martedì 4 settembre 2012

LA PSICHIATRA di Wulf Dorn

Mi sono resa conto che le mie letture sono un po' troppo "tranquille": niente omicidi, niente mostri, niente tensione, nessun brivido o terrore. Mi serviva una scossa, di quelle che può dare un libro horror; ma visto che io non voglio leggere libri di quel genere (sono troppo fifona), dovevo trovare un'alternativa che mi scuotesse, ma che non mi spaventasse troppo. Così un'amica mi ha consigliato questo psico-thriller.

Ogni giorno la psichiatra Ellen Roth si scontra con un'umanità reietta, con la sofferenza più indicibile, con il buio della mente. Tuttavia a questo caso non era preparata: la stanza numero 7 è satura di terrore, la paziente è stata picchiata e seviziata, è chiusa in se stessa, mugola parole senza senso, dice che l'Uomo Nero la sta cercando e le sussurra che adesso prenderà anche lei, Ellen, perché nessuno può sfuggirgli. Quando il giorno dopo la paziente scompare dall'ospedale, senza lasciare traccia, per Ellen incomincia l'incubo. Nessuno l'ha vista uscire, nessuno l'ha vista entrare. La psichiatra la vuole rintracciare a tutti i costi, ma viene coinvolta in un macabro gioco da cui non sa come uscire. Non può far altro che tentare di mettere insieme le tessere di un puzzle diabolico, mentre precipita in un abisso di violenza, paranoia e angoscia. Eppure sa che, alla fine, tutti i nodi verranno al pettine.

Ammetto che ero scettica, perché secondo me per leggere un libro così ti deve piacere il genere e io non ne ero convinta. Temevo mi avrebbe fatto paura. Vi ho già detto che sono una fifona? Mi spavento con poco, sono facilmente influenzabile e il fatto che io legga prima di addormentarmi non aiuta. Non volevo rischiare di dormire per giorni con la luce accesa. Per mia fortuna non è andata così. Mi è piaciuto e l'ho trovato molto interessante e coinvolgente. La trama è ben costruita e ti avvolge sempre di più, costringendoti a continuare nella lettura per scoprire cosa accade a Ellen.

In alcuni punti non mi ha convinto, ad esempio quando vengono raccontati i due incubi che Ellen ha durante la notte. Non mi è piaciuta la descrizione, mi sono sembrati troppo lucidi per essere dei sogni, troppo vividi; davano proprio l'impressione di essere stati costruiti dall'autore e non di essere puro frutto della mente.
Confesso che in alcuni momenti era leggermente prevedibile. A metà io avevo già intuito cosa era veramente successo e l'autore ha confermato i miei sospetti qualche capitolo più avanti. Non per questo mi è dispiaciuto leggerlo, anzi, mi è piaciuto molto e l'ho letto con avidità.

La mente, con tutti i suoi lati bui, mi affascina e incuriosisce come pochi argomenti riescono a fare. Questo libro è in grado di trascinarti nei meandri della psiche umana; in una sorta di montagne russe che attraversano la paranoia, l'inquetudine, la paura, la rabbia, l'incredulità e la pazzia. Leggendolo ti ritrovi a sorprenderti del potere che la mente esercita sulle nostre azioni e, allo stesso tempo, a spaventarti di dove può portarti il lato oscuro, che è in ognuno di noi.

Non si può parlare di lieto fine, perché quando si trattano argomenti come le malattie mentali non è semplice far finire tutto per il meglio, visto che questi tipi di disturbi non guariscono, ma si impara a conviverci, nel migliore dei casi.
Comunque è un bel libro per gli amanti del genere e non solo, io ne sono un'esempio. Anche se un po' prevedibile, come ho detto prima, contiene anche alcuni momenti che riescono a sorprenderti e la storia è veramente intrigante.

VOTO: 8/10

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