E anche questa volta non ce l'ho fatta: sono in ritardo, solo di pochi giorni, ma comunque in ritardo per la #MaratonaShakespeariana. Prometto che mi impegnerò di più e organizzerò meglio le mie letture in modo da finire l'opera shakespeariana in questione prima della fine del mese e poter, in tutta calma, scrivere il post.
Dopo aver ripetuto i buoni propositi per l'ennesima volta, è ora di parlarvi del dramma protagonista del mese di Aprile: "Re Lear".
Dopo aver ripetuto i buoni propositi per l'ennesima volta, è ora di parlarvi del dramma protagonista del mese di Aprile: "Re Lear".
Tragedia in cinque atti, ambientata in Britannia.
Re Lear decide di abdicare e di dividere il suo regno tra le tre figlie: Gonerilla, Regana e Cordelia. Ogni figlia avrà un pezzo di regno in base a come esprimerà il suo amore per il padre. Cordelia, convinta che le parole non bastino per esprimere i suoi sentimenti, si rifiuta e di conseguenza viene diseredata e cacciata (sposando però il re di Francia).
Di questa decisione Re Lear se ne pentirà molto presto, scoprendo che in realtà Gonerilla e Regana non lo amano più di tanto e l'hanno solo ingannato con le parole per ottenere parte del regno.
Intanto il conte di Kent, bandito per aver preso le parti di Cordelia, sempre fedele al suo Re Lear, gli resta affianco travestito per poterlo aiutare.
In secondo piano Edmondo, figlio illegittimo del Conte di Gloucester, inventa e racconta al padre calunnie sul fratello Edgardo (figlio legittimo) costringendo quest'ultimo a scappare, perché perseguitato. Ora il suo scopo principale è quello di eliminare il padre in modo da diventare egli stesso il Conte di Gloucester.
Mentre lungo la trama si snodano bugie, inganni, litigi e ripicche, l'esercito francese sta avanzando, guidato da Cordelia che vuole rimettere suo padre sul trono, e una devastante guerra sta per cominciare.
Di questa decisione Re Lear se ne pentirà molto presto, scoprendo che in realtà Gonerilla e Regana non lo amano più di tanto e l'hanno solo ingannato con le parole per ottenere parte del regno.
Intanto il conte di Kent, bandito per aver preso le parti di Cordelia, sempre fedele al suo Re Lear, gli resta affianco travestito per poterlo aiutare.
In secondo piano Edmondo, figlio illegittimo del Conte di Gloucester, inventa e racconta al padre calunnie sul fratello Edgardo (figlio legittimo) costringendo quest'ultimo a scappare, perché perseguitato. Ora il suo scopo principale è quello di eliminare il padre in modo da diventare egli stesso il Conte di Gloucester.
Mentre lungo la trama si snodano bugie, inganni, litigi e ripicche, l'esercito francese sta avanzando, guidato da Cordelia che vuole rimettere suo padre sul trono, e una devastante guerra sta per cominciare.
Come ormai abbiamo capito, nel Primo Atto si ha un quadro generale della storia. In questo caso si aprono due scenari paralleli: da un lato Re Lear che vuole dividere il suo regno tra le tre figlie, ma scambiando per orgoglio la sincerità della terzogenita la disereda è da i suoi possedimenti solo alle due figlie maggiori, che l'hanno adulato bene con i loro salamelecchi. Dall'altro c'è la storia di Edmondo, figlio illegittimo del Conte di Gloucester, che vuole diventare lui il Conte, ma per farlo deve prima eliminare il padre ed Edgardo, suo fratello e figlio legittimo.
Il Secondo Atto è più incentrato sulle vicende di Re Lear. Qui emerge la cattiveria delle due figlie, Gonerilla e Regena, a cui non importa nulla del padre, anzi lo vogliono evitare, e si percepisce anche una certa tensione tra le due, che si spiegherà e scoppierà più avanti.
Ma si comincia a intravedere anche il piano di Edmondo, che attraverso delle menzogne mette tutti contro il fratello (padre compreso) e lo costringe a scappare; ma il tutto si svolge in una scena molto piatta e triste, a mio parere, e bisogna anche dire che Edgardo si fa convincere molto facilmente a scappare...
La tempesta, momento cruciale e significativo nelle opere di Shakespeare, si svolge per tutto il Terzo Atto. Quando il Bardo fa scoppiare una tempesta vuol dire che qualcosa di terribile è accaduto e il mondo deve purificarsi attraverso l'acqua. Di solito si tratta di un omicidio, ma in questo caso invece è la rottura di alcuni legami, di quasi tutti i legami dei personaggi principali. Il rapporto tra Re Lear e le sue due figlie arriva al momento decisivo di rottura, si dividono arrabbiati e rancorosi tra loro e qui ha inizio la veloce discesa del re verso la pazzia. Le bugie e i sotterfugi di Edmondo lo portano a compiere il suo ultimo passo verso il suo obiettivo e cioè a tradire il padre (che in più, oltre a perdere entrambi i figli, perderà anche la vista).
Le acque si calmano, nel vero senso della parola, la tempesta passa e sembra che tutti abbiano ottenuto ciò che vogliono. Nell'Atto Quarto appare, a mio avviso, l'unico personaggio saggio e disincantato, che è stato in disparte fino ad ora: il Duca d'Albania. Il nobiluomo vede chiaramente la cattiveria delle due sorelle (soprattutto della moglie Gonerilla che, dopo aver tradito il padre, ora tradisce anche lui); compatisce il povero re ormai impazzito per colpa delle figlie; capisce subito l'inganno orchestrato da Edmondo ai danni del padre Gloucester; e in più è contento dell'arrivo del cognato francese con il suo esercito.
Ritorna finalmente in scena Cordelia, unica anima dolce e sincera, pronta a fare di tutto per aiutare il padre che ama tanto.
Gran parte dell'atto è dedicata alla follia e al delirio di Re Lear, fino ad arrivare al primo omicidio, che però non è nulla di eclatante. Il Duca di Cornovaglia, vittima di pessime scelte lungo tutta l'opera, ha ciò che si merita alla fine.
Il Quinto Atto, quello conclusivo, vede Re Lear e la figlia Cordelia prigionieri di Gloucester dopo una breve battaglia e il Duca d'Albania lancia un guanto di sfida a Edmondo per motivi d'onore. Lo stesso Duca d'Albania, sostenuto dal ritorno in scena di Edgardo, sistema tutto con semplici e veloci parole, ma la tragedia è imminente e con una morte dopo l'altra si conclude l'opera: "Tutto è dissoluzione, buio, morte" (parole di Kent).
Ma si comincia a intravedere anche il piano di Edmondo, che attraverso delle menzogne mette tutti contro il fratello (padre compreso) e lo costringe a scappare; ma il tutto si svolge in una scena molto piatta e triste, a mio parere, e bisogna anche dire che Edgardo si fa convincere molto facilmente a scappare...
La tempesta, momento cruciale e significativo nelle opere di Shakespeare, si svolge per tutto il Terzo Atto. Quando il Bardo fa scoppiare una tempesta vuol dire che qualcosa di terribile è accaduto e il mondo deve purificarsi attraverso l'acqua. Di solito si tratta di un omicidio, ma in questo caso invece è la rottura di alcuni legami, di quasi tutti i legami dei personaggi principali. Il rapporto tra Re Lear e le sue due figlie arriva al momento decisivo di rottura, si dividono arrabbiati e rancorosi tra loro e qui ha inizio la veloce discesa del re verso la pazzia. Le bugie e i sotterfugi di Edmondo lo portano a compiere il suo ultimo passo verso il suo obiettivo e cioè a tradire il padre (che in più, oltre a perdere entrambi i figli, perderà anche la vista).
Le acque si calmano, nel vero senso della parola, la tempesta passa e sembra che tutti abbiano ottenuto ciò che vogliono. Nell'Atto Quarto appare, a mio avviso, l'unico personaggio saggio e disincantato, che è stato in disparte fino ad ora: il Duca d'Albania. Il nobiluomo vede chiaramente la cattiveria delle due sorelle (soprattutto della moglie Gonerilla che, dopo aver tradito il padre, ora tradisce anche lui); compatisce il povero re ormai impazzito per colpa delle figlie; capisce subito l'inganno orchestrato da Edmondo ai danni del padre Gloucester; e in più è contento dell'arrivo del cognato francese con il suo esercito.
Ritorna finalmente in scena Cordelia, unica anima dolce e sincera, pronta a fare di tutto per aiutare il padre che ama tanto.
Gran parte dell'atto è dedicata alla follia e al delirio di Re Lear, fino ad arrivare al primo omicidio, che però non è nulla di eclatante. Il Duca di Cornovaglia, vittima di pessime scelte lungo tutta l'opera, ha ciò che si merita alla fine.
Il Quinto Atto, quello conclusivo, vede Re Lear e la figlia Cordelia prigionieri di Gloucester dopo una breve battaglia e il Duca d'Albania lancia un guanto di sfida a Edmondo per motivi d'onore. Lo stesso Duca d'Albania, sostenuto dal ritorno in scena di Edgardo, sistema tutto con semplici e veloci parole, ma la tragedia è imminente e con una morte dopo l'altra si conclude l'opera: "Tutto è dissoluzione, buio, morte" (parole di Kent).
A quanto pare quest'opera si basa sulla leggenda di Re Lear (originariamente Leir) che fu re di Britannia nell'ottavo secolo a. C. In più Shakespeare arricchisce la trama inserendo anche le vicende (inventate) del Conte di Gloucester e dei suoi figli.
Non so, ma questa è la tragedia che mi è piaciuta di meno finora; è sempre un'opera notevole e d'impatto, ma meno coinvolgente e appassionante rispetto alle altre. L'ho trovata un po' noiosa e confusionaria per i miei gusti.
Non sono riuscita a cogliere il senso di tutta la storia. il suo messaggio. Tutta la cattiveria delle due figlie maggiori di Lear da dove viene? Ci sono rancori familiari di cui non siamo a conoscenza? Ci sono motivi specifici o è una cattiveria gratuita? Questo incredibile opporsi dei figli ai loro padri (pensate anche a Edmondo con Gloucester) è solo semplice e pura smania di potere, o nasconde dell'altro? Sembra quasi una rivalsa della nuova generazione su quella vecchia, ma perché? Per quali motivi?
Sono sempre stata pessima nella resistenza, mai stata brava nelle lunghe distanze, sono più una velocista e forse sto accusando il colpo con questa #MaratonaShakespeariana. Nel senso che ho trovato questa tragedia noiosa e confusa, solo perché io comincio ad essere un po' stanca e provata dalla "lunga corsa". Sarà meglio reintegrare i liquidi, recuperare le forze, perché mi aspetta la lettura della prossima opera, che sarà "Antonio e Cleopatra"...forse ho proprio bisogno di una tragica storia d'amore...
Non so, ma questa è la tragedia che mi è piaciuta di meno finora; è sempre un'opera notevole e d'impatto, ma meno coinvolgente e appassionante rispetto alle altre. L'ho trovata un po' noiosa e confusionaria per i miei gusti.
Non sono riuscita a cogliere il senso di tutta la storia. il suo messaggio. Tutta la cattiveria delle due figlie maggiori di Lear da dove viene? Ci sono rancori familiari di cui non siamo a conoscenza? Ci sono motivi specifici o è una cattiveria gratuita? Questo incredibile opporsi dei figli ai loro padri (pensate anche a Edmondo con Gloucester) è solo semplice e pura smania di potere, o nasconde dell'altro? Sembra quasi una rivalsa della nuova generazione su quella vecchia, ma perché? Per quali motivi?
Sono sempre stata pessima nella resistenza, mai stata brava nelle lunghe distanze, sono più una velocista e forse sto accusando il colpo con questa #MaratonaShakespeariana. Nel senso che ho trovato questa tragedia noiosa e confusa, solo perché io comincio ad essere un po' stanca e provata dalla "lunga corsa". Sarà meglio reintegrare i liquidi, recuperare le forze, perché mi aspetta la lettura della prossima opera, che sarà "Antonio e Cleopatra"...forse ho proprio bisogno di una tragica storia d'amore...
E' un vero peccato, Re Lear è sicuramente la mia tragedia preferita dopo Amleto.
RispondiEliminaCredo che la Maratona esiga il suo tributo, ed è per questo che non mi ci sono buttata. Shakespeare ha bisogno di tempo e attenzione e calma.
E' vero che con tanti personaggi e le due vicende parallele si
rischia di perdere filo: ti consiglio di rileggerlo, quando ne avrai la possibilità.
Mi sono stupita anch'io che non mi sia piaciuta molto quest'opera di Shakespeare. Ma mi hanno già fatto riflettere su alcuni punti che io non avevo colto, probabilmente per via della stanchezza. Gli darò sicuramente un'altra possibilità più avanti e gli dedicherò tutta l'attenzione e la concentrazione che merita :)
EliminaLa penso come Rosa. La prima volta che ho letto Re Lear, non ho capito granché e alla fine ricordavo solo i suoi deliri. Questa volta, quando Re Lear e Cordelia si sono riabbracciati, mi sono commossa. I messaggi e le metafore sono molte e probabilmente è un'opera più complicata delle altre; essendo stata scritta quasi contemporaneamente a Macbeth, io ho trovato dei punti di contatto tra le due tragedie e questo me lo ha fatto apprezzare ancora di più.
RispondiEliminaPaola C. Sabatini
Sicuramente lo rileggerò. Ripeto, forse ero stanca e l'ho letto velocemente senza concentrarmi, né riflettendoci più di tanto. Comunque non è che non mi sia piaciuto...ma per ora preferisco gli altri tre. :)
EliminaCiao! Ti chiedo scusa dal principio!
RispondiEliminaNon sono solita fare queste cose... ma vorrei chiederti un favore:
Vorrei chiederti se fossi così gentile da pubblicizzare un paio di eventi che il Telefono Azzurro terrà al Salone internazionale del libri di Torino...
E' un'associazione che mi sta davvero a cuore!
Ti lascio il link del post che ho creato: http://bookisallyouneediaia.blogspot.it/2016/05/lets-talk-5-telefono-azzurro-al-salone.html
Grazie se lo farai e scusa ancora per l'intrusione!
-iaia-
Ciao, ti devo chiedere scusa, ma mi sono accorta del tuo commento solo ora. Da venerdì a domenica ero proprio al Salone e sono stata talmente fagocitata dall'evento che non ho pensato al blog. :(
EliminaPurtroppo ora è troppo tardi, ma avrei pubblicizzato volentieri gli eventi del Telefono Azzurro se me ne fossi accorta prima.
Scusami tanto. Mi rifarò il prossimo anno.