Ultimo venerdì del mese e quindi è ora di parlare di un'opera di William Shakespeare.
A gennaio abbiamo letto Macbeth, e questo mese la #MaratonaShakespeariana continua con la tragedia di Amleto Principe di Danimarca.
Tragedia in cinque atti, ambientata a Elsinore in Danimarca.
Sulle mura del suo castello Amleto, principe di Danimarca, parla con il fantasma di suo padre che gli svela che la moglie e il fratello si amavano fin da prima della sua morte, e quest'ultimo, un pomeriggio, vedendolo addormentato in giardino, gli versò nell'orecchio un veleno mortale. Lo spettro chiede al giovane di vendicarlo, ed egli accetta senza indugiare.
Sulle mura del suo castello Amleto, principe di Danimarca, parla con il fantasma di suo padre che gli svela che la moglie e il fratello si amavano fin da prima della sua morte, e quest'ultimo, un pomeriggio, vedendolo addormentato in giardino, gli versò nell'orecchio un veleno mortale. Lo spettro chiede al giovane di vendicarlo, ed egli accetta senza indugiare.
Rosencrantz e Guildenstern vengono chiamati dal re per sapere se hanno scoperto qualcosa sulla crisi di Amleto, ma i due non conoscono le motivazioni. Allora Polonio ipotizza che la tristezza di Amleto derivi dal non vedere più Ofelia. Polonio, il re e la regina si nascondono per far incontrare Ofelia con Amleto, ma il giovane la rifiuta e le consiglia di farsi suora. Lo zio sentendo l'ira di Amleto sospetta che egli sappia qualcosa dei suoi crimini e prospetta di esiliarlo in Inghilterra.
Intanto Amleto va da una compagnia di attori appena arrivati a corte e raccomanda loro una buona interpretazione: "L'assassinio di Gonzago", simile a quello accaduto. Osservando le reazioni del re potrebbe capire se le accuse del fantasma erano fondate. L'idea riesce al meglio.
Mentre Amleto sfoga la sua collera con la regina, per errore uccide Polonio e si sbarazza del corpo velocemente. Laerte, venuto a sapere dell'uccisione di suo padre, si reca dal re credendolo colpevole e lo affronta. Questi dice a Laerte tutta la verità, omettendo però il motivo della furia di Amleto. Il re gli propone di vendicarsi, sfidando il principe a duello ed egli accetta.
Ma le conseguenze di questa scelta saranno catastrofiche per tutti.
Nel Primo Atto, come in Macbeth, ci troviamo all'aperto e fa la sua apparizione l'elemento soprannaturale (in questo caso lo spettro) così presente nelle opere di Shakespeare e fondamentale per dare il via a tutta la tragedia, perché è grazie alle rivelazioni del fantasma che Amleto scopre la verità su suo zio Claudio e da qui si impegna per vendicare la morte del padre.
Intanto Amleto va da una compagnia di attori appena arrivati a corte e raccomanda loro una buona interpretazione: "L'assassinio di Gonzago", simile a quello accaduto. Osservando le reazioni del re potrebbe capire se le accuse del fantasma erano fondate. L'idea riesce al meglio.
Mentre Amleto sfoga la sua collera con la regina, per errore uccide Polonio e si sbarazza del corpo velocemente. Laerte, venuto a sapere dell'uccisione di suo padre, si reca dal re credendolo colpevole e lo affronta. Questi dice a Laerte tutta la verità, omettendo però il motivo della furia di Amleto. Il re gli propone di vendicarsi, sfidando il principe a duello ed egli accetta.
Ma le conseguenze di questa scelta saranno catastrofiche per tutti.
Nel Primo Atto, come in Macbeth, ci troviamo all'aperto e fa la sua apparizione l'elemento soprannaturale (in questo caso lo spettro) così presente nelle opere di Shakespeare e fondamentale per dare il via a tutta la tragedia, perché è grazie alle rivelazioni del fantasma che Amleto scopre la verità su suo zio Claudio e da qui si impegna per vendicare la morte del padre.
Caratterizzato dalla superbia (uccide il re per avere la corona) e dalla lussuria (si sposa con la regina Gertrude perché l'ha sempre desiderata) Claudio è il "cattivo" della storia; ma anche la madre di Amleto sembra essere vittima della lussuria. Non è chiaro, ma sembra che anche lei sia sempre stata innamorata del fratello del marito.
Tutta la corte, nel Secondo Atto, considera Amleto un pazzo, per il suo comportamento strano. La preoccupazione del re è principalmente quella che il principe non scopra dell'omicidio che ha commesso, perché altrimenti farebbe cadere quel velo di apparenze e bugie che caratterizzano tutta la storia. In realtà Amleto è confuso e scosso dalle rivelazioni del fantasma, ma anche da tutte le bugie che lo circondano e che sta cominciando a scoprire piano piano. Il suo unico pensiero è far confessare lo zio Claudio e l'arrivo della compagnia teatrale cade a fagiolo.
Il Terzo Atto è sicuramente il più corposo e lungo rispetto agli altri. Qui avvengono tre eventi cruciali: il rifiuto di Ofelia da parte di Amleto che, insieme ad altri motivi, porterà la ragazza alla pazzia e al suicidio; la messa in scena della compagnia teatrale, punto cruciale che permetterà ad Amleto di avere la certezza della colpevolezza dello zio, una sorta di dramma teatrale nel dramma teatrale; e, infine, l'uccisione di Polonio per mano di Amleto, ma per un errore di quest'ultimo. Questo può essere visto come l'evento principale e soprattutto scatenante del vero dramma.
Amleto, sempre più confuso e indeciso, nel Quarto Atto, comincia a capire che è circondato da persone mendaci, si trova a fare i conti con un mondo di apparenze, che nel profondo nasconde bugie e doppie facce. Anche chi dovrebbe essergli amico, come ad esempio Rosencrantz e Guildenstern, in realtà sta solo seguendo gli ordini di un re corrotto e bugiardo.
Quando sembra che Amleto abbia rinunciato alla sua vendetta, un incontro fortuito con l'esercito di Fortebtaccio lo fa tornare sui suoi passi e gli fa ritrovare il coraggio e l'orgoglio.
Il Quinto Atto, quello conclusivo, è il più breve e veloce. La vendetta è il tema principale all'interno di questa tragedia shakespeariana. Anche qui, come in altri romanzi ad esempio "Cime tempestose" e "Il Conte di Montecristo (per citarne solo alcuni), l'insegnamento è che la vendetta in se non porta nulla di buono, lascia il vendicatore con un pugno di mosche e a volte, come in questo caso, ci può rimettere anche la sua vita e di quelli che lo circondano.
Bisogna ammettere che il finale rende quest'opera una vera e propria tragedia, nel vero senso della parola
Non me ne vogliate male, ma io questa opera la conoscevo, prima di tutto, per una puntata dei Simpson in cui Bart interpreta Amleto e Lisa è Ofelia. Devo ammettere che la tragedia è stata riassunta e interpretata molto bene nel cartone, ma con quella vena ironica, tipica della famiglia gialla più famosa della televisione.
Oltre a riportarvi le mie considerazioni personali, non avendo alle spalle studi riguardanti la letteratura (in generale) cerco di informarmi da chi ne sa più di me, soprattutto per questa #MaratonaShakespeariana.
Una cosa che mi ha incuriosita molto è che Shakespeare ha inserito in questa tragedia talmente tanti elementi, che può essere analizzata a più livelli, interpretandola da diversi punti di vista. C'è quello della psicoanalisi (lo stesso Freud afferma che Amleto ha un "desiderio edipico" per sua madre); quello filosofico ("Essere o non essere" si riferisce alla dicotomia azione/inazione vita/morte); dal punto di vista politico (Shakespeare fa della satira sulla situazione politica dell'Inghilterra dell'epoca, ambientando l'opera in Danimarca per sfuggire alla censura); da quello religioso (perché secondo gli studiosi l'opera è alternativamente cattolica e protestante); e, anche secondo il femminismo (Ofelia e Gertrude, due donne diverse, ma entrambe femministe a loro modo).
Continuerò a studiare un po', intanto noi ci vediamo l'ultimo venerdì di marzo in cui vi parlerò di "Otello". Se volete unirvi a noi avete un mese di tempo per leggerlo e QUI trovate il gruppo di supporto su Facebook.
Una cosa che mi ha incuriosita molto è che Shakespeare ha inserito in questa tragedia talmente tanti elementi, che può essere analizzata a più livelli, interpretandola da diversi punti di vista. C'è quello della psicoanalisi (lo stesso Freud afferma che Amleto ha un "desiderio edipico" per sua madre); quello filosofico ("Essere o non essere" si riferisce alla dicotomia azione/inazione vita/morte); dal punto di vista politico (Shakespeare fa della satira sulla situazione politica dell'Inghilterra dell'epoca, ambientando l'opera in Danimarca per sfuggire alla censura); da quello religioso (perché secondo gli studiosi l'opera è alternativamente cattolica e protestante); e, anche secondo il femminismo (Ofelia e Gertrude, due donne diverse, ma entrambe femministe a loro modo).
Continuerò a studiare un po', intanto noi ci vediamo l'ultimo venerdì di marzo in cui vi parlerò di "Otello". Se volete unirvi a noi avete un mese di tempo per leggerlo e QUI trovate il gruppo di supporto su Facebook.