Mi ritrovo a parlarvi di un libro evidentemente diverso dal solito: non un romanzo, non una lettura principalmente di svago; ma un saggio accademico, pubblicato la prima volta nel 1973, che porta alla luce un'interessante teoria sull'influenza della cultura che ci circonda, che determina il nostro modo di essere e di concepire la sfera femminile e quella maschile. Una teoria che ha preso sempre più piede negli studi psicologici e che oggi ha forti basi scientifiche, riconosciuta in tutto il mondo e fondamentale per i gender studies.
La tradizionale differenza di carattere tra maschio e femmina non è dovuta a fattori innati, bensì ai condizionamenti culturali che l'individuo subisce nel corso del suo sviluppo.
Questa la tesi appoggiata da Elena Gianini Belotti e confermata dalla sua lunga esperienza educativa con genitori e bambini in età prescolare.
Ma perché solo "dalla parte delle bambine"? Perché questa situazione è tutta a sfavore del sesso femminile. La cultura alla quale apparteniamo - come ogni altra cultura - si serve di tutti i mezzi a sua disposizione per ottenere dagli individui dei due sessi il comportamento più adeguato ai valori che le preme conservare e trasmettere: fra questi anche il mito della "naturale" superiorità maschile contrapposta alla "naturale" inferiorità femminile.
In realtà non esistono qualità "maschili" e qualità "femminili" ma solo qualità umane. L'operazione di compiere dunque "non è di formare le bambine a immagine e somiglianza dei maschi, ma di restituire a ogni individuo che nasce la possibilità di svilupparsi nel modo che gli è più congeniale, indipendentemente dal sesso cui appartiene.
A dire la verità non c'è molto di più da aggiungere su questo libro dopo questa spiegazione. Tutto ciò di cui tratta Dalla parte delle bambine è racchiuso in questa semplice, concisa e di immediata comprensione sinossi. Questo è ciò che Elena Gianini Belotti ha studiato e osservato per diversi anni, arrivando a queste conclusioni: il condizionamento culturale al quale ognuno di noi è sottoposto fin dalla più tenera età, fin dalla nascita, influisce il nostro modo di concepire, e di essere, maschi o femmine. L'influenza che tutti noi riceviamo da chi ci sta intorno a partire dalla famiglia, dalle insegnanti della scuola materna ed elementare, per arrivare ad amici e conoscenti, determina il nostro essere uomini o donne e ciò che secondo noi "deve essere" e "deve fare" uno o l'altro sesso.
Purtroppo, ancora oggi, la nostra cultura è principalmente patriarcale in diversi e svariati aspetti e questo ci porta ad avere delle idee distorte e piene di pregiudizi su ciò che deve essere una bambina (ma anche un bambino), sottolineando una certa sottomissione e inferiorità delle donne rispetto agli uomini.
Sicuramente figlio del suo tempo, pubblicato negli anni Settanta, ha al suo interno alcuni stereotipi che all'epoca erano ancora molto presenti, ma che oggi fortunatamente ci siamo lasciati alle spalle. Alcune cose descritte nel saggio sono superate o almeno non sono così marcate come all'epoca, ma molte altre invece sopravvivono ancora oggi e condizionano il nostro modo di essere e agire nella società.
Elena Gianini Belotti ci spiega subito, nelle premesse del saggio, quale sia il fine di questa analisi rivolta alle donne:
Questa la tesi appoggiata da Elena Gianini Belotti e confermata dalla sua lunga esperienza educativa con genitori e bambini in età prescolare.
Ma perché solo "dalla parte delle bambine"? Perché questa situazione è tutta a sfavore del sesso femminile. La cultura alla quale apparteniamo - come ogni altra cultura - si serve di tutti i mezzi a sua disposizione per ottenere dagli individui dei due sessi il comportamento più adeguato ai valori che le preme conservare e trasmettere: fra questi anche il mito della "naturale" superiorità maschile contrapposta alla "naturale" inferiorità femminile.
In realtà non esistono qualità "maschili" e qualità "femminili" ma solo qualità umane. L'operazione di compiere dunque "non è di formare le bambine a immagine e somiglianza dei maschi, ma di restituire a ogni individuo che nasce la possibilità di svilupparsi nel modo che gli è più congeniale, indipendentemente dal sesso cui appartiene.
A dire la verità non c'è molto di più da aggiungere su questo libro dopo questa spiegazione. Tutto ciò di cui tratta Dalla parte delle bambine è racchiuso in questa semplice, concisa e di immediata comprensione sinossi. Questo è ciò che Elena Gianini Belotti ha studiato e osservato per diversi anni, arrivando a queste conclusioni: il condizionamento culturale al quale ognuno di noi è sottoposto fin dalla più tenera età, fin dalla nascita, influisce il nostro modo di concepire, e di essere, maschi o femmine. L'influenza che tutti noi riceviamo da chi ci sta intorno a partire dalla famiglia, dalle insegnanti della scuola materna ed elementare, per arrivare ad amici e conoscenti, determina il nostro essere uomini o donne e ciò che secondo noi "deve essere" e "deve fare" uno o l'altro sesso.
Purtroppo, ancora oggi, la nostra cultura è principalmente patriarcale in diversi e svariati aspetti e questo ci porta ad avere delle idee distorte e piene di pregiudizi su ciò che deve essere una bambina (ma anche un bambino), sottolineando una certa sottomissione e inferiorità delle donne rispetto agli uomini.
Sicuramente figlio del suo tempo, pubblicato negli anni Settanta, ha al suo interno alcuni stereotipi che all'epoca erano ancora molto presenti, ma che oggi fortunatamente ci siamo lasciati alle spalle. Alcune cose descritte nel saggio sono superate o almeno non sono così marcate come all'epoca, ma molte altre invece sopravvivono ancora oggi e condizionano il nostro modo di essere e agire nella società.
Elena Gianini Belotti ci spiega subito, nelle premesse del saggio, quale sia il fine di questa analisi rivolta alle donne:
"Le critica alle donne contenuta in quest'analisi non vuole essere un atto d'accusa, ma una spinta a prendere coscienza dei condizionamenti subiti e a non trasmetterli a loro volta, e contemporaneamente a rendersi conto che possono modificarli."Il libro è composto da quattro capitoli che analizzano nel dettaglio, e attraverso svariati esempi osservati direttamente sul campo dall'autrice, le quattro fasi in cui questi condizionamenti sono più forti e incisivi nello sviluppo del bambino e della bambina:
- L'attesa del figlio. Come in questo periodo di attesa si cominci già a fare una certa distinzione tra maschi e femmine con la scelta dell'arredamento per la cameretta o la scelta dei vestitini, come ad esempio l'assoluta esclusione del colore rose per i bambini, considerato un colore solo ed esclusivamente per bambine.
- La prima infanzia. Come i bambini imparino molto presto la distinzione tra maschi e femmine e attraverso l'imitazione cerchino di identificarsi al loro genere di appartenenza; affrontando anche la così detta invidia del pene da parte delle bambine.
- Il gioco, i giocattoli e la letteratura infantile. Di come ci siano giocattoli "giusti" e "sbagliati" per i vari sessi (ad esempio macchinine per i maschi e bambole per le femmine e non viceversa); per non parlare dei vari tipi di giochi, come quelli di movimento e più attivi che sono più accettati per i bambini di quanto non lo sia per le bambine, che invece dovrebbero preferire giochi più tranquilli e statici. E la letteratura infantile, in cui si evidenzia una maggiore presenza di protagonisti maschili rispetto a quelli femminili.
- Le istituzioni scolastiche: la scuola infantile, elementare e media. Evidenziando come anche nelle scuole infantili dove ci si propone in primo luogo di rispettare l'individualità di ogni bambino si finisca per riproporre, a volte senza rendersene conto, i consueti modelli di maschio attivo e direttivo e di femmina passiva e subordinata.
Il fatto che sia un libro principalmente accademico non lo rende noioso e di difficile comprensione. L'autrice l'ha concepito perché fosse alla portata di tutti e fruibile a un vasto pubblico, compresi quelli che non hanno fatto studi riguardanti questo settore. Grazie all'innumerevole quantità di esempi e avvenimenti reali, osservati direttamente dalla Belotti, la lettura è scorrevole e interessante. Da questa lettura piacevole si può naturalmente prendere spunto per diverse riflessioni, ma anche osservare più da vicino e con maggiore consapevolezza quei condizionamenti che ci capita di subire o esprimere durante la nostra quotidianità; in modo da prenderne atto e poterli modificare come suggerito dall'autrice stessa.
Come già spiegato all'inizio, non è un comportamento che si attua solo con le bambine, ma anche i maschi sono sottoposti a condizionamenti, pressioni e influenze che li portano ad attuare un determinato modo di essere considerato idoneo al loro sesso. Non permettendo nemmeno a loro di essere e fare ciò che veramente vogliono.
Vi lascio con una riflessione sulla parità e l'uguaglianza tra i sessi, che Elena Gianini Belotti fa proprio all'inizio del libro, ma che io preferisco metterla qui, alla fine della mia recensione, per spingervi a riflettere e spero che queste parole risuonino dentro di voi come hanno fatto dentro di me:
"Non può esistere un colloquio autentico tra persone che stiano tra loro in posizione da dominante a dominato, occorre che si sentano pari. Così anche l'uomo, per ascoltare quello che la donna ha da dire su se stessa, deve sentirla uguale a sé. Ma se l'uomo avesse voglia di ascoltare quello che le donne hanno da dire su se stesse, gran parte dei problemi tra i sessi sarebbe già risolta, cosa che è ben lontana dall'essere vera."
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