martedì 8 novembre 2016

COME VI PIACE di William Shakespeare

Terzultima tappa della #MaratonaShakespeariana. L'opera Come vi piace, letta nel mese di ottobre, è quella che conoscevo meno di tutte. Delle altre almeno ne avevo sentito parlare, in un modo o nell'altro, mentre questa  mi era del tutto sconosciuta. Probabilmente se non avessi partecipato a questa maratona non mi sarei mai avvicinata a questa commedia, quindi sono felice di averla scoperta, anche se ho qualche riserva in merito.

Commedia pastorale in cinque atti, più Epilogo, ambientata in Francia e più precisamente nella Foresta di Arden.
Federigo ha usurpato il ducato ed esiliato suo fratello maggiore, il Duca legittimo, nella Foresta di Arden. La figlia di quest'ultimo, Rosalinda, è rimasta a corte perché migliore amica e cugina dell'unica figlia di Federigo, Celia. Ma questi si arrabbia con Rosalinda e la bandisce. Celia decide di unirsi alla cugina nella fuga e con loro va anche Pietraccia il giullare. I tre si travestono e si stabiliscono nella Foresta, senza incontrare il Duca.
Intanto, Orlando, un giovane gentiluomo del regno innamorato di Rosalinda, è costretto a scappare da casa sua a causa delle persecuzioni di suo fratello Oliviero. Con il suo servo Adamo, raggiunge la foresta, incontra il Duca legittimo e decide di stabilirsi con lui e tutto il suo seguito.
Orlando vaga per la foresta affiggendo agli alberi poesie d'amore indirizzate a Rosalinda. Quest'ultima viene a saperlo e travestita da Ganimede finge di consigliarlo per alleviare le sue pene d'amore.
Nel frattempo scocca un nuovo amore: Febe, una pastorella della quale è innamorato Silvio, si innamora di Ganimede (cioè Rosalinda). Essa non ricambia l'amore, naturalmente, e si impegna per poter sistemare al meglio la situazione.

Come abbiamo ormai capito, il Primo Atto è adibito alla presentazione dei personaggi principali. La storia comincia che il Duca è già stato esiliato e ci sono già degli screzi tra Orlando e suo fratello maggiore Oliviero.
Conosciamo Rosalinda, triste per la lontananza dal padre, ma supportata dall'enorme affetto della cugina Celia. Dall'altra parte Orlando è un ragazzo determinato e coraggioso e vuole che il fratello lo consideri di più. Decide di sfidare il grande e grosso lottatore Carlo e con astuzia vince, ma questo farà infuriare il Duca Federigo e lo costringerà a fuggire per nascondersi nella foresta.
Due chiacchiere tre Rosalinda e Orlando e i due ragazzi sono già innamorati, ma non c'è tanto tempo da passare insieme perché Rosalinda viene cacciata da corte dallo zio Federigo.

In questo Secondo Atto ritroviamo due elementi molto ricorrenti nelle opere di Shakespeare. Prima di tutto scopriamo la foresta e chi vi abita, il Duca legittimo e il suo seguito. Nelle precedenti opere la foresta è un luogo di magia e mistero, ricca di inganni ed equivoci. Qui la magia non c'è, ma tutta la storia si svolge tra gli alberi e la fitta boscaglia e qualche inganno ed equivoco è alla base della commedia.
In più, altro elemento ricorrente, è il travestimento. Proprio in questo atto appaiono Rosalinda travestita da pastore e si da il nome di Ganimede e la cugina Celia che modifica il suo aspetto e cambia anche il nome in Aliena. Il travestimento permette ai personaggi di rimanere in incognito, ma da loro anche la possibilità di agire di più e più liberamente.

Nel Terzo Atto, dopo una disquisizione su cosa voglia dire veramente essere innamorati e con Pietraccia che è e rimane sempre un buffone per tutta l'opera, comincia l'inganno di Rosalinda/Ganimede. Venuta a sapere che Orlando è innamorato di lei, decide di convincerlo che, come Ganimede, può aiutarlo a liberarsi dalle sue pene d'amore, deve solo fingere di trovarsi Rosalinda davanti e corteggiarla. Ganimede, rispondendo al corteggiamento con diversi sbalzi d'umore farà ricredere Orlando sui suoi sentimenti.
Ma questo viene fatto principalmente da Rosalinda per sentirsi corteggiata e mettere alla prova l'amore che Orlando prova per lei, in modo da esserne sicura e rivelargli chi è in realtà.
Nel frattempo però Febe, la pastorella, si innamora di Ganimede (che in realtà è Rosalinda) e spezza il cuore al suo spasimante Silvio. Rosalinda/Ganimede è molto dura e distaccata con Febe, in modo da scoraggiarla, ma questo sembra non servire a nulla.

Mentre Rosalinda/Ganimede si destreggia tra l'aiutare Orlando con le sue pene d'amore e cercare di scoraggiare l'amore di Febe, senza grandi risultati veramente; alla fine del Quarto Atto riappare Oliviero, fratello maggiore di Orlando, estremamente pentito del suo comportamento e riconoscente al fratello per averlo salvato dall'aggressione di una leonessa (in una foresta? In Francia? Ma che si fumava Shakespeare?). Questo improvviso e sentito cambio di sentimenti, colpisce positivamente Celia, che si innamora di Oliviero.

Il Quinto Atto è la parte conclusiva. Rosalinda decide di mettere fine al suo "inganno", togliersi il suo travestimento e rivelare a tutti chi è in realtà. Questo la porterà a ricongiungersi finalmente con il padre in esilio, sposare Orlando e far in modo che Febe sposi Silvio.
La comparsa in scena del dio delle nozze, Imene, aiuta  Rosalinda a risolvere tutte le complicazioni, in una sorta di teatro nel teatro.
Il "cattivo" della storia, il Duca Federigo, viene "sconfitto" in modo poco chiaro e convincente, ma ciò può condurre il tutto a lieto fine: vengono celebrati i diversi matrimoni e il Duca può tornare al suo ruolo legittimo a corte.


A mio parere lo stile e la storia in sé sono più semplici e scorrevoli delle altre opere di Shakespeare. Forse perché, essendo una commedia pastorale, è uno stile completamente diverso da ciò che ci aveva abituato il drammaturgo fin'ora nella nostra maratona. L'atmosfera bucolica è sostenuta da canzoni sparse qui e la e da parti recitate in rima, quindi credo proprio che la sua semplicità derivi da questo.
Nonostante fosse uno stile molto di moda all'epoca, soprattutto in Italia e Spagna, non è un genere che Shakespeare prediligeva particolarmente. Infatti, lo stesso titolo sembra dire allo spettatore/lettore: "Io l'ho scritta e spero che vi piaccia..."
La commedia è un continuo paragone tra la rigida e insidiosa vita di corte e la vita in campagna, più semplice e all'aria aperta. Ad esempio, a Rosalinda che si fa passare per un pastore di nome Ganimede, viene fatto notare che parla troppo bene per essere un uomo di campagna e sembra quasi educato a corte.
Quello che mi è piaciuto più di tutti è il personaggio di Rosalinda. Finalmente una donna forte, indipendente; che travestendosi da uomo prende in mano le redini della storia e diventa la vera burattinaia dietro quasi tutte le vicende. Grazie al suo discorso finale riesce a convincere tutti a fare ciò che vuole lei. In più, per la prima volta, l'Epilogo finale viene lasciato fare a una donna, sottolineando il suo essere vera protagonista ed eroina della situazione.

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