venerdì 9 gennaio 2015

CRONACHE DAL GRUPPO DI LETTURA #4

Questa non è la classica recensione del Gruppo di Lettura, quella divisa in tappe e con tutti i commenti dei partecipanti che ho riportato le volte scorse. Perché noi del GDL scratch-made siamo un gruppo fuori dal comune, caotico (qualcuno più di altri) e ci piace cambiare le regole in corsa. Questa volta dovevamo "sanare la nostra vergogna", cioè recuperare quell'autore che avremmo sempre voluto leggere, ma che per un motivo o per l'altro non l'abbiamo mai fatto. Così ognuno di noi ha dovuto scegliere il suo scrittore/vergogna, io ho optato per John Steinbeck e ho vergognosamente letto Uomini e topi.



Un libro pensato per un pubblico che non sapeva né leggere né scrivere (i braccianti della California). "Uomini e topi" è un breve romanzo, ricco di dialoghi, che, nelle intenzioni di Steinbeck, avrebbe dovuto essere in seguito adattato per il teatro e per il cinema, come difatti avvenne.
I protagonisti sono due lavoratori stagionali: George Milton, un uomo sveglio, buono e determinato; e l'inseparabile Lennie Little, un gigante con il cuore e la mente di un bambino. Purtroppo, il destino e la malizia degli uomini sospingono quest'ultimo verso una fine straziante.
Il ritratto di un'America stretta dalla sua peggiore crisi economica nella drammatica rappresentazione di un maestro.




Ad essere sincera non ho molto da dire su questo romanzo, forse sto ancora marinando le idee; forse perché è un libro molto breve (meno di 100 pagine) ed io, invece, preferisco libri molto più lunghi, quelli che ti sfiniscono da quante pagine hanno, ma che mi sembra mi diano più informazioni sulla storia e i personaggi, proprio perché hanno un numero sufficiente di pagine per spiegarsi fino in fondo.
Comunque, "Uomini e topi" è all'interno della lista dei 100 libri da leggere secondo la BBC, e visto che prima o poi li leggerò tutti (magari salterò quello di "Winnie the Pooh", che non ho ancora ben capito casa ci faccia lì in mezzo), ho colto la palla al balzo e mi sono lasciata trasportare nell'America degli anni 30, messa in ginocchio dalla crisi economica, in compagnia di George e del tenero Lennie.

I personaggi sono ben delineati, si capisce subito chi sono i buoni e chi i cattivi della storia, e purtroppo non sempre i buoni ottengono ciò che vogliono. Mi piacciono i romanzi che in un certo modo finiscono male, quelli senza lieto fine che, diciamolo, dopo un po' infastidisce; perché la vita non è sempre giusta, il bene non vince sempre sul male e libri come "Uomini e topi" ti aiutano a ricordarlo.
Sin dall'inizio si ha la sensazione che non sia una storia che va a finire bene, si intuisce molto presto che succederà qualcosa che farà precipitare la situazione.

Essendo breve e scritto in un modo molto semplice, visto il pubblico a cui era rivolto, si legge in fretta. L'ho trovato scorrevole per gran parte della storia, per poi rallentare notevolmente verso la fine. Questo rallentamento Steinbeck lo usa come specchio dello stato d'animo di George alla fine del libro. Tutto attorno a lui, dall'ambiente ai personaggi, si adatta al suo ritmo più lento e riflessivo, e questo viene trasmesso da ogni parola ponderata, ogni silenzio descritto e da ogni gesto cauto e appena accennato.
Grazie al cambio di ritmo è possibile comprendere che per George non è stato per nulla facile prendere quella decisione alla fine del libro, ma purtroppo non aveva scelta.

Non sicuramente uno dei miei libri preferiti, ma mi è piaciuto e probabilmente deve essere letto più di una volta. Una cosa è sicura: mi ha lasciato addosso una grande tristezza che ancora ora mi accompagna.

Vi lascio i link alle recensioni degli altri partecipanti al GDL, così potete andare a spiare le loro vergogne:
- Scratchbook con Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut
- La Leggivendola con La strada di Cormac McCarthy
- Le mele del silenzio con Il professore di desiderio di Philip Roth
- Letture sconclusionate con Alla fine John muore di David Wong

6 commenti:

  1. La mia vergogna è Jane Austen... e resterà tale :)
    Uomini e topi mi è piaciuto, anche se non ricordo molto, avendolo letto un bel po' di anni fa...
    Buona scelta :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io della Austen ho letto praticamente tutto (anche le note sul suo libro di matematica) e mi piace molto. Ma io ho innumerevoli "vergogne" che resteranno tali, quindi ti capisco!!! :)

      Elimina
  2. Questo è un gran libro, pieno di solitudine, amicizia, a tratti quasi una fiaba per adulti.
    E la mano di George che trema nel finale mi è rimasta impressa un bel po'.
    Secondo me merita anche il film ;)
    Al prossimo gdl!


    Valentina
    www.peekabook.it

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci sono molte scene che mi sono rimaste impresse, ma anche (e soprattutto) molte emozioni. Questa tristezza che provo ogni volta che ripenso alla storia è incredibile, e ancora non mi abbandona.
      Il film non l'ho mai visto, ma rimedierò sicuramente.
      Ciao e al prossimo gdl ;)

      Elimina