martedì 19 novembre 2019

LETTERE DA...PERSUASIONE di Jane Austen


Persuasione è il mio romanzo preferito di Jane Austen. Sicuramente il suo libro più maturo, forse perché fu l'ultimo scritto, più completo, ricco e significativo (almeno per me).
Puntualmente lo rileggo una volta all'anno, quando ne ho bisogno. Magari quando attraverso un momento di sconforto e tristezza, mi aiuta a risollevarmi e continuare a credere nella bontà e nel coraggio delle persone. Perché Persuasione è un romanzo che parla di seconde possibilità, di coraggio nell'esprimere i propri sentimenti, di autodeterminazione e consapevolezza di sé, di coscienza dei propri desideri, di crescita e di credere che "non è mai troppo tardi".

Persuasione di Jane Austen: Anne si innamora di un giovane ufficiale di Marina, ma su sollecitazione della sua tutrice e di suo padre che ne sottolineano di continuo la mancanza di mezzi, la ragazza a malincuore rompe il fidanzamento. Otto anni dopo però lo rincontra. Amaramente pentitasi del passo compiuto a suo tempo, Anne decide quindi di giocarsi ogni possibilità, diventando così sempre più consapevole dei propri desideri. Ma il capitano Wentworth, sempre gentile e cordiale nei suoi confronti, mantiene un certo distacco e sembra non provare più i sentimenti di un tempo.
Finché un giorno ascolta la conversazione tra Anne e il capitano Harville sull'amore e la sua costanza nel tempo, al termine della quale la ragazza dice: "L'unico privilegio che rivendico al mio sesso è quello di continuare ad amare, quando la vita o la speranza sono finite."
E questa rivelazione, quasi una dichiarazione d'amore eterno, ci porta alla lettera che il capitano Wentworth scrive di getto ad Anne.

Non posso ascoltare oltre in silenzio. Devo parlarti con i mezzi che ho a disposizione. Tu mi trafiggi l'anima. Sono dilaniato fra tormento e speranza. Non dirmi che è troppo tardi, che quei sentimenti così preziosi sono morti per sempre. Mi offro a te ancora una volta, con un cuore che è ancora più tuo di quando lo spezzasti, otto anni e mezzo fa. Non osare sostenere che l'uomo dimentica prima della donna, che il suo amore muore prima. Non ho amato altri che te. Posso essere stato ingiusto, debole e pieno di risentimento, ma mai incostante. Solo per te sono venuto a Bath. Solo per te penso e faccio progetti... Non te ne sei accorta? Possibile che tu non abbia capito i miei desideri? Non avrei lasciato passare nemmeno questi dieci giorni, se avessi potuto leggere i tuoi sentimenti come credo tu debba aver penetrato i miei. Quasi non riesco a scrivere. Ad ogni istante mi arrivano frasi che mi schiantano. Tu abbassi la voce, ma io riconosco i toni di quella voce, distinguo quello che altri non saprebbero decifrare... Anima troppo bella, troppo nobile! Davvero ci rendi giustizia. Credi che possa esserci vero amore e costanza negli uomini. Credilo nel modo più fervente e più inestinguibile in
F. W.
Devo andare, incerto del mio fato; ma tornerò qui o seguirò il tuo gruppo, al più presto. Una parola, uno sguardo solo saranno sufficienti a decidere se metterò piede in casa di tuo padre questa sera, o mai più.

venerdì 15 novembre 2019

ROMANZI A PUNTATE: DIECI PICCOLI INDIANI di Agatha Christie


Circa un mese fa ho visto che in televisione davano le due puntate della mini-serie omonima del capolavoro di Agatha Christie Dieci piccoli indiani. Dato che non avevo mai letto un giallo (lo so, è vergognoso) e soprattutto mai un giallo di Agatha Christie (ancora più vergognoso), ho deciso che era arrivato il momento di provare questo genere, e quale scelta migliore se non cominciare con la regina del delitto in persona?!
Per una volta la televisione mi ha spinta ad uscire dalla mia zona confortevole, mi ha fatto affrontare un genere diverso dal solito, che mi ha conquistata e che da ora leggerò molto volentieri.

Dieci persone estranee tra loro sono state invitate a soggiornare in una splendida villa a Nigger Island senza sapere il nome del generoso ospite. Eppure, chi per curiosità, chi per bisogno, chi per opportunità, hanno accettato l'invito.
Non hanno trovato il padrone di casa ad aspettarli, hanno trovato invece una poesia incorniciata e appesa sopra il caminetto della loro camera. e una voce inumana e penetrante che li accusa di essere tutti assassini.
Per gli ospiti intrappolati su quell'isola è l'inizio di un incubo: angoscia, paura, terrore, panico e quasi isteria. Emozioni e accuse reciproche che si susseguono omicidio dopo omicidio, fino alla rivelazione finale.





Lo stile di Agatha Christie è sublime: con pochissime descrizioni è in grado di caratterizzare perfettamente i personaggi, e qui ce ne sono dieci tutti distinguibili tra loro, riconoscibili immediatamente quando appaiono in scena. I dettagli che il lettore ha su ogni personaggio sono molto scarni, ma incredibilmente nella sua mente si delineano delle figure precise, con tratti somatici e caratteriali specifici, creando personaggi a tuttotondo.
La scrittura è semplice e diretta, pochi e veloci dialoghi, facile da seguire anche quando l'autrice cambia le carte in tavola e tenta di disorientare il lettore, ma senza confonderlo, in modo da non perdere la sua attenzione.
Una vera e propria detective story con le sue formule e convenzioni, in cui il lettore è continuamente sorpreso da rivelazioni, scoperte e intrecci. Un'opera intelligente e curata nei minimi dettagli, che fa lavorare la mente di chiunque la legga, stimolando il ragionamento, le riflessioni e accrescendo la curiosità. Una vera partita d'intelligenza tra autrice e lettore che, manco a dirlo, si conclude a favore della Christie.

Non ci sono assolutamente descrizioni di sangue e violenza, è tutto molto più sottile e pacato, più psicologico ed emotivo, in grado di creare comunque una tensione crescente, che parte in sordina per poi esplodere nelle ultime pagine, man mano che ci si avvicina alla risoluzione del caso.
Ho riscontrato anche una certa vena ironica nel descrivere alcune scene, forse un modo per smorzare la tensione del momento, che provoca dei sorrisi amari dato ciò che si sta leggendo.
In quest'opera c'è la volontà di impartire una morale ottimistica alla fine, ma mi sono informata e a quanto pare è una cosa che ricorre in tutti i libri di Agatha Christie. Alla fine la verità e la giustizia trionfano sempre, in qualche modo il colpevole (o i colpevoli...) ha ciò che si merita, al contrario di quanto accade di solito nella realtà e ciò ha l'intento probabilmente di rasserenare il lettore.

Per gran parte della storia i personaggi sono sospettosi e diffidenti tra loro, il sospetto verso chiunque è una costante, sia nella mente del lettore, sia tra i dieci protagonisti che continuano ad accusarsi a vicenda. Un costante senso d'angoscia, di tensione e sospetto verso tutti aleggia su ogni pagina, ed è estremamente affascinante e coinvolgente.
Sicuramente questa lettura ha fatto muovere costantemente le rotelle del mio cervello. Ho sospettato di diversi personaggi, ho fatto riflessioni e ragionamenti per cercare di capire cosa stesse succedendo in realtà, sono arrivata addirittura a pensare all'esistenza di una forza superiore che manovrasse i fili della storia. Ma non c'è nulla di soprannaturale nelle opere di Agatha Christie. Tutto è molto realistico e frutto della, contorta e sadica, mente umana. Arrivando alle conclusioni finali, in cui tutto viene svelato, ho sorriso divertita scoprendo di non aver capito proprio nulla, di essere stata ingannata perfettamente dall'autrice che ha seminato indizi lungo tutto il libro, ma che non li ho saputi leggere correttamente.
Una lettura coinvolgente, che mi ha tenuto incollata alle pagine fino alla fine, e che poi ha saputo sorprendermi come pochi libri riescono a fare.

La BBC One ha trasmesso nel 2015 la miniserie omonima tratta da questo romanzo; originariamente composta da tre puntate di 60 minuti ciascuna, ma ridotte a due da un'ora e mezza quando è stata trasmessa in Italia per la prima volta nel novembre del 2016.
Questa è solo l'ultima, in ordine cronologico, delle innumerevoli trasposizioni cinematografiche, televisive e teatrali di quest'opera. Personalmente ho visto solo questa e mi è sembrata molto accurata nelle sceneggiatura, nella scenografia e nei costumi, molto fedele al libro.
Gli attori scelti sono tutti molto bravi. Questa è una storia che si svolge molto tramite gli sguardi e il non detto e le loro interpretazioni sono magistrali: con un solo sguardo riescono a trasmettere emozioni intense e tensione.
Tra i più noti Aidan Turner, che qui interpreta Philip Lombard, e potete vederlo anche nei panni di Ross Poldark nell'omonimo period drama; Charles Dance, qui il giudice Wargrave, ma che nei nostri cuori sarà sempre papà Lannister de Il trono di spade; Miranda Richardson attrice britannica che interpreta l'austera Emily Brent, ma che ha al suo attivo innumerevoli serie TV e altrettanti film (tra cui anche Harry Potter); e Sam Neil, neozelandese, famoso soprattutto per i suoi ruoli in pellicole cinematografiche (come ad esempio nell'ultimo film Marvel, Thor: Ragnarok) e in questa miniserie è il generale MacArthur.

Ci sono delle differenze tra romanzo e serie TV, come è ovvio che sia quando c'è questo cambiamento di registro. Alcune cose che funzionano nei libri non sono trasportabili sullo schermo, e dal canto suo la televisione usa tecniche diverse per mettere al corrente lo spettatore di alcune cose, come ad esempio l'uso dei flashback che in questa miniserie servono soprattutto a far conoscere la storia pregresse dei personaggi, fondamentale per capire lo svolgimento della storia.
Altri piccoli particolari discostano dalla storia originale: come ad esempio il nome dell'isola, perché i tempi sono cambiati e socialmente non sarebbe più accettato il nome originale Nigger Island. Anche l'usare sempre e solo il termine "indiani" al posto di "negretti" usato invece nel romanzo, sottolinea il cambiamento della società e che certi termini non è più giustificato usarli.
Hanno aggiunto anche una storia d'amore tra Vera Claythorne e Philip Lombard, che nel romanzo non esiste proprio, perché la sottotrama amorosa incuriosisce sempre e appassiona, anche se in una storia come questa non ce n'era proprio bisogno.

Nella miniserie tutti e dieci i personaggi appaiono colpevoli di omicidio a loro modo, attraverso numerosi flashback il telespettatore capisce che tutti e dieci i protagonisti hanno un animo cattivo e che nel passato hanno commesso un crimine di cui non si pentono più di tanto, perché hanno delle motivazioni per cui si giustificano. Nel romanzo invece questo non è così chiaro, ma viene lasciato al giudizio del lettore. Quello che nella serie TV è dato per certo e sicuro, cioè la colpevolezza di tutti, nel romanzo è sottinteso e per alcuni personaggi addirittura non si ha mai la certezza della loro colpevolezza, nemmeno a romanzo concluso.

Un'ottima trasposizione che permette di arricchire le immagini che si erano create in mente durante la lettura. Le ambientazioni sono perfette, così tetre e cupe, a volte con risvolti horror e spaventosi, da far venire veramente i brividi. E la musica di sottofondo, usata per l'intera durata della serie (tre ore) senza interruzioni, ma con alcuni picchi a sottolineare le scene più incisive, crea un'atmosfera ricca di tensione, agitazione e senso di claustrofobia.
Insomma una visione perfetta da fare dopo la lettura di questo capolavoro di Agatha Christie, che riesce a trasmettere esattamente le stesse emozioni del romanzo e che non deluderà nemmeno i più affezionati al libro.

martedì 5 novembre 2019

I MIGLIORI 3... LIBRI SUL FEMMINISMO


Essendo marzo il mese con al suo interno la festa della donna, mi era sembrato carino e interessante dedicargli un tema specifico qui nel blog e quindi recensire libri sul femminismo.
In pochi post, durante tutto il mese, non sono certo riuscita a esplorare appieno questa letteratura, diciamo che ho appena cominciato a scalfirne la superficie. Ma tra quelli che ho letto, ne ho identificati tre che sono importanti per capire che cos'è in realtà il femminismo e farci un'idea più consapevole su questo argomento.
Con solo tre libri partiamo dalle origini di questa corrente, negli Stati Uniti, e arriviamo ai giorni nostri, in Pakistan, passando per la Nigeria.

Dichiarazione dei sentimenti di Elizabeth Stanton e Lucretia Mott.
Un libricino piccolo, breve, ma intenso e completo, edito dalla straordinaria Caravan Edizioni, che racchiude tra le sue pagine una storia fatta di coraggio e voglia di cambiare le cose.
Quattro donne si ritrovano per un tè tra amiche e dai loro discorsi, dalle loro riflessioni e soprattutto dalle loro profonde convinzioni, nasce un movimento che da li a poco prenderà il nome di femminismo.
Dagli Stati Uniti prende il via questa corrente, che si diffonderà presto anche nel vecchio continente, che contribuirà a cambiare molte cose nel mondo e che ancora oggi continua nel suo intendo, cercando di dare a uomini e donne gli stessi diritti in tutto il mondo.
Una lettura veramente veloce e semplice, ma ricca di significato, che racconta una parte importante della storia di tutti noi.

Dovremmo essere tutti femministi di Chimamanda Ngozi Adichie.
Di cosa parli questo libro lo spiega già bene il titolo stesso. In pochissime pagine, estremamente scorrevoli, è riportato un intervento che questa autrice nigeriana ha tenuto nel dicembre 2012 alla TEDXEuston Conference (incontro annuale dedicato all'Africa).
In poche e semplici parole Adichie spiega che cosa voglia dite essere femministi al giorno d'oggi, perché lei si consideri tale e soprattutto perché sia una cosa che conviene a tutti esserlo. Che si tratti di uomini o donne: TUTTI dovremmo essere femministi.
E anche grazie a questa scrittrice oggi dichiararsi femministi vuol dire credere fermamente nell'uguaglianza sociale, politica ed economica dei sessi.

Io sono Malala di Malala Yousafzai.
E termino con questa commovente e intensa biografia di Malala, ragazzina pakistana che combatte per  garantire il diritto allo studio per tutte le bambine del suo paese, e di tutti i paesi meno fortunati.
Continua imperterrita nella sua missione anche dopo l'attentato alla sua vita nel 2012, da parte dei talebani, che la costringe in un letto d'ospedale per mesi a lottare tra la vita e la morte, e che poi porterà lei e la sua famiglia a vivere in Inghilterra e non tornare più nel suo amato paese.
Ma tutto questo non ha spaventato Malala, non l'ha scoraggiata, ma anzi l'ha resa ancora più forte e agguerrita, portandola a parlare anche alle Nazioni Unite, per far conoscere la terribile situazione del Pakistan.
Una ragazza incredibile, da cui tutti dovrebbero imparare e prendere ispirazione, per cercare di cambiare le cose e rendere il mondo un posto migliore.