma da quel momento comincia una lotta tra la vita e la morte che la porterà in tre ospedali diversi del Pakistan e poi in uno a Birmingham, in Inghilterra.
Fortunatamente sopravviverà e tra numerose operazioni e molta riabilitazione, Malala comincerà una nuova vita, una seconda possibilità, in un Paese nuovo (l'Inghilterra), ma anche con una nuova consapevolezza e molto più coraggio e determinazione di prima nel portare avanti la sua idea di un mondo migliore per tutti.

Oggi Malala Yousafzai e la sua famiglia vivono a Birmingham e da quel giorno non sono più tornati in Pakistan, per evitare di essere ancora soggetti di attentati e minacce. Il suo attentatore non è mai stato arrestato. Malala continua a studiare e a essere attiva nei suoi progetti per migliorare la situazione nel suo paese d'origine. Ma il Pakistan le manca immensamente e soprattutto la sua valle.
È stato istituito il Malala Fund, una fondazione che mira a investire denaro in azioni che diano più potere alle comunità locali, sviluppare soluzioni innovative basate su approcci tradizionali e dare a tutti non solo l'alfabetizzazione di base, ma gli strumenti, le idee e le reti che possono aiutare le ragazze a far sentire la loro voce e a creare un domani migliore.
Tutte le informazioni necessarie per contribuire le trovate su www.malalafund.org.

Con la sua storia Malala è un vero esempio di femminismo e una voce in nome e per conto dei milioni di bambine e ragazze in tutto il mondo alle quali è negato il diritto di andare a scuola e di realizzare il loro potenziale.
Questa è la biografia interessante e struggente, di una ragazza speciale che desidera con tutto il cuore di rendere il mondo un posto migliore per tutti, e che si legge in modo scorrevole e appassionante come un romanzo.
C'è un adagio che mi è sempre piaciuto molto, molto significativo, che con le sue poche parole permette di riflettere su come si comporta di solito l'essere umano e come, invece, dovrebbe comportarsi l'umanità intera. Sono rimasta piacevolmente sorpresa di averlo ritrovato in questo libro e ve lo riporto qui sotto, alla fine della mia recensione, in modo che possiate rifletterci e farlo anche un po' vostro:
"Dapprima vennero a cercare i socialisti, e io non dissi niente perché non ero socialista; poi vennero a cercare i sindacalisti, e io non dissi niente perché non ero un sindacalista. Poi vennero a cercare gli ebrei, e io non dissi niente perché non ero ebreo. Poi vennero a cercare i cattolici, e io non dissi niente perché non ero cattolico. Poi vennero a cercare me, e non c'era rimasto nessuno che parlasse in mia difesa."

6 commenti:

  1. Buongiorno Dany,
    sono stata molto felice di trovare questa tua recensione stamattina. Questo è un libro che ho segnato da parecchio tra quelli da leggere, ma, soprattutto, Malala è un personaggio che ho imparato a rispettare e di cui ho parlato già a mio figlio. Lui ha quasi dieci anni, e in uno dei nostri giri in libreria ha visto questo viso spiccare sullo scaffale e mi ha chiesto: "Mamma, chi è Malala?". In mezzo agli scaffali gli ho raccontato la sua storia, parlandogli anche di tutti i bambini e le bambine che per un motivo o per l'altro non possono andare a scuola, non hanno questo privilegio. Lui è rimasto un po' turbato, ma credo che abbia ormai l'età per cominciare ad affacciarsi al mondo anche nei suoi aspetti più tristi, per il momento con la mia mediazione e poi da solo, grazie anche a libri come questo.
    Ciao da Eva

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    1. Cara Eva,
      e io sono felicissima di sapere che racconti queste storie a tuo figlio. Ha sicuramente un'età in cui può capire certe cose, naturalmente un po' filtrate da te, è in grado di rifletterci ed elaborarle.
      Sono sicura che in questo modo diventerà una persona più sensibile, empatica e comprensiva. Continua su questa strada, perché queste sono le persone di cui ha bisogno il mondo per cambiare.
      Un abbraccio

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  2. Ciao Dany, conosco il libro, ma non l'ho letto: mi piacerebb farlo, però, perchè vorrei approfondire la conoscenza della storia di questa ragazza

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    1. Te lo consiglio vivamente Ariel, è una biografia ma si legge come un romanzo e poi la storia di Malala è veramente importante, dovrebbero leggerla tutti perché insegna molto.

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  3. Ciao Dany, sto facendo la mia tesina sui libri e avevo scelto anche il libro di Malala. Mi sono messa a cercare qualche sito in cui qualcuno descrivesse circa il libro e mi sono imbattuta qua: magnifico quello che hai scritto era esattamente ciò che cercavo. Continua così!

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    1. Grazie mille, sono felice che quello che ho scritto ti sia utile.
      Scusa infinitamente del ritardo con il quale ti rispondo, ma voglio farti comunque un grande in bocca al lupo, spero che la tua tesina piaccia. Se ti fa piacere fammi sapere come è andata!! ;)

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