Una delle prime opere scritte da Shakespeare, ma nella nostra #MaratonaShakespeariana è stata scelta per ultima per una questione di assonanza. Infatti questo è la nostra dodicesima opera letta, nel dodicesimo mese di quest'anno.
In realtà il titolo in questione allude all'Epifania, alla festa della dodicesima notte chiamata così per il numero di giorni che trascorrono dal Natale alla festività (anche se non c'è nessun riferimento a questa festività in tutta l'opera).
In realtà il titolo in questione allude all'Epifania, alla festa della dodicesima notte chiamata così per il numero di giorni che trascorrono dal Natale alla festività (anche se non c'è nessun riferimento a questa festività in tutta l'opera).
Commedia in cinque atti, ambientata nell'antica regione balcanica dell'Illiria.
Il Duca Orsinio è innamorato di Olivia, una giovane dama, che però lo ignora perché si è data alla clausura (almeno per sette anni) a causa della recente morte del fratello adorato. Lo zio di Olivia, Sir Tobia, vorrebbe far sposare la giovane donna all'amico e compagno di feste e bagordi, Sir Andrea.
Intanto in Illiria viene condotta Viola, appena sopravvissuta a un naufragio, dove però crede di aver perso il fratello. Quest'ultima si traveste da uomo, chiamandosi Cesario, per poter lavorare alla corte del Duca, del quale presto segretamente se ne innamora.
Cesario/Viola si reca da Olivia come messaggero del Duca e la giovane dama si innamora di lui, dando il via alla storia fatta di equivoci e inganni.
Nel frattempo l'ancella di Olivia, Maria, escogita un piano con Sir Tobia e Sir Andrea per ingannare il maggiordomo Malvolio e fargli credere di essere oggetto di attenzioni da parte della sua padrona Olivia.
Quando in Illiria sbarcherà anche il fratello di Viola, Sebastian, tutto si complicherà, arrivando a dei risvolti comici.
Il Duca Orsinio è innamorato di Olivia, una giovane dama, che però lo ignora perché si è data alla clausura (almeno per sette anni) a causa della recente morte del fratello adorato. Lo zio di Olivia, Sir Tobia, vorrebbe far sposare la giovane donna all'amico e compagno di feste e bagordi, Sir Andrea.
Intanto in Illiria viene condotta Viola, appena sopravvissuta a un naufragio, dove però crede di aver perso il fratello. Quest'ultima si traveste da uomo, chiamandosi Cesario, per poter lavorare alla corte del Duca, del quale presto segretamente se ne innamora.
Cesario/Viola si reca da Olivia come messaggero del Duca e la giovane dama si innamora di lui, dando il via alla storia fatta di equivoci e inganni.
Nel frattempo l'ancella di Olivia, Maria, escogita un piano con Sir Tobia e Sir Andrea per ingannare il maggiordomo Malvolio e fargli credere di essere oggetto di attenzioni da parte della sua padrona Olivia.
Quando in Illiria sbarcherà anche il fratello di Viola, Sebastian, tutto si complicherà, arrivando a dei risvolti comici.
Le prime scene del Primo Atto sono fondamentali per presentare tutti i personaggi e delineare la storia e il suo tema principale. Il personaggio di Olivia compare per la prima volta solo nella quinta scena (prima viene solo nominata dal Duca) e con la sua apparizione e l'incontro con Viola/Cesario prende il via la storia vera e propria, è il vero inizio della commedia.
In questo atto c'è una lunga conversazione tra Olivia e il suo giullare Feste, condito da quest'ultimo da innumerevoli momenti nonsense, ma anche da estrema saggezza, per far capire alla fine che non è certo lui la testa matta della storia, ma proprio la sua signora Olivia. Shakespeare usa spesso questo stratagemma nelle sue commedie: ovvero dare al personaggio del buffone, che dovrebbe essere stupido e divertente per antonomasia, il ruolo di personaggio saggio, che fa vedere al pubblico le cose per quelle che sono.
In questo atto c'è una lunga conversazione tra Olivia e il suo giullare Feste, condito da quest'ultimo da innumerevoli momenti nonsense, ma anche da estrema saggezza, per far capire alla fine che non è certo lui la testa matta della storia, ma proprio la sua signora Olivia. Shakespeare usa spesso questo stratagemma nelle sue commedie: ovvero dare al personaggio del buffone, che dovrebbe essere stupido e divertente per antonomasia, il ruolo di personaggio saggio, che fa vedere al pubblico le cose per quelle che sono.
Nel Secondo Atto veniamo a conoscenza di due fatti importanti e, a loro modo, cruciali per la trama. Il primo è che il gemello di Viola, Sebastian, non è morto nel naufragio e che ora si trova in Illiria anche lui, convinto però della morte della gemella e per ciò disperato. La seconda cosa è il piano, malvagio, che Maria vuole mettere in atto insieme a Sir Tobia e Sir Andrea per ingannare Malvolio: con una lettera contraffatta vogliono far credere a quest'ultimo che la loro signora Olivia sia innamorata di lui. Il fratello di Olivia e il suo amico lo fanno più che altro per noia e quindi per divertirsi un po' a spese di qualcun altro, mentre la cameriera Maria lo fa proprio per un profondo (e poco spiegato) odio nei confronti di Maivolio.
Questo atto è anche il più lungo di tutta la commedia e in pratica racconta le vicende che si svolgono nel secondo giorno (dalla mattina al tramonto)
Il Terzo Atto è quello principale in cui si svolgono tutti gli inganni, gli equivoci e si entra nel vivo della commedia.
La beffa di Maria nei riguardi di Malvolio arriva a compimento e il povero maggiordomo cade nel tranello con tutte le scarpe, rendendosi ridicolo agli occhi della sua padrona. Creduto folle, impazzito, viene legato e rinchiuso in una stanza.
Intanto Sir Andrea assiste al corteggiamento che Olivia fa a Viola/Cesario, incollerito e convinto da Sir Tobia decide di sfidare a duello il messaggero del Duca. La povera Viola non sa tirare di scherma e cerca di calmare le acque, finché in scena non entra Antonio, fidato servo di Sebastian, che scambia la ragazza per il suo padrone e vuole sostituirlo nel duello. Purtroppo, a causa di precedenti incomprensioni con il Duca Orsino, Antonio viene arrestato e condotto via.
Devo ammettere che nel Quarto Atto accade la cosa più divertente ed esilarante secondo me: Olivia incontra Sebastian e, scambiandolo per Cesario/Viola, continua a corteggiarlo fino a proporgli il matrimonio immediato, portandolo di fronte un prete. Lo stralunato Sebastian, senza porsi tante domande e soprattutto non cercando alcuna risposta agli evidenti e naturali dubbi che gli sorgono, segue ciecamente la ragazza e si sposa con questa sconosciuta (perché di fatto per lui è una sconosciuta)
Sicuramente questo è uno dei momenti più divertente di tutta la commedia. Ma in questo atto c'è anche il momento un po' meno esilarante, e forse leggermente triste, ed è la continua burla al povero maggiordomo Malvolio, ormai rinchiuso e folle di rabbia.
Naturalmente tutto si conclude nel Quinto Atto. Nel momento di maggior confusione, in cui praticamente tutti i personaggi sono in scena, si scoprono le carte e tutti i nodi vengono al pettine. Olivia capisce di aver sposato Sebastian e non Cesario, perché Viola rivela di essere una donna e di amare il Duca Orsino, il quale la chiede in sposa. Malvolio viene liberato e dimostra di esser stato ingannato da Maria, la quale nel frattempo è scappata a sposarsi con Sir Tobia.
Insomma, tutto alla fine si sistema, gli inganni vengono svelati, ma non c'è alcun risentimento da parte dei personaggi, anzi, sono tutti felici di ciò che è accaduto. Un lieto fine da commedia shakespeariana.
I personaggi sono molti e bisogna stare attenti per tenerli a mente tutti. Anche perché già la storia è estremamente contorta, intricata, e va seguita molto attentamente per non perdere nulla di fondamentale. Anche il tempo sembra un po' caotico: molte cose si capisce che accadano contemporaneamente, anche se raccontate in momenti diversi; in più sembra svolgersi tutto in pochi giorni, al massimo tre giorni, però alla fine della commedia viene detto che, in realtà, sono passati tre mesi.
La sensazione è quella di qualcosa di caotico e confusionario, ma allo stesso tempo incredibilmente ordinato e scorrevole nella mente del lettore (o spettatore). Si riesce a seguire la vicenda con facilità, cogliendo l'ironia e gustandosi appieno la storia.
Quale materiale migliore per una commedia se non il tema dell'amore. Con i suoi intrecci, i corteggiamenti, gli inganni e i sotterfugi è l'ideale per mettere in scena momenti comici e irriverenti alternati da momenti più seri e interessanti. L'amore è rappresentato nelle sue diverse sfaccettature: c'è l'amore passionale del Duca Orsinio nei confronti di Olivia; l'amore puro e fraterno che quest'ultima prova per il fratello appena morto, simile all'amore fraterno di Viola per il gemello Sebastian disperso in mare. C'è il triangolo amoroso tra Olivia innamorata di Viola/Cesario, a sua volta innamorata del Duca, il quale però desidera Olivia. C'è anche l'amore di convenienza che Sir Andrea prova per la giovane Olivia, nipote del suo migliore amico. Ma anche l'amore materno e protettivo di Maria, ancella di Olivia, nei confronti della sua signora.
La sottotrama che comprende i personaggi che popolano la corte di Olivia, cioè l'inganno ai danni del maggiordomo Malvolio da parte della cameriera Maria, Sir Tobia, Sir Andrea e il servo Fabian, è molto importante anche per lo svolgimento della trama principale.
Questo è stato un anno che mi ha permesso di conoscere molte opere a me sconosciute, di cui avevo solo sentito parlare, di cui avevo un'infarinatura molto vaga. E ho potuto così farmi un'idea su questo straordinario drammaturgo.
Sicuramente la differenza è tanta tra leggere questi libricini fatti di personaggi, scene e battute e poter vedere le rappresentazioni teatrali dal vero (magari in un teatro a Londra).
Una cosa è certa: la mia relazione con Shakespeare non finirà certo qui, leggerò altro in futuro, ma per ora mi riposo un po', anche perché ho già raggiunto un importante traguardo in questo anno trascorso con lui: saper scrivere il suo cognome "Shakespeare" fluidamente, senza dubbi, incertezze e sbagli!!