Continuiamo con la trilogia di Divergent di Veronica Roth parlando del secondo capitolo, Insurgent. Vi anticipo che non è il mio preferito, anzi. Se già il primo non mi aveva convinto fino in fondo, questo ha diminuito molto il mio interesse per tutta la storia. In più credo che non sarà una recensione priva di spoiler, qualcosa mi scapperà sicuramente, quindi fermatevi qui se non volete rischiare.
Ma andiamo con ordine e ripartiamo da dove avevamo lasciato Tris e i suoi compagni.
Dopo aver interferito con i piani di Jeanine Matthews e aver bloccato la simulazione che costringeva gli Intrepidi ad uccidere gli Abneganti; Tris e Tobias/Quatto, insieme a Caleb Marcus e Peter, si rifugiano dai Pacifici, fuori le mura della città.
Quando arriva una delegazione di Intrepidi ed Eruditi per catturarli, i protagonisti riescono a scappare, per nascondersi presso gli Esclusi. Qui Tobias farà una sconvolgente scoperta: la leader degli Esclusi è sua madre, Evelyn, che lui credeva morta.
Dopo essere stati arrestati, processati e in seguito liberati dai Candidi, Tris e Tobias collaborano con gli altri Intrepidi per fare un attentato agli Eruditi; trasferendosi tutti di nuovo nel quartier generale degli Intrepidi, non avendo più bisogno della protezione dei Candidi.
E' qui che Tris, insieme a Christina e altri Eruditi, e all'insaputa di Tobias, decide di aiutare Marcus a entrare nel quartier generale degli Eruditi per cercare un video molto importante per tutta la società, che forse potrebbe spiegare la smania di potere di Jeanine. Ma non sarà semplice trovarlo, perché nessuno sa della sua esistenza e la leader degli Eruditi è disposta a proteggerlo a costo della sua vita.
Oltre ad alcune scelte di parole accostate in modo discutibile, come ad esempio quando descrive l'odore di Tobias, in questo libro non succede praticamente nulla. Come in Divergent, l'evento clou è alla fine, negli ultimi capitoli, ma almeno nel primo libro c'era tutta la sua evoluzione e l'addestramento per diventare un'Intrepida. Qui non fanno altro che farsi un sacco di pippe mentali, prendere decisioni stupide e dire quanto è figo Tobias/Quattro. Che, credetemi, mi piace Tobias (soprattutto l'attore che lo interpreta nel film), sono del movimento "più Tobias per tutti!!", ma qui, quelle poche volte che compare, è una specie di oggetto sessuale per Tris. Che poi, questo tira e molla tra i due è snervante: se non vuoi dargliela, smettila di saltargli addosso ogni tre per due come un polipo in calore e poi allontanarti piagnucolando!!
In più, finalmente entrano in scena gli Esclusi e, come ci ha già abituati, la Roth non si dilunga per niente nelle descrizioni. Nemmeno un minimo di accenno alla loro organizzazione sociale e politica, oppure a cosa fanno, pensano o dove vivono. L'unica cosa in cui si perde è lo svilente rapporto tra Tris e Evelyn (madre di Tobias) in cui nessuna delle due ne esce bene, perché sembrano sterili litigate tra nuora altezzosa e suocera stronza, per decidere chi è più importante nella vita di Tobias.
Alla fine sembra un gran minestrone, succede tutto frettolosamente, ma anche in modo piatto e poco avvincente. Secondo me, è stato gestito meglio nel film, infatti, mentre leggevo credevo di aver visto il film sbagliato, perché le differenze sono molto evidenti. In quest'ultimo sono riusciti a sfoltire il romanzo di tante cose inutili, pur mantenendo intatta la trama e il significato della storia, e tutto appare più scorrevole e incisivo.
Resta comunque una storia interessante, ma non è stata sviluppata appieno ancora una volta. L'autrice avrebbe potuto approfondire alcuni argomenti cruciali, dare qualche nozione in più, spiegare cosa sono 'sti benedetti Divergenti!!
Invece di far girare i pollici ai protagonisti per gran parte del romanzo, poteva far in modo che Tris si informasse e scoprisse di più sui Divergenti e tutta la società delle fazioni, farla studiare e far uscire di più il suo lato Erudita, che invece si limita solo a farla essere un po' più logica rispetto a tutti gli altri.
Della trilogia, Insurgent è quello che mi ha colpito e piaciuto di meno, e per questo mi è rimasto anche meno impresso. Ma il messaggio che traspare da queste pagine è sempre importante e potente: la lotta contro il potere di pochi sui molti; l'importanza di opporsi al totalitarismo, in qualsiasi forma si manifesti; di credere in se stessi e nelle proprie convinzioni, se si è dalla parte del giusto.
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