Ieri è uscito in libreria, per la collana "i jolly" di Las Vegas edizioni, il piccolo saggio di Fulvio Gatti "I nerd salveranno il mondo".
Sono più stupita di voi del fatto di essere per una volta sul pezzo, ma non avevo scuse per non esserlo, avendolo comprato in anteprima a dicembre mentre mi trovavo a Più Libri Più Liberi a Roma.
Sono più stupita di voi del fatto di essere per una volta sul pezzo, ma non avevo scuse per non esserlo, avendolo comprato in anteprima a dicembre mentre mi trovavo a Più Libri Più Liberi a Roma.
Fino a pochi anni fa i nerd erano individui che la maggioranza della gente riteneva un po' strani per via delle loro passioni spesso maniacali. Per questo e per la loro scarsa attitudine alla socializzazione - il web era ancora di là da venire - i nerd vivevano immersi nel loro mondo alternativo. Da qualche anno, invece, si è compiuta quella rivincita dei nerd ipotizzata in un vecchio film del 1984.
Oggi la cultura nerd è ovunque, ha contaminato l'immaginario collettivo fino a prenderne le redini e tutti possiamo dirci nerd. Sì, ma fino a che punto? E cos'ha reso possibile una simile rivoluzione?
Fulvio Gatti cerca di spiegarlo e trova quattro concause scatenanti: Star Wars, i film dei supereroi, The Big Bang Theory e Internet. È grazie ad essi se il nerdismo è stato sdoganato al punto di diventare la risposta a tutti i mali dell'industria dell'intrattenimento.
Ma con l'orgoglio del nerd della prima ora, lo stesso autore ipotizza e auspica di andare oltre, verso un nuovo inizio, magari in qualche altra galassia lontana lontana.
Ma chi sono i nerd?
Ai miei tempi (e non pensate che sia così vecchia, perché non lo sono!!) erano chiamati secchioni, un po' timidi e introversi, che parlavano una "lingua" tutta loro, fatta di battute e citazioni che capivano e facevano ridere solo loro, con una certa predisposizione per i primi computer e la tecnologia in generale (infatti molte mie conoscenze oggi sono degli ingegneri e soprattutto ingegneri informatici).
Le basi da cui partire sono queste, ma Fulvio Gatti amplia e caratterizza maggiormente ciò che oggi fa di una persona un nerd per antonomasia.
L'origine della nerditudine dell'autore risale a molto tempo fa, quando da bambino suo padre gli fece vedere per la prima volta, in una fredda giornata d'inverno, i primi film di Guerre Stellari. Da lì si susseguono altri film e serie TV sullo stesso tema, ma il nerd nasce molto prima, prima dell'arrivo di certi prodotti in televisione. Ha origini profonde nella letteratura: dal fantasy di Tolkien al terrore di Lovecraft, dalla fantascienza di Asimov alla Guida Galattica di Douglas Adams, passando per Edgar Rice Burroughs - padre di John Carter di Marte - per arrivare, in tempi più recenti, al Re incontrastato della narrativa horror Stephen King. Comprendendo anche tutto quel mondo fatto di fumetti, oggi chiamati "graphic novel" (che fa più figo), soprattutto di supereroi e, quindi, Marvel e DC Comics sopra a tutti. Questo è materiale indispensabile al nerd per diventare tale, e che conosce fin nei minimi particolari molto prima che questi personaggi facessero il salto cinematografico.
Da questo mondo fatto di parole e disegni, poi arriva la televisione e aggiunge serie TV storiche come Star Trek e Ai confini della realtà; film memorabili come Guerre Stellari, Ghostbusters e Ritorno al futuro; e tutta una serie di cartoni animati che riempivano i pomeriggi degli anni Ottanta e Novanta, da Holly e Benji ai Cavalieri dello Zodiaco, senza dimenticare le Tartarughe Ninja e Lupin III.
Tutto questo, molto più approfondito nel saggio mentre io ne ho dato solo un accenno, va a costituire quella che può essere identificata come cultura pop. Verso gli anni Duemila questa cultura fa un ulteriore salto grazie alla gigantesca macchina cinematografica di Hollywood, che porta sul grande schermo i supereroi Marvel e Dc Comics, rendendoli ancora più accattivanti e coinvolgenti con effetti speciali grandiosi e personaggi in CGI.
I film hollywoodiani permettono al grande pubblico di venire a conoscenza di questo mondo, che fino a poco prima era solo di nicchia, ma il carico da cento lo mette l'arrivo di internet e quindi la diffusione mondiale e l'accesso immediato di queste storie, coinvolgendo una grandissima fetta di pubblico, di età molto varia.
Negli ultimi anni c'è una sorta di contributo alla cultura pop, che arriva di nuovo dalla televisione, con un aumento esponenziale di serie TV sempre più accurate e sempre più nerd (con The Big Bang Theory in primis).
Oggi la cultura nerd è ovunque, ha contaminato l'immaginario collettivo fino a prenderne le redini e tutti possiamo dirci nerd. Sì, ma fino a che punto? E cos'ha reso possibile una simile rivoluzione?
Fulvio Gatti cerca di spiegarlo e trova quattro concause scatenanti: Star Wars, i film dei supereroi, The Big Bang Theory e Internet. È grazie ad essi se il nerdismo è stato sdoganato al punto di diventare la risposta a tutti i mali dell'industria dell'intrattenimento.
Ma con l'orgoglio del nerd della prima ora, lo stesso autore ipotizza e auspica di andare oltre, verso un nuovo inizio, magari in qualche altra galassia lontana lontana.
Ma chi sono i nerd?
Ai miei tempi (e non pensate che sia così vecchia, perché non lo sono!!) erano chiamati secchioni, un po' timidi e introversi, che parlavano una "lingua" tutta loro, fatta di battute e citazioni che capivano e facevano ridere solo loro, con una certa predisposizione per i primi computer e la tecnologia in generale (infatti molte mie conoscenze oggi sono degli ingegneri e soprattutto ingegneri informatici).
Le basi da cui partire sono queste, ma Fulvio Gatti amplia e caratterizza maggiormente ciò che oggi fa di una persona un nerd per antonomasia.
L'origine della nerditudine dell'autore risale a molto tempo fa, quando da bambino suo padre gli fece vedere per la prima volta, in una fredda giornata d'inverno, i primi film di Guerre Stellari. Da lì si susseguono altri film e serie TV sullo stesso tema, ma il nerd nasce molto prima, prima dell'arrivo di certi prodotti in televisione. Ha origini profonde nella letteratura: dal fantasy di Tolkien al terrore di Lovecraft, dalla fantascienza di Asimov alla Guida Galattica di Douglas Adams, passando per Edgar Rice Burroughs - padre di John Carter di Marte - per arrivare, in tempi più recenti, al Re incontrastato della narrativa horror Stephen King. Comprendendo anche tutto quel mondo fatto di fumetti, oggi chiamati "graphic novel" (che fa più figo), soprattutto di supereroi e, quindi, Marvel e DC Comics sopra a tutti. Questo è materiale indispensabile al nerd per diventare tale, e che conosce fin nei minimi particolari molto prima che questi personaggi facessero il salto cinematografico.
Da questo mondo fatto di parole e disegni, poi arriva la televisione e aggiunge serie TV storiche come Star Trek e Ai confini della realtà; film memorabili come Guerre Stellari, Ghostbusters e Ritorno al futuro; e tutta una serie di cartoni animati che riempivano i pomeriggi degli anni Ottanta e Novanta, da Holly e Benji ai Cavalieri dello Zodiaco, senza dimenticare le Tartarughe Ninja e Lupin III.
Tutto questo, molto più approfondito nel saggio mentre io ne ho dato solo un accenno, va a costituire quella che può essere identificata come cultura pop. Verso gli anni Duemila questa cultura fa un ulteriore salto grazie alla gigantesca macchina cinematografica di Hollywood, che porta sul grande schermo i supereroi Marvel e Dc Comics, rendendoli ancora più accattivanti e coinvolgenti con effetti speciali grandiosi e personaggi in CGI.
I film hollywoodiani permettono al grande pubblico di venire a conoscenza di questo mondo, che fino a poco prima era solo di nicchia, ma il carico da cento lo mette l'arrivo di internet e quindi la diffusione mondiale e l'accesso immediato di queste storie, coinvolgendo una grandissima fetta di pubblico, di età molto varia.
Negli ultimi anni c'è una sorta di contributo alla cultura pop, che arriva di nuovo dalla televisione, con un aumento esponenziale di serie TV sempre più accurate e sempre più nerd (con The Big Bang Theory in primis).
Grazie a questa incredibile accessibilità della cultura pop, in molti oggi si definiscono nerd, anche solo perché sono spettatori ossessionati da uno dei prodotti sopra citati. Ma Fulvio Gatti, da vero nerd della prima ora, dice una cosa molto importante secondo me. Per definirsi veramente nerd, tutta questa cultura fatta di fumetti, libri, cartoni animati, serie Tv e film deve averti colpito quando eri piccolo. Solo il fatto di essere cresciuto con tutto questo mondo, averlo esplorato nei più intimi particolari e averlo fatto tuo, prima di tutti gli altri, e averlo fatto diventare una sorta di stile di vita, ti fa rientrare nell'olimpo dei "veri" nerd.
Ed è questo che sta alla base, secondo me, di ciò che è nerd e ciò che non lo è. È un percorso di crescita, di evoluzione, personale e concettuale. Aver vissuto un periodo intero della propria vita (che per molti non è ancora finito e continua ad evolversi con altre cose) in compagnia di personaggi e storie che ti hanno toccato nel profondo e che faranno per sempre parte di te.
Potrebbe sembrare un saggi "sui nerd per nerd", ma io non la vedo così. Io ho rivisto, sentito e riconosciuto moltissime cose della mia generazione. Essendo stata una ragazzina a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta (come del resto lo è stato Fulvio Gatti), leggendo questo libricino mi sono ritrovata a rivivere quel periodo temporale, rendendomi conto di conoscere abbastanza bene gli argomenti trattati dall'autore, perché li avevo vissuti anch'io. Non tutti ovviamente, a volte Gatti parla di cose un po' troppo di nicchia per me, che se non le conosci fatichi a mantenere il filo del discorso, ma la maggior parte le ho riconosciute come parte del mio vissuto personale.
Per questo credo che questo saggio sia rivolto a una determinata generazione, di cui faccio parte a pieno titolo, che può comprenderlo meglio di quanto possa fare chi non ha vissuto con noi questo periodo. La generazione del boom economico; quella che ha visto la nascita del computer, di internet e del cellulare; la generazione che aveva più tempo e voglia, rispetto ai nostri genitori e nonni, per appassionarsi a qualcosa che era solo apparentemente superficiale.
La generazione che ha contribuito a far crescere ed espandere la cultura pop in tutto il mondo e che a quanto pare oggi ne raccoglie i frutti, perché il numero dei nerd è sempre in crescita, sono sempre più popolari e secondo il punto di vista di questo saggio sono anche quelli che potrebbero salvare il mondo (probabilmente da sé stesso e non da un'invasione aliena, o che altro).
Il fatto di salvare il mondo può essere visto da due punti di vista. Il primo, perché nella maggior parte delle storie ideate, dagli anni Cinquanta a oggi, raccontano sempre di un cattivo che alla fine viene sconfitto dallo scienziato di turno, a volte emarginato, che si riscatta e salva il mondo all'ultimo minuto inventando una macchina speciale o affrontando di persona il cattivo forte delle sue conoscenze e capacità che non tutti possiedono. Un vero e proprio nerd.
Dall'altro canto, invece, la mia generazione e quelle future hanno una grande "responsabilità". Avendo acquisito un grande bagaglio culturale, grazie appunto ai fumetti ai libri alla televisione e al cinema, hanno l'obbligo morale di condividere e far crescere questa cultura pop un po' bistrattata (soprattutto in Italia), perché possa in futuro essere considerata vera e propria cultura generale.
Soprattutto perché la cultura pop ha molti messaggi positivi e importanti al suo interno, messaggi che aiuterebbero a cambiare di molto la mentalità generale, facendola diventare più tollerante, aperta e rispettosa verso gli altri; contribuendo così a salvare il mondo nel vero senso della parola.
Mi è piaciuto molto l'escamotage del dialogo con un'entità aliena, che Fulvio Gatti utilizza all'inizio di ogni capitolo per introdurre l'argomento che verrà trattato dopo. L'ho trovato divertente e leggero, ma al tempo stesso funzionale per lo svolgimento del saggio stesso.
La scrittura dell'autore è chiara e semplice ed espone una perfetta parabola di come si sia sviluppata la cultura pop, da dove e da chi è partita fino ad arrivare al dominio più o meno pubblico grazie soprattutto a internet.
Sicuramente questo piccolo saggio è molto più apprezzato da un vero nerd, piuttosto che da una persona comune, perché grazie al suo bagaglio culturale capirebbe appieno tutte le citazioni, anche quelle più di nicchia. Ma io me lo sono goduto interamente, forse per aver riconosciuto all'interno molto della mia generazione, molto materiale della mia infanzia e adolecenza (o forse sono un po' nerd anch'io).
Ed è questo che sta alla base, secondo me, di ciò che è nerd e ciò che non lo è. È un percorso di crescita, di evoluzione, personale e concettuale. Aver vissuto un periodo intero della propria vita (che per molti non è ancora finito e continua ad evolversi con altre cose) in compagnia di personaggi e storie che ti hanno toccato nel profondo e che faranno per sempre parte di te.
Potrebbe sembrare un saggi "sui nerd per nerd", ma io non la vedo così. Io ho rivisto, sentito e riconosciuto moltissime cose della mia generazione. Essendo stata una ragazzina a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta (come del resto lo è stato Fulvio Gatti), leggendo questo libricino mi sono ritrovata a rivivere quel periodo temporale, rendendomi conto di conoscere abbastanza bene gli argomenti trattati dall'autore, perché li avevo vissuti anch'io. Non tutti ovviamente, a volte Gatti parla di cose un po' troppo di nicchia per me, che se non le conosci fatichi a mantenere il filo del discorso, ma la maggior parte le ho riconosciute come parte del mio vissuto personale.
Per questo credo che questo saggio sia rivolto a una determinata generazione, di cui faccio parte a pieno titolo, che può comprenderlo meglio di quanto possa fare chi non ha vissuto con noi questo periodo. La generazione del boom economico; quella che ha visto la nascita del computer, di internet e del cellulare; la generazione che aveva più tempo e voglia, rispetto ai nostri genitori e nonni, per appassionarsi a qualcosa che era solo apparentemente superficiale.
La generazione che ha contribuito a far crescere ed espandere la cultura pop in tutto il mondo e che a quanto pare oggi ne raccoglie i frutti, perché il numero dei nerd è sempre in crescita, sono sempre più popolari e secondo il punto di vista di questo saggio sono anche quelli che potrebbero salvare il mondo (probabilmente da sé stesso e non da un'invasione aliena, o che altro).
Il fatto di salvare il mondo può essere visto da due punti di vista. Il primo, perché nella maggior parte delle storie ideate, dagli anni Cinquanta a oggi, raccontano sempre di un cattivo che alla fine viene sconfitto dallo scienziato di turno, a volte emarginato, che si riscatta e salva il mondo all'ultimo minuto inventando una macchina speciale o affrontando di persona il cattivo forte delle sue conoscenze e capacità che non tutti possiedono. Un vero e proprio nerd.
Dall'altro canto, invece, la mia generazione e quelle future hanno una grande "responsabilità". Avendo acquisito un grande bagaglio culturale, grazie appunto ai fumetti ai libri alla televisione e al cinema, hanno l'obbligo morale di condividere e far crescere questa cultura pop un po' bistrattata (soprattutto in Italia), perché possa in futuro essere considerata vera e propria cultura generale.
Soprattutto perché la cultura pop ha molti messaggi positivi e importanti al suo interno, messaggi che aiuterebbero a cambiare di molto la mentalità generale, facendola diventare più tollerante, aperta e rispettosa verso gli altri; contribuendo così a salvare il mondo nel vero senso della parola.
Mi è piaciuto molto l'escamotage del dialogo con un'entità aliena, che Fulvio Gatti utilizza all'inizio di ogni capitolo per introdurre l'argomento che verrà trattato dopo. L'ho trovato divertente e leggero, ma al tempo stesso funzionale per lo svolgimento del saggio stesso.
La scrittura dell'autore è chiara e semplice ed espone una perfetta parabola di come si sia sviluppata la cultura pop, da dove e da chi è partita fino ad arrivare al dominio più o meno pubblico grazie soprattutto a internet.
Sicuramente questo piccolo saggio è molto più apprezzato da un vero nerd, piuttosto che da una persona comune, perché grazie al suo bagaglio culturale capirebbe appieno tutte le citazioni, anche quelle più di nicchia. Ma io me lo sono goduto interamente, forse per aver riconosciuto all'interno molto della mia generazione, molto materiale della mia infanzia e adolecenza (o forse sono un po' nerd anch'io).
Buongiorno Dany.
RispondiEliminaMi è piaciuta molto questa tua riflessione sulla "nerditudine", prendendo il via da questo libro che avevo notato anch'io a Più Libri Più Liberi. Non nascondo che ero stata attratta soprattutto dalla spada laser in copertina... essendo io un'appassionata della saga di Star Wars e posso dire con orgoglio sin dall'inizio: anch'io ricordo la prima volta in cui mi affacciai a questo mondo magico, la meraviglia e la sorpresa di scoprirlo, poco più che bambina.
Mi hai molto incuriosita con questo saggio perché in effetti vedo che adesso va quasi di moda definirsi "nerd" - figurati poi nel mio mondo, io che di mestiere faccio un lavoro scientifico e quindi ad esempio durante la pausa caffè le battute comprensibili solo a "noi" si sprecano, con formule matematiche usate come freddure (quest'anno ne ho ricevute un paio anche come auguri di Natale!).
In effetti, ho letto che la definizione di "nerd" è applicabile soprattutto a chi ha una predisposizione (e un atteggiamento totalizzante e completamente polarizzato) verso la tecnologia, e per esteso a tematiche di nicchia quali spazio, astronomia, chimica, computer etc, ma mi piace molto anche la parallela definizione di "geek", ossia chiunque sia totalmente assorbito da una passione fuori dal comune (e che lo allontana spesso dal consesso comune) non necessariamente tecnologica: ad esempio, io che come te ho vissuto ragazzina tra gli anni 80 e 90, oltre ad essere nerd per quanto riguardava lo spazio (Star Wars, Battlestar Galactica...) lo ero totalmente per quanto riguardava i dinosauri (passione che mi sono trascinata fino all'Università) e i giochi di ruolo (Dungeon & Dragons su tutti... ma che bei ricordi di quelle infinite partite di Talisman!)
Sono d'accordo sul fatto che si è nerd dentro se lo si è stati da piccoli: quando non era una presa di posizione, ma un modo di essere, un po' diversi dalla massa ma anche con tanta passione da non accorgersene nemmeno.
Cara Eva, hai detto dinosauri??? Ma allora sei una "Ross Geller" al femminile!! (E diciamolo: anche lui era un nerd).
EliminaDa quello che scrivi sono convinta che questo minuscolo libricino possa davvero piacerti. Cerca di recuperarlo appena puoi e poi mi farai sapere.
Della copertina, invece, a me hanno colpito subito i capelli e le orecchie da Spock (mi dispiace, sono più tipa da Star Trek che da Star Wars) e l'Anello al collo, perché io amo "Il Signore degli Anelli"!!! :D
Beh anche la saetta sulla fronte alla Harry Potter non è male!!
EliminaAnche quella certamente!!
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