Questa volta abbiamo fatto le cose per bene nel GDL scrachmade: abbiamo cominciato con le votazioni per decidere l'autore... ha vinto Don DeLillo... e poi abbiamo fatto il sondaggio per decidere quale libro. Alla fine la decisione è caduta su "Rumore bianco" che ci accompagnerà per tre settimane.
1° TAPPA: dal cap 1 al cap 20 (prima parte)
2° TAPPA: tutto il cap 21 (seconda parte)
3° TAPPA: dal cap 22 al cap 40 (terza parte) + settimana di bonus se necessario
Jack Gladney è professore di studi hitleriani presso un campus dove i detriti della cultura popolare americana sono diventati la nuova bibbia e il supermarket la sua biblioteca. Come dice Murray J. Siskind, collega di Jack e profeta dell'apocalisse postmoderna, il supermercato è un luogo saturo di onde, radiazioni, lettere e numeri, voci e suoni in attesa di essere decodificati.
Ma la vita rassicurante e consumistica di Jack e della sua famiglia ultramoderna viene improvvisamente inghiottita da una nube letale, l'evento tossico aereo, espressione concreta della miriade di altri eventi tossici onnipresenti tra le mura domestiche: trasmissioni radio, sirene, microonde, la voce incessante della TV.
La paura della morte che accomuna Jack e la quarta moglie Babette diviene così una forza prorompente, un raggio di luce nera in grado di perforare il muro del "rumore bianco" che avvolge questo libro.
1° TAPPA: siamo a metà settimana e Simona (di Letture sconclusionate) apre la prima discussione:
"Da pagina 80 comincerò ad odiarlo questo libro [...] Odio i dialoghi che galleggiano e devi capire chi parla..."
Concordo immediatamente, nemmeno io li sopporto. Si uniscono a noi anche Paola e Justin (di peek a book) con critiche altrettanto valide: si fa fatica a stare dietro agli argomenti dei dialoghi e ci sono troppi figli in questa storia!!!
Le descrizioni di DeLillo quasi eccessive e, diciamolo, poco comprensibili ci spiazzano. Ora ci sentiamo meno sole in questa avventura, ma la nostra coalizione (e le nostre lamentele) hanno quasi scoraggiato Sonia dal prendere in mano il libro e iniziare. Tranquilla Sonia, come dice Paola:
"Le nostre sono critiche costruttive. Il problema è che DeLillo affronta mille tematiche in poche righe, come fanno sempre gli americani."
Ma le frasi complicate e i termini poco appropriati al contesto continuano a irritare Simona.
Intanto, qualcuno del GDL non ha ancora cominciato a leggere "rumore bianco", quindi ci sigilliamo la bocca e continuiamo la lettura.
2° TAPPA: a metà della seconda settimana l'hanno cominciato quasi tutti. I giudizi generali sono:
"mah"... "boh"...
DeLillo ci sta confondendo più del previsto, non siamo convinte.
A Klàra (di Versami un'altra slivovice) piace questo romanzo e non è da sola, le fa buona compagnia Justin che, spiazzando tutti, annuncia che l'ha già finito.
Io sono felice perché finalmente, dopo una lunga introduzione sulla vita di Jack, comincia a succedere qualcosa, la storia sembra decollare, e soprattutto ho trovato una certa vena ironica che non mi dispiace per niente.
Pochi commenti questa settimana, quindi ci concentriamo e riprendiamo la lettura per affrontare l'ultima e decisiva tappa.
3° TAPPA: la settimana si apre con l'epifania di Paola riguardo al titolo e ci comunica che diventa più interessante dopo il 26° capitolo. Ma il giorno dopo, torna sui suoi passi e ammette di essersi sbagliata.
Siamo tutte concentrate sullo sprint finale, il morale è un po' basso, ma restiamo stoiche infondo la settimana è appena cominciata.
Si prospettano alcune recensioni negative...
Durante la settimana non resisto e pubblico un paio di commenti acidi su "Rumore bianco"... non so cosa mi sia preso, ma questo libro risveglia quella piccola zitella acida che dorme dentro di me.
Non è un brutto libro, ma ci sono molti alti e bassi e nei capitoli meno interessanti la mia mente comincia a vagare. Forse DeLillo è troppo per me.
Per fortuna mi sento spalleggiata da Simona e Paola, che hanno già finito il libro, e questo mi da la forza di arrivare alla fine e terminarlo (ostacolata da un po' di influenza).
Abbiamo finito tutte e ora? Come gestiamo la discussione?
Ormai sapete che non siamo un GDL convenzionale (che gusto ci sarebbe??) e che cambiamo continuamente, quindi questa volta la "Suprema Direttrice" del GDL Maria (Scratchbook) propone una discussione in video-chiamata di gruppo su Skype. Siamo in sette: Maria (la moderatrice del gruppo), Io, Simona, Paola, Carol, Valentina (Justin) e Klàra.
VIDEO-CHIAMATA SU SKYPE: A chi è piaciuto, a chi meno, a chi così così.
Si concorda che il capitolo migliore è il numero 26 (probabilmente perché è il momento che tutte aspettavamo, cioè la confessione di Babette, in tutta la sua "vastità").
Si ha quasi tutte l'impressione che DeLillo butti all'interno del libro molti argomenti, tutti interessanti, ma che si limiti solo a parlarne velocemente e in modo superficiale, invece di approfondirli con calma (compresi i concetti di paura e morte, fondamentali in tutto il romanzo). Non ha centrato appieno il bersaglio.
Devo ammettere che Klàra mi ha illuminata con le sue riflessioni, mi ha fatto riflettere e valutare tutto da un altro punto di vista. Lei ci spiega, avendo vissuto la cultura statunitense più di noi, come DeLillo e il suo "Rumore bianco" siano tipicamente americani. (Da un suo commento su Facebook che sintetizza un po' il suo pensiero):
"Jack è l'americano medio, a me piace molto il rapporto che ha con i figli: dialoghi fantastici, che pongono i ragazzi e il genitore sullo stesso piano. Accetta un ruolo e si adegua perché così gli viene data un'importanza che lui proprio non sente (gliela dà la toga: ma col pullover turchese anche Murray quasi non lo riconosce). Quanto al rapporto con la moglie, a me non piace per nulla! E' una persona mediamente fragile, probabilmente depressa, vacua al punto giusto (tuta da ginnastica, lezioni di postura). [...] DeLillo mi pare ci racconti una situazione media, che io ritrovo in tantissimi film [...]. E questa situazione io l'ho ritrovata nella realtà: il supermercato come tempio, luogo di vita e di morte (in almeno due punti questa morte che aleggia per tutta la seconda parte del romanzo si trova anche annidata dentro al supermercato...persino alle casse."
"DeLillo è molto cinematografico, ci vedrei bene un film diretto da Tarantino"
"Gli americani sono proprio così!!!"
Attraverso i suoi occhi ora anch'io riesco a vedere tutta questa "americanicità" del romanzo, che mi era sfuggita e che adesso comprendo, ma probabilmente solo in parte e non del tutto, perché continuo a credere che in realtà questo libro non mi sia piaciuto più di tanto.
Due cose sono sicure: non abbiamo mai commentato così tanto come con questo romanzo ed è la prima volta che non siamo tutti concordi sul giudizio finale.