martedì 4 dicembre 2018

ISTRUZIONI PER DIVENTARE FASCISTI di Michela Murgia

Guardo la televisione, leggo notizie, esco, vado in giro, parlo con la gente e mi rendo conto della situazione che c'è in Italia in questo periodo: allarmismo per qualsiasi cosa, facile indignazione, paura un po' per tutto e un continuo incitamento all'odio, con alla base una generale scarsa capacità di ragionamento e spirito critico.
Il perché questo libro sia stato scritto, e perché debba essere letto, per me è molto ovvio e comprensibile, anche Michela Murgia vede la deriva che sta prendendo questo paese e ne vuole discutere; ma a quanto pare non è così per una parte di italiani, che hanno attaccato pesantemente l'autrice sui social, con offese irripetibili e accuse totalmente campate in aria, a mio parere (perché sono convinta che la maggior parte non abbia nemmeno letto il libro in questione).
Quindi, in questo post, mi voglio soffermare principalmente su questa cattiveria gratuita che ho riscontrato ad esempio in molti commenti su Twitter (perché è lì che ho seguito di più la vicenda).
Prima però vi riporto le parole di Murgia, all'interno di Istruzioni per diventare fascisti, per farvi capire come questo saggio parla del fascismo e del pensiero che vi ruota attorno:


"Essere democratici è una fatica immane. Significa fare i conti con la complessità, fornire al maggior numero di persone possibile gli strumenti per decodificare e interpretare il presente, garantire spazi e modalità di partecipazione a chiunque voglia servirsene per migliorare lo stare insieme.
Inoltre non a tutti interessa essere democratici.
A dire il vero, se guardiamo all'Italia di oggi, sembra che non interessi più a nessuno, tanto meno alla politica.
Allora perché continuiamo a perdere tempo con la democrazia quando possiamo prendere una scorciatoia più rapida e sicura? Il fascismo non è un sistema collaudato che garantisce una migliore gestione dello Stato, meno costosa, più veloce ed efficiente?



Tutto ha inizio sotto i tweet di Michela Murgia in cui, giustamente, pubblicizza e parla del suo libro. I commenti sotto sono allucinanti. Niente critiche, perché ammettiamolo: non sappiamo fare critiche, soprattutto costruttive; ma una quantità inimmaginabile di insulti e offese soprattutto sull'aspetto fisico. Una vera bassezza, ma naturalmente quando mancano gli argomenti e la capacità di discutere si va sempre a parare lì, così per zittire l'avversario. Viene addirittura accusata di attaccare tutti gli italiani (tutti??) e i valori su cui si basa la nostra Repubblica.
Accuse assurde, senza senso, buttate lì senza pensarci troppo su, un po' tutte uguali se devo essere sincera, nessuno che si distingua veramente dal coro di nefandezze e volgarità per originalità o fantasia.
Poi arriva la Casa Editrice Einaudi che con un tweet difende la sua autrice, definendo quello di Michela Murgia un pensiero LIBERO e COMPLESSO (complesso sicuramente visto che in molti non l'hanno proprio capito). Si scatena il finimondo nei commenti, gente indignata per la presa di posizione della CE che viene accusata di essere un parassita e di cavalcare l'onda del momento solo per vendere più copie e fare più soldi.

Tutta questa gente che ha sprecato momenti preziosi della loro vita commentando duramente su Twitter, invece di fare qualcosa di più costruttivo o utile per loro e l'umanità, ad esempio stare zitti e fissare un muro (che sarebbe stato sicuramente più utile), hanno perso l'occasione di fermarsi a riflettere su un argomento importante e attuale, che al momento occupa gran parte della nostra quotidianità. Potevano farsi delle domande costruttive, della serie: "Come mi sto comportando?", "Ma questi pensieri li condivido anch'io? E perché?", "Sto sbagliando in qualche modo?"...
E invece no. Perseverando con questo comportamento e con la bassezza delle offese ad autrice e Casa Editrice hanno dimostrato palesemente di non aver capito niente, di non aver colto la provocazione e di non riuscire proprio a riflettere seriamente e consapevolmente sul contenuto di questo libro.
Ma invece si sentono chiamati in causa, punti sul vivo, accusati (a loro dire) di essere dei fascisti che rimpiangono "gli anni d'oro" di Mussolini e quindi cosa fanno? Reagiscono con rabbia, sdegno e indignazione, perché a quanto pare: "Puoi dirmi quello che vuoi, puoi insultarmi, ma non puoi darmi del fascista!!!!111!!!!" aggiungendo ogni tre per due "E allora il PD????" (così perché ci sta sempre bene).
A questo punto è evidente che questa gente associ il fascismo a una cosa negativa, altrimenti non si offenderebbero quando vengono apostrofati con tale epiteto, ma allo stesso tempo condividono con questa ideologia gran parte delle idee, modi di pensare e di agire. Sinceramente faccio fatica a capire il ragionamento logico che sta alla base. È come se una persona che non mangia carne pesce e derivati, ma solo verdura e legumi, non volesse essere etichettata come vegana, arrabbiandosi come una biscia, e sostenendo con veemenza di essere un'onnivora come tutti, ma che non mangia prodotti animali.
Non so voi, ma a casa mia se cammina come un'oca, fa "qua" come un'oca... è un'oca!!

Gente che minaccia di boicottare Einaudi per sempre perché pubblica e appoggia pubblicamente Murgia, accusando la Casa Editrice di nefandezze (senza specificare quali), di volerci solo guadagnare (beh, obiettivamente sarebbe anche il suo lavoro), di essere dei traditori della patria (che è un'accusa che gira molto ultimamente, sembra vada di moda) e molto altro; arrivando a concludere dopo affermazioni sparate a casaccio che sono proprio loro a comportarsi peggio dei più tristi regimi dittatoriali, senza rendersi conto di star dicendo un vero e proprio paradosso. Perché in un regime questo libro non avrebbe mai visto la luce purtroppo e autrice e Casa Editrice sarebbero state messe a tacere, probabilmente dopo essere state insultate, "criticate" e denigrate.

Credo che Michela Murgia abbia colpito proprio nel segno con questo saggio, perché se ti senti colpito nel profondo, attaccato sul lato personale e offeso da questo libro... beh, questo dice molto di più su di te che sul libro stesso.
Io personalmente, leggendolo, non mi sono sentita chiamata in causa nemmeno una volta, quelle frasi non mi rappresentano non fanno parte di me, del mio parlato e modo di pensare, sono lontane da me e quindi non mi offendono; ma al contrario riconosco questi comportamenti e pensieri attorno a me, vedo persone ottuse che reagiscono sempre di pancia e mai di testa, che non riescono a ragionare su un concetto, che non hanno una vera opinione ma sputano solo insulti, che ogni volta pretendono di avere ragione, sentendosi in dovere di condividere qualsiasi pensiero attraversi la loro mente e di poter dire assolutamente tutto quello che vogliono (soprattutto offese), millantando una libertà di parola e opinione che, lasciate che ve lo dica, non è certo questa.
Tutto questo mi fa paura. Molta paura.

In questo saggio breve ma ricco di spunti di riflessione, Michela Murgia fa un paragone tra democrazia e totalitarismo, e più nello specifico si parla di fascismo, schierandosi ironicamente (parola chiave) a favore di quest'ultimo.
È un'intelligente e accurata provocazione, che ci permette di riflettere su il periodo politico e sociale attuale e su dove tutto questo potrebbe portarci.
Con una massiccia dose di ironia e sagacia Murgia dimostra di conoscere e di saper usare le parole in modo eccelso, c'è una certa maestria e studio nello scegliere sempre i termini giusti, sa unirli e armonizzarli in modo che diventino uno strumento utile per far passare un messaggio importante, ma anche per farli diventare una vera e propria arma che sa quando e come ferire.
Dimostra anche di conoscere la storia, la nostra storia, soprattutto quella parte di storia italiana oscura e sottovalutata che tutti preferiscono ignorare, girando la testa dall'altra parte credendo che così possa sparire... magari è proprio per questo che ci stiamo ricadendo dentro con tutte le scarpe.