giovedì 30 maggio 2013

LADY SUSAN di Jane Austen

Non mi è mai piaciuta l'idea che ci siano dei "libri della mutua", quei libri che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita. Il sottotitolo di questo blog è "leggi secondo il tuo capriccio" e sono convinta che tutti dovrebbero leggere quello che preferiscono, senza dare troppo credito a quelle liste dove vengono elencati i libri che dovresti leggere assolutamente prima di morire.
Tutto questo preambolo per dire, invece, che TUTTI nel mondo, almeno una volta nella vita, dovrebbero leggere i romanzi di Jane Austen!!!!
Lo so, mi contraddico, ma per la Austen questo ed altro.

Breve e frizzante romanzo epistolare, la cui protagonista, Lady Susan, è una donna energica, intelligente e senza scrupoli, che si diverte a giocare con i sentimenti degli uomini. Impegnata a realizzare un matrimonio di convenienza per sua figlia, anche se quest'ultima non ha nessuna intenzione di sposarsi. I pettegolezzi, le cattiverie e le ferree regole e convenzioni dell'universo piccolo-borghese non riusciranno a scoraggiarla e in un modo o nell'altro riuscirà a ottenere ciò che vuole.
Ho letto tutti i romanzi della Austen, i miei preferiti sono "Persuasione" e "Orgoglio e pregiudizio", adoro il suo modo di scrivere, impregnato di allegria e spontaneità, e le sue storie, scritte più di duecento anni fa, sono ancora attuali e divertenti da leggere. Quindi è stato bello ritrovarsi di nuovo, grazie a questo libro, nelle affollate città di provincia dell'Inghilterra di fine '700 e ascoltare le chiacchiere nei salotti della piccola-borghesia. Questa piccola opera (sono poco più 100 pagine e si leggono tutte d'un fiato), grazie ai particolari, come l'ironia e la sagacia, che caratterizzano lo stile dell'autrice, ti fa immergere immediatamente nel meraviglioso mondo di Zia Austen.
 
Oltre alle cose che accomunano tutti i romanzi austeniani, qui ci sono alcune differenze secondo me significative. Prima fra tutte: questo è un breve romanzo epistolare. Jane Austen inserisce sempre delle lettere nelle sue storie, soprattutto perché rispecchiano il modo in cui comunicavano all'epoca, l'unico mezzo era la corrispondenza; ma questo libro è una raccolta di sole lettere, non ci sono descrizioni né dialoghi, ed è il primo e unico romanzo che l'autrice ha strutturato così.
Seconda differenza è la protagonista. Mentre nelle altre storie si parla di giovani ragazze in età da marito che vengono guidate (spinte) verso il matrimonio dalle loro madri, o chi per esse; qui la storia si capovolge e per la prima volta vediamo il punto di vista di una madre, intravedendo appena tra le pagine la figlia adolescente.
 
Inoltre, la Austen ci ha abituati a personaggi buoni, di sani principi, con cui si può empatizzare; ma qui cambia le carte in tavola e ci presenta una protagonista odiosa: Lady Susan è sicuramente intelligente e audace come poche, ma è anche sfrontata, falsa e fastidiosamente civettuola. Fin dalle prime pagine è impossibile per il lettore simpatizzare per lei e sperare che i suoi piani si realizzino. Per questi motivi, a prima vista, non sembra nemmeno scritto dalla Austen; ma poi l'ironia della storia ti travolge, ritrovandoti ad apprezzare un bel romanzo scritto da una delle più grandi scrittrici inglesi di tutti i tempi.
 
È la corrispondenza, composta da 41 lettere, tra Lady Susan e Mrs Johnson (sua migliore amica) e tra Mrs Vernon (cognata della protagonista) e la madre Lady De Courcy, con qualche lettera di risposta delle due donne e la piccola intromissione di Mr De Courcy.
Nonostante in questo romanzo a più voci si abbia solo il personale punto di vista di quattro/cinque persone, ognuno con il suo modo di interpretare le cose che succedono, tutto è chiaro e scorre bene, senza confusione o intoppi. Si ha la sensazione di conoscere  molto bene le ambientazioni e tutti i personaggi, anche quelli che vengono solo nominati nelle lettere.
 
Ora vi lascio con una citazione da "Il club di Jane Austen", simpatico film in cui si legge e si parla molto della Austen. È  una frase che a me piace molto e che racchiude in se una piccola verità per tutte noi amanti delle eroine austeniane e si adatta bene a questo libro.
"Non va mai sottovalutato il potenziale di una lettera ben scritta." (cit. Bernadette)

 
VOTO: 8/10

martedì 21 maggio 2013

ANNA DAI CAPELLI ROSSI di Lucy Maud Montgomery

Non ero una grande lettrice di classici per ragazzi quando ero piccola, a dire la verità non ne ho letti molti perché ero fagocitata dalla collana di libri "Piccoli Brividi", che adoravo e divoravo continuamente. Così ho perso, lungo la strada, numerose pietre miliari per giovani lettori.
Ora sto cercando di recuperare il tempo perduto infilando questo genere di letture tra gli altri, numerosi, libri che voglio leggere (classici e non).
Marilla e Matthew sono due fratelli che vivono nella fattoria di Green Gables, in un piccolo paese del Canada chiamato Avonlea. Essendo anziani decidono di adottare un ragazzo orfano che dia una mano a Matthew nei campi. A causa di un malinteso, al posto del ragazzo, arriverà Anna Shirley, una ragazzina di tredici anni vivace ed esuberante. Matthew verrà subito conquistato da questa bambina con i capelli rossi, il viso punteggiato di lentiggini, la testa piena di sogni e una fantasia travolgente; mentre Marilla, severa, inflessibile e indurita dagli anni, farà fatica a lasciarsi andare e accettare Anna per quello che è. Mentre Anna cresce e la sua vita cambia, portandole quella stabilità che non ha mai avuto da bambina, ma che ha sempre cercato; anche le vite delle persone che la circondano cambieranno radicalmente, illuminate da questa ragazzina un po' strana, ma con un cuore d'oro.

Tutti conosceranno sicuramente il cartone animato degli anni Ottanta, tratto da questo romanzo.
Ecco, io no!! Sebbene conosca in parte la sigla, non ho mai guardato il cartone; e vi assicuro che detto da me è strano. Chi mi conosce sa che sono cresciuta a "pane e cartoni animati", non me ne perdevo uno e conoscevo (anzi, conosco ancora) tutte le sigle a memoria. Ma "Anna dai capelli rossi" non la sopportavo...mi irritava già sentire la sigla e non sono mai riuscita a guardare un episodio intero.
Gli anni passano e le persone cambiano (in teorie) e, visto che una mia cara amica mi ha prestato il libro, ho deciso di buttare dalla finestra tutti i miei pregiudizi e avventurarmi tra le pagine di questo romanzo.

I romanzi dell'Ottocento brulicavano di orfanelli in lacrime, rinchiusi i collegi con camerate strabordanti di bambini, feroci direttrici e sadici mariti delle direttrici, cuoche brutali che servivano piatti disgustosi e mucchi di abiti orrendi e ruvidi.
Nel Novecento, la critica pensò che Lucy Maud Montgomery avesse sbagliato a scegliere ancora questo argomento per il suo romanzo. Erano sicuri che "Anna dai capelli rossi", riproponendo un personaggio ricavato da una genealogia così tortuosa, abbondante e conosciutissima, potesse risultare solo noioso, ripetitivo, stucchevole e inutile.
Naturalmente si sbagliarono. Anna ebbe milioni di lettori e questo portò la Montgomery a scrivere altri romanzi che raccontavano le avventure della ragazzina lentigginosa dai capelli rossi.

Uno dei lati positivi è il modo di scrivere dell'autrice, soprattutto le descrizioni dei panorami sono accurate e quasi poetiche. Il paesaggio che si modifica nelle diverse stagioni è descritto in modo che si abbia un'immagine nitida nella testa e al lettore sembra quasi di trovarsi tra quei prati fioriti, o a camminare lungo la strada ghiacciata dall'inverno, che Anna percorre per andare a scuola.
Purtroppo ho sofferto di un'iniziale antipatia per Anna. L'ho trovata logorroica, stucchevole e fastidiosa; perennemente impegnata a trovare il lato positivo in tutto quello che vede e che le succede. Nonostante la brutta infanzia e i continui ostacoli che trova lungo la sua strada (tra cui, essere trattata diversamente perché ha i capelli rossi), sembra sempre guardare il modo attraverso un paio di occhiali dalle lenti rosa, che a lungo andare la rende insopportabile.

Il personaggio di Marilla all'inizio è un po' negativo. Sempre impegnata a cambiare il modo di essere di Anna e a evitare di darle soddisfazioni quando si comporta bene, per evitare che si monti la testa. Insomma, le rende un po' la vita difficile e appare estremamante anaffettiva nei confronti di tutti, ma soprattutto verso la ragazzina.
Negli anni gli sforzi di Marilla portano i loro frutti: Anna, da ragazzina sempre con la testa per aria, diventa più seria e riflessiva. E proprio in questo momento il romanzo ha una brusca accelerata. All'inizio un po' lento e noioso, da metà in poi inizia a raccontare velocemente gli anni di scuola di Anna e tutti i cambiamenti nella vita e nella personalità della ragazza; per arrivare in fretta e furia ad un evento tragico e significativo che cambierà le carte in tavola, modificando per sempre il suo futuro.

Sicuramente è un libro adatto a ragazzi dai dieci anni in poi. Anche se i tempi sono molto cambiati da quando è stato scritto, i giovani lettori potranno ritrovarsi in alcuni punti e, prendendo esempio da Anna, potrebbero imparare  a far volare più libera la loro fantasia.
Forse, il fatto che io abbia passato l'adolescenza da un po', non me l'ha fatto apprezzare come merita, ma resta un piacevole romanzo da leggere e se riuscite a guardarlo con occhi più ingenui e infantili dei miei vi piacerà  di più.

VOTO: 7/10

venerdì 3 maggio 2013

PERSEPOLIS di Marjane Satrapi

Cambio di programma. Stavo scrivendo il post su "Anna dai capelli rossi" quando mi sono ricordata che da circa quindici giorni volevo parlarvi di questo:
da sabato 20 aprile scorso, "Corriere della sera presenta", in collaborazione con Rizzoli Lizard, pubblica la collana "Graphic Journalism"- il fumetto che racconta la realtà.
Primo numero uscito "Persepolis" di Marjane Satrapi.

Marjane nasce in Iran nel 1969 e vive a Teheran fino all'età di quattordici anni. Durante quel periodo vede il paese trasformarsi: la monarchia diventa una repubblica teocratica, passando attraverso la rivoluzione islamica del 1979. Questa rivoluzione travolge i ritmi della sua vita e trasforma radicalmente il suo mondo: la scuola bilingue in cui studia viene chiusa; gli ideali progressisti e di moderato femminismo, che le hanno trasmesso i genitori, devono essere nascosti; i lunghi capelli neri sono coperti dal velo. A quattordici anni i genitori favoriscono il suo espatrio verso l'Europa per ragioni di studio, prima in Austria e poi in Francia, e da quel momento la situazione si ribalta: quella che era considerata una ragazza troppo libera in Iran si trova ora ad essere discriminata, in un nuovo territorio, per una distanza culturale che si rivela irriducibile nonostante i tentativi più strenui.
 
Il fumetto è un lungo racconto autobiografico dell'autrice. Non sono un'amante dei fumetti, ne ho letti veramente pochi, ma questo genere che racconta storie vere e complicate mi piace molto.
Nel 2007 quest'opera è diventata un film d'aniversario, acclamato da pubblico e critica, ed è così che sono venuta a conoscenza di questa bellissima storia intensamente personale e anche profondamente politica. Mi era piaciuto così tanto il film che, quando ho saputo che il "Corriere della sera"  pubblicava il fumetto completo, non ho voluto perderlo e l'ho letto tutto d'un fiato.
 
La storia di Marjane è intensa e coinvolgente, raccontata con ironia senza, però, farla diventare una caricatura della realtà; capace, come pochi, di raccontare una storia che arriva dritta al cuore, la vita di una bambina cresciuta tra i bombardamenti e strappata alle proprie radici da una guerra senza inizio né fine.
Personalmente non conoscevo molto le vicende politiche e culturali dell'Iran, ma leggendo questo fumetto ho colmato alcune delle mie lacune e mi ha permesso di vedere le cose con occhi diversi, cancellando alcuni pregiudizi e stereotipi che avevo su questo popolo.
 
L'inizio è raccontato in modo da rispecchiare la confusione che Marjane bambina prova di fronte ai cambiamenti del suo paese, così repentini e improvvisi. I genitori tentano di spiegarle cosa sta succedendo e si impegnano anche a mantenere i valori e gli insegnamenti che le hanno trasmesso, continuando a lottare per i loro ideali attraverso le manifestazioni durante la rivoluzione del 1979. Ma quando si accorgono che i loro sforzi, per far crescere una figlia libera di pensare con la propria testa, sono ostacolati, decidono di farla partire per l'Europa.
La nonna di Marjane è un personaggio importante e fondamentale, i suoi insegnamenti e consigli aiuteranno la ragazza a sopravvivere nei nuovi paesi dove andrà a vivere. Cercherà di integrarsi il più possibile, di adattarsi alla cultura europea (così diversa), ma senza perdere di vista i valori della sua famiglia e del suo popolo, al quale sarà sempre legata da un cordone ombelicale molto resistente.
 
Ora sto leggendo il secondo numero della collana: "Cronache da Gerusalemme" di Guy Delisle, e devo finirlo in fretta, perché domani esce il terzo, "Valzer con Bashir" di Ari Folman e David Polonsky e devo precipitarmi in edicola a comprarlo.
Non so ancora se farò le recensioni degli altri numeri della collana (principalmente perché non so se li prenderò tutti); ma intanto lascio qui, per gli interessati, la lista di tutte le uscite.
 
VOTO: 8,5/10