sabato 2 giugno 2012

LA CASA DEGLI SPIRITI di Isabel Allende

Questo bellissimo libro mi è stato regalato da una cara amica. Le cose sono andate più o meno così: moltissimo tempo fa questa mia amica (la chiameremo V) stava leggendo un libro di questa autrice, credo fosse "Ritratto in seppia".
V: "Sto leggendo un libro di Isabel Allende. è bellissimo!! Hai mai letto qualcosa di suo?"
Io: "No, ma tutti mi dicono che è brava."
V: "Devi assolutamente leggerla, è molto brava."
Io: "Ok, prima o poi comprerò un suo libro."
Passarono alcuni mesi.
V: "Hai letto qualcosa di Isabel Allende?"
Io: "Non ancora, perché sto leggendo altro in questo momento, ma lo farò, promesso."
I mesi passavano e V, alla solita domanda, si sentiva dare sempre la stessa risposta. Poi, all'inizio di quest'anno, eravamo in libreria insieme e...
V: "Allora? Hai letto la Allende???"
Io: "Ancora no, ma ti prometto..."
V: "Va bene...Ti regalo io un suo libro, così non hai più scuse!!"
Ora che lo avevo, dovevo assolutamente leggerlo.

E' la saga di una famiglia cilena, lungo un arco di tempo che va dagli anni venti agli anni settanta del secolo scorso.
Clara, figlia più piccola dei Del Valle, è una ragazzina particolare: parla con gli spiriti, è telecinetica e a volte predice il futuro. Per questo motivo non è per niente sorpresa quando Esteban Trueba (ex fidanzato della sorella di Clara, la quale è morta anni prima a causa di un incidente) la chiede in sposa. Lei accetta con entusiasmo e comincia la sua vita con questo marito un po' burbero e arrogante, ma che non vuole farle mancare nulla. Insieme avranno una figlia, Blanca, e due gemelli, Jaime e Nicolas. Sarà Blanca a dare qualche grattacapo al padre, innamorandosi di Pedro, figlio di contadini e quindi inferiore a lei (secondo Esteban). Blanca, incinta di Alba, sarà data in sposa a un ricco francese; mentre Pedro dovrà scappare perché considerato un rivoluzionario. Accadranno molte cose alla famiglia Trueba, alcune anche tragiche, e ad un tratto Clara smetterà di parlare con suo marito e si trasferirà in un'altra casa. Non è solo la storia di una famiglia e di tre donne forti, ma molto diverse tra loro; è anche la storia di un paese, il Cile, del suo popolo e dei suoi anni bui, tra ribellioni dei contadini e un colpo di stato che ha fatto precipitare le cose.

Ora che l'ho letto, mi vergogno ad ammettere che questo è il primo romanzo di Isabel Allende che leggo; sinceramente, non capisco come ho fatto ad arrivare alla mia età, senza aver mai letto niente di questa straordinaria autrice. Lo stile è chiaro, semplice, diretto e a volte un po' crudo, ma secondo me lo deve essere, perché alcune situazioni sono talmente terribili e crude, appunto, che lo stile in cui sono scritte ti aiuta a viverle veramente. Inoltre ti catapulta, sin da subito, in un mondo totalmente nuovo, fatto di magia, occulto e spiriti, ma incredibilmente vivo e reale.

Molti anni fa, avevo visto il film. Mi era piaciuto molto, ma dopo aver letto il libro ho capito che la trasposizione cinematografica racconta solo una parte della storia, tralasciando molti dettagli e avvenimenti. Essendo una saga familiare, i personaggi incontrati lungo la storia sono numerose, ma ognuno di loro ha un suo ruolo e un suo perché; anche gli avvenimenti, che possono capitare a una famiglia, sono tanti e molto significativi per determinano le dinamiche familiari. Il film è decisamente corto, rispetto al libro (364 pagine), e incapace di esporre tutta la storia completa. Per esempio, una cosa che nel film non è sviluppata bene è il momento del terremoto; mentre nel libro è un momento cruciale e soprattutto catartico per Clara, sarà una svolta per lei. Infatti, il libro può essere diviso in tre parti distinte: l'inizio, in cui si conoscono i personaggi e Clara ed Esteban cominciano la loro vita insieme; dopo il terremoto, in cui avviene un cambiamento in Clara, prima molto distratta e spirituale, ora più concreta e risoluta; ed infine, dopo la morte di Clara e il golpe in Cile, in cui tutto comincia ad andare in rovina, anche la famiglia Trueba. Addirittura, questa ultima parte, nel film non è nemmeno trattata; al contrario, nel libro, le viene concesso molto spazio e sono spiegate molto bene le atrocità che il popolo cileno ha dovuto sopportare.

L'elemento soprannaturale è incastonato talmente bene, che il lettore non lo mette mai in discussione, diventa normale e parte essenziale del romanzo. E' molto facile affezionarsi a Clara, alla sua stranezza, alla sua tranquillità e alle sue premonizioni; ma anche agli altri personaggi, come Blanca e Alba, anch'essi strani e particolari. L'unico che sembra fuori posto è Esteban, essendo l'unico razionale e concreto, cozza in modo incredibile con questo mondo fuori dalle righe, in cui tutto e tutti ruotano attorno a Clara.

Mi piace osservare e riflettere sulla copertina del libro che sto leggendo. A volte il disegno stampato sulla copertina non ha niente a che vedere con la storia del romanzo, e questo mi lascia molto delusa e perplessa, soprattutto se esso è stato uno dei motivi per cui ho comprato il libro. Ma altre volte invece, l'immagine è perfettamente azzeccata, come in questo caso: in questa copertina c'è l'immagine di due donne ( che possono essere Clara e Blanca) con in braccio una bambina (Alba), sedute all'interno di un balcone di una casa, un po' in penombra per creare quel senso di mistero e di spettrale di cui il libro è impregnato.

Unico, piccolissimo, neo che ho trovato è l'uso del verbo "nettare" scelto dai traduttori al posto di "pulire". Non so esattamente perché, ma mi suonava veramente male mentre lo leggevo.
Comunque sono convinta che tutti dovrebbero leggere almeno un libro di Isabel Allende, per farsi coinvolgere e affascinare dal suo mondo. Io non vedo l'ora di leggere altri suoi romanzi.

VOTO: 9,5/10

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