La conoscenza che avevo di questo racconto breve vittoriano del 1886, derivava principalmente dalla cultura popolare. Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha sentito parlare di questo leggendario personaggio sdoppiato in due, magari anche in contesti che non centrano nulla con la letteratura. Ci sono stati film per il cinema e la televisione, racconti ispirati da questo tema, ma anche fatti di cronaca che venivano paragonati al subdolo personaggio del signor Hyde; tutti con diverse interpretazioni e spiegazioni rispetto al romanzo originale.
Il signor Utterson (avvocato), il dottor Lanyon e il dottor Jekyll sono amici di lunga data. I loro rapporti sono sempre stati caretterizzati da grande stima e rispetto reciproco; ma su di loro aleggia questa inquetante figura, molto misteriosa, che è il signor Hyde. Un losco uomo che gira di notte per Londra, spaventando e aggredendo le persone. Chi sia veramente, nessuno lo sa, ma quando si macchia di fatti riprovevoli il suo garante è sempre il dottor Jekyll. Quest'ultimo, a quanto pare, non esita a pagare per i danni causati da questo strano tipo, e ne parla sempre con molta comprensione e tolleranza; fino a quando i suoi amici cominciano a sospettare che ci sia qualcosa sotto e, molto preoccupati per quello che sta succedendo, vogliono scoprire tutta la verità sul signor Hyde. Chi è? Da dove viene? E' veramente cattivo? Ma soprattutto, qual è il suo legame con il dottor Jekyll?
Un mistero che appassiona il lettore. La storia scorre velocemente, ma ricca di dettagli, con descrizioni accurate e un uso abbondante di aggettivi (non credo di aver mai letto un libro con così tanti aggettivi che descrivono le varie situazioni e i personaggi). Tutto questo va a vantaggio del libro, che è estrememente coinvolgente e in grado di immergere totalmente il lettore nella Londra di fine ottocento: in alcuni momenti, sembra di sentire veramente i passi del signor Hyde lungo le strade buie della capitale britannica.
Chi sia in realtà Hyde tutti noi lo sappiamo, anche chi non ha mai letto il libro, per questo motivo il finale non è certo un sorpresa, non c'è il grande colpo di scena che lascia tutti sorpresi; ma non è così imporatante, perchè tutta la storia regala emozioni molto forti ed è scritta così bene che è un piacere leggerla.
I temi trattati, dopo più di cento anni, sona ancora estrememente attuali. In primo luogo la dicotomia tra bene e male: punto cardine del romanzo, ma più in generale della vita stessa; i concetti di bene e mele sono universali e senza tempo, riconoscibili fin da quando siamo piccoli. Ognuno di noi ha un lato buono e uno cattivo, oscuro (sicuramente uno più sviluppato dell'altro, ma questo è un altro discorso) ed è possibile scindere questi due aspetti della personalità umana? quale dei due prenderebbe il sopravvento? Potrebbero esistere l'uno senza l'altro? Oppure, per esistere, necessitano l'uno dell'altro?
In secondo luogo la figura di Hyde viene descritta come grottesca che provoca, nelle persone che lo incontrano, disgusto e paura, ma allo stesso tempo stimola curiosità, stupore e interesse. Sensazioni provate, ancora oggi, dalla maggior parte di noi di fronte ad un incidente stradale, o a tragedie di altro tipo. Senza dimenticare che nel periodo in cui è ambientato il libro, e fino alla metà del secolo scorso, erano frequenti gli spettacoli dei "fenomeni da baraccone", che ispiravano le stesse sensazioni dovute alla presenza del signor Hyde.
Ultimo tema trattato è il problema della potenza del male. Se non viene bloccato, contenuto, arginato con regole e comportamenti, il male allo stato puro prenderà indubbiamente il sopravvento, distruggento tutto, soprattutto il bene e il buono che è intorno a noi. Al dottor Jekyll viene data la possibilità di provocare volontariamente del male, di dare sfogo alle proprie pulsioni più recondite, senza che questo mini la sua reputazione, visto che la colpa di tutto viene data al signor Hyde; questo ci mette di fronte ad alcuni quesiti: cosa faremmo noi se avessimo la stessa possibilità? La possibilità di fare del male, anche solo per una volta, e comunque passarla liscia? Saremmo in grado di limitarci ad una sola volta? O la cattiveria ci dominerebbe, come succede al dottor Jekyll?
Come si può notare dalla foto, di questo libro ho comprato la nuova edizione Oscar Mondadori Serie Cult, con copertina rigida, molto bella e suggestiva (con queste belle copertine sono stati pubblicati anche altri classici della letteratura come "Orgoglio e pregiudizio" e "Il ritratto di Dorian Gray"). In più questa edizione contiene anche altri quattro racconti brevi di Robert Louis Stevenson, tutti dello stesso stampo, con molte analogie fra di loro, tra cui una ricorrente lotta interiore tra il bene e il male, tra la parte migliore e quella peggiore dell'essere umano. Il mio preferito tra questi è stato "Il diavolo nella bottiglia", che parla di desideri realizzati, maledizioni e amore; leggermente diverso dagli altri racconti, meno macabro e a lieto fine.
VOTO: 8/10
Ultimo tema trattato è il problema della potenza del male. Se non viene bloccato, contenuto, arginato con regole e comportamenti, il male allo stato puro prenderà indubbiamente il sopravvento, distruggento tutto, soprattutto il bene e il buono che è intorno a noi. Al dottor Jekyll viene data la possibilità di provocare volontariamente del male, di dare sfogo alle proprie pulsioni più recondite, senza che questo mini la sua reputazione, visto che la colpa di tutto viene data al signor Hyde; questo ci mette di fronte ad alcuni quesiti: cosa faremmo noi se avessimo la stessa possibilità? La possibilità di fare del male, anche solo per una volta, e comunque passarla liscia? Saremmo in grado di limitarci ad una sola volta? O la cattiveria ci dominerebbe, come succede al dottor Jekyll?
Come si può notare dalla foto, di questo libro ho comprato la nuova edizione Oscar Mondadori Serie Cult, con copertina rigida, molto bella e suggestiva (con queste belle copertine sono stati pubblicati anche altri classici della letteratura come "Orgoglio e pregiudizio" e "Il ritratto di Dorian Gray"). In più questa edizione contiene anche altri quattro racconti brevi di Robert Louis Stevenson, tutti dello stesso stampo, con molte analogie fra di loro, tra cui una ricorrente lotta interiore tra il bene e il male, tra la parte migliore e quella peggiore dell'essere umano. Il mio preferito tra questi è stato "Il diavolo nella bottiglia", che parla di desideri realizzati, maledizioni e amore; leggermente diverso dagli altri racconti, meno macabro e a lieto fine.
VOTO: 8/10