Ultimo giorno di maggio e questo vuol dire che siamo alla quinta tappa della #MaratonaShakespeariana. Questa volta sono più o meno puntuale: non è l'ultimo venerdì, ma almeno ve ne parlo prima che finisca il mese (sto migliorando).
Abbiamo letto "Antonio e Cleopatra" una tragica storia d'amore che si svolge in quaranta scene separate, molte di più rispetto alle altre opere, perché ci sono molti più spostamenti dell'azione, tra i territori dell'impero romano ed egiziano.
Abbiamo letto "Antonio e Cleopatra" una tragica storia d'amore che si svolge in quaranta scene separate, molte di più rispetto alle altre opere, perché ci sono molti più spostamenti dell'azione, tra i territori dell'impero romano ed egiziano.
Mentre Antonio si trova in Egitto perché innamorato di Cleopatra, gli arriva la notizia che sua moglie si è ribellata a Ottaviano Cesare ed è morta. In più Sesto Pompeo sta preparando una guerra contro il triunvirato. Antonio decide di tornare a Roma. Lì Ottaviano lo convince a sposare sua sorella Ottavia, per rafforzare il legame del triunvirato. In seguito i triunviri, Ottaviano, Antonio e Lepido, si accordano con Pompeo per evitare la guerra: quest'ultimo avrà il dominio della Sicilia e della Sardegna e in cambio dovrà liberare il mare dai pirati e pagare un tributo in grano.
Intanto ad Alessandria d'Egitto, Cleopatra è venuta a sapere del matrimonio di Antonio ed è su tutte le furie.
Poco dopo Ottaviano rompe la tregua con Pompeo e imprigiona Lepido. Antonio, tornato in Egitto dalla sua Cleopatra, non approva questo comportamento e si prepara a dare battaglia a Ottaviano. L'esercito di Antonio, sostenuto da quello di Cleopatra, si batte in mare con la flotta di Ottaviano, ma nel mezzo della battaglia Cleopatra decide di ripiegare con le sue sessanta navi e Antonio la segue causando così la disfatta del suo esercito.
Da questo momento si dipanano una serie di battaglie, morti e suicidi, tradimenti e riappacificazioni tra Antonio e Cleopatra, fino alla tragedia finale.
Intanto ad Alessandria d'Egitto, Cleopatra è venuta a sapere del matrimonio di Antonio ed è su tutte le furie.
Poco dopo Ottaviano rompe la tregua con Pompeo e imprigiona Lepido. Antonio, tornato in Egitto dalla sua Cleopatra, non approva questo comportamento e si prepara a dare battaglia a Ottaviano. L'esercito di Antonio, sostenuto da quello di Cleopatra, si batte in mare con la flotta di Ottaviano, ma nel mezzo della battaglia Cleopatra decide di ripiegare con le sue sessanta navi e Antonio la segue causando così la disfatta del suo esercito.
Da questo momento si dipanano una serie di battaglie, morti e suicidi, tradimenti e riappacificazioni tra Antonio e Cleopatra, fino alla tragedia finale.
Ho percepito subito, sin dal Primo Atto, quella vena comica che caratterizza e rende meno tragedia quest'opera. I commenti poco carini su Cleopatra da parte di alcuni personaggi si sprecano e Antonio appare ai loro occhi come un uomo debole, che si lascia guidare dai desideri della carne e che è stato irretito da una donna bella, passionale e lussuriosa.
Ricompare quella figura misteriosa e legata al surreale, tanto cara a Shakespeare, in questo caso impersonata dall'indovino a cui tutti chiedono di svelare loro il futuro (e che più avanti metterà in guardia Antonio riguardo il suo rapporto con Ottaviano).
Nel Secondo Atto Antonio, da poco vedovo e con l'amante in Egitto, decide su due piedi, senza rifletterci nemmeno un momento, di sposare Ottavia (sorella di Ottaviano) per rafforzare il legame del triunvirato. Ormai Shakespeare ci ha insegnato che per il bene della politica, si contrae matrimonio come se si mangiassero noccioline. Antonio promette di essere fedele alla nuova moglie, per poi rimangiarsi subito la parola appena lei esce dalla stanza, e tornarsene tra le braccia della sua Cleopatra. Quest'ultima, quando viene a sapere del matrimonio, va su tutte le furie. Ridotta a uno stereotipo di donna insoddisfatta e svogliata, abituata ad avere tutto ciò che vuole si comporta come una bambina viziata. E giustamente se la prende con il primo che passa (in questo caso con il messaggero che le porta la notizia) e non con il diretto interessato. Soprattutto in questo caso Shakespeare sembra ignorare totalmente il detto "ambasciator non porta pena".
Arrivati al Terzo Atto (il più lungo dei cinque, con molti cambi di scena) tutto comincia a prendere forma, inizia la tragedia e montano risentimenti e tradimenti. Ottaviano, dopo essersi accordato con Pompeo ed essersi legato di più con Antonio, cambia idea e prepara una nuova guerra. Intanto Cleopatra, che sta cuocendo nel suo brodo di gelosia, cerca informazioni sulla nuova moglie di Antonio e si prepara ad agire di conseguenza. In tutto questo marasma di tradimenti e ripicche, l'unico che ne fa le spese (e se la prende beatamente in quel posto) è il più onesto e fedele di tutti, cioè Lepido.
Momento importante ed epico è quello durante la battaglia tra Ottaviano e Antonio, in cui quest'ultimo sta oggettivamente avendo la peggio, e Cleopatra con le sue sessanta navi gira i tacchi e se ne torna a casa sua. Antonio la segue da innamorato, condannando così definitivamente il suo esercito. Una volta nella reggia di lei, la cosa si risolve pressapoco con Antonio che le dice: "Dammi un bacino e facciamo la pace." Esilarante!!
Altre piccole scaramucce tra innamorati, ma che si risolvono velocemente; è un amore complicato, difficile e che crea molte sofferenze, come quasi tutti gli amori passionali e travolgenti.
Nel Quarto Atto si svolge la battaglia più grande e impegnativa tra Ottaviano e Antonio. Inizialmente svoltasi a terra, si sposta astutamente in mare dove Ottaviano è più forte. Anche questa volta Antonio ha la peggio, sempre a causa del tradimento di Cleopatra.
Elobardo, dopo aver lasciato Antonio ed essersi schierato al fianco di Ottaviano, riceve da Antonio tutto il denaro che gli spetta. Questo gesto magnanimo provoca una forte umiliazione in Elobardo, che si pente di ciò che ha fatto e si suicida (in una scena abbastanza comica).
Il tira e molla tra i due innamorati continua senza tregua. Cleopatra manda un servo a dire ad Antonio che si è tolta la vita (ma è una bugia). Lui dalla disperazione vorrebbe uccidersi, ma essendo codardo chiede a Eros di compiere il gesto al posto suo. Questi, troppo leale al suo comandante, non riesce a farlo e si suicida. A questo punto ad Antonio non resta che provarci da solo e così "si lascia cadere sulla spada". Non muore subito e riesce a raggiungere Cleopatra, per poi morire tra le sue braccia.
Ormai tutto volge al termine e nel Quinto Atto c'è lo scontro finale tra Ottaviano e Cleopatra. Lei finalmente si dimostra per la donna che è: regina d'Egitto, forte, potente, indipendente, che non scende a compromessi; infatti preferisce uccidersi piuttosto che sottomettersi al volere di Ottaviano ed essere "umiliata" di fronte a tutti a Roma (ma forse un po' lo fa anche per amore di Antonio).
Si tratta di un'opera particolare, oltre che per il numero incredibilmente alto di scene diverse, è costantemente in bilico tra tragico e comico, alcune parti (ma anche alcuni personaggi) sono talmente buffe da non sembrare per nessun motivo tragiche.
Indubbiamente al primo impatto mi ha fatto sorridere e poi anche molte scene successive sono risultate molto comiche. Ma ho provato una piccolissima vena di fastidio per come è stata ritratta Cleopatra. Una donna bellissima, forte, potente, dalle innumerevoli possibilità e a capo di uno degli imperi più potenti del mondo antico...ridotta allo squallido stereotipo di donna troppo lussuriosa che irretisce gli uomini (tutte marionette 'sti uomini) e poi impazzisce per amore e gelosia.
Forse la figura di Cleopatra, come donna, si salva un po' verso il finale, in cui Shakespeare ci lascia il dubbio che non si sia suicidata per amore (altrimenti l'avrebbe fatto subito, senza ingannare Antonio), ma che il suo gesto sia stato guidato più che altro dall'orgoglio, per evitare che Ottaviano la portasse in trionfo.
Lo so che le opere di Shakespeare non sono femministe sotto diversi aspetti, ed è più che normale dato il periodo in cui sono state scritte (quindi non è mia intenzione discutere di questo argomento qui), ma mi ha fatto piacere notare che in questa tragedia ci sono molte più donne rispetto alle altre, grazie a Cleopatra e a tutto il suo seguito al femminile, e che esse recitano anche molte battute significative e importanti.
Sicuramente non una delle migliori opere shakespeariane, ma mi è piaciuta perché, dopo aver letto le altre tragedie, era arrivato il momento di qualcosa di più leggero e divertente.
Indubbiamente al primo impatto mi ha fatto sorridere e poi anche molte scene successive sono risultate molto comiche. Ma ho provato una piccolissima vena di fastidio per come è stata ritratta Cleopatra. Una donna bellissima, forte, potente, dalle innumerevoli possibilità e a capo di uno degli imperi più potenti del mondo antico...ridotta allo squallido stereotipo di donna troppo lussuriosa che irretisce gli uomini (tutte marionette 'sti uomini) e poi impazzisce per amore e gelosia.
Forse la figura di Cleopatra, come donna, si salva un po' verso il finale, in cui Shakespeare ci lascia il dubbio che non si sia suicidata per amore (altrimenti l'avrebbe fatto subito, senza ingannare Antonio), ma che il suo gesto sia stato guidato più che altro dall'orgoglio, per evitare che Ottaviano la portasse in trionfo.
Lo so che le opere di Shakespeare non sono femministe sotto diversi aspetti, ed è più che normale dato il periodo in cui sono state scritte (quindi non è mia intenzione discutere di questo argomento qui), ma mi ha fatto piacere notare che in questa tragedia ci sono molte più donne rispetto alle altre, grazie a Cleopatra e a tutto il suo seguito al femminile, e che esse recitano anche molte battute significative e importanti.
Sicuramente non una delle migliori opere shakespeariane, ma mi è piaciuta perché, dopo aver letto le altre tragedie, era arrivato il momento di qualcosa di più leggero e divertente.