mercoledì 28 dicembre 2016

LA DODICESIMA NOTTE di William Shakespeare

Una delle prime opere scritte da Shakespeare, ma nella nostra #MaratonaShakespeariana è stata scelta per ultima per una questione di assonanza. Infatti questo è la nostra dodicesima opera letta, nel dodicesimo mese di quest'anno.
In realtà il titolo in questione allude all'Epifania, alla festa della dodicesima notte chiamata così per il numero di giorni che trascorrono dal Natale alla festività (anche se non c'è nessun riferimento a questa festività in tutta l'opera).

Commedia in cinque atti, ambientata nell'antica regione balcanica dell'Illiria.
Il Duca Orsinio è innamorato di Olivia, una giovane dama, che però lo ignora perché si è data alla clausura (almeno per sette anni) a causa della recente morte del fratello adorato. Lo zio di Olivia, Sir Tobia, vorrebbe far sposare la giovane donna all'amico e compagno di feste e bagordi, Sir Andrea.
Intanto in Illiria viene condotta Viola, appena sopravvissuta a un naufragio, dove però crede di aver perso il fratello. Quest'ultima si traveste da uomo, chiamandosi Cesario, per poter lavorare alla corte del Duca, del quale presto segretamente  se ne innamora.
Cesario/Viola si reca da Olivia come messaggero del Duca e la giovane dama si innamora di lui, dando il via alla storia fatta di equivoci e inganni.
Nel frattempo l'ancella di Olivia, Maria, escogita un piano con Sir Tobia e Sir Andrea per ingannare il maggiordomo Malvolio e fargli credere di essere oggetto di attenzioni da parte della sua padrona Olivia.
Quando in Illiria sbarcherà anche il fratello di Viola, Sebastian, tutto si complicherà, arrivando a dei risvolti comici.

Le prime scene del Primo Atto sono fondamentali per presentare tutti i personaggi e delineare la storia e il suo tema principale. Il personaggio di Olivia compare per la prima volta solo nella quinta scena (prima viene solo nominata dal Duca) e con la sua apparizione e l'incontro con Viola/Cesario prende il via la storia vera e propria, è il vero inizio della commedia.
In questo atto c'è una lunga conversazione tra Olivia e il suo giullare Feste, condito da quest'ultimo da innumerevoli momenti nonsense, ma anche da estrema saggezza, per far capire alla fine che non è certo lui la testa matta della storia, ma proprio la sua signora Olivia. Shakespeare usa spesso questo stratagemma nelle sue commedie: ovvero dare al personaggio del buffone, che dovrebbe essere stupido e divertente per antonomasia, il ruolo di personaggio saggio, che fa vedere al pubblico le cose per quelle che sono.

Nel Secondo Atto veniamo a conoscenza di due fatti importanti e, a loro modo, cruciali per la trama. Il primo è che il gemello di Viola, Sebastian, non è morto nel naufragio e che ora si trova in Illiria anche lui, convinto però della morte della gemella e per ciò disperato. La seconda cosa è il piano, malvagio, che Maria vuole mettere in atto insieme a Sir Tobia e Sir Andrea per ingannare Malvolio: con una lettera contraffatta vogliono far credere a quest'ultimo che la loro signora Olivia sia innamorata di lui. Il fratello di Olivia e il suo amico lo fanno più che altro per noia e quindi per divertirsi un po' a spese di qualcun altro, mentre la cameriera Maria lo fa proprio per un profondo (e poco spiegato) odio nei confronti di Maivolio.
Questo atto è anche il più lungo di tutta la commedia e in pratica racconta le vicende che si svolgono nel secondo giorno (dalla mattina al tramonto)

Il Terzo Atto è quello principale in cui si svolgono tutti gli inganni, gli equivoci e si entra nel vivo della commedia.
La beffa di Maria nei riguardi di Malvolio arriva a compimento e il povero maggiordomo cade nel tranello con tutte le scarpe, rendendosi ridicolo agli occhi della sua padrona. Creduto folle, impazzito, viene legato e rinchiuso in una stanza.
Intanto Sir Andrea assiste al corteggiamento che Olivia fa a Viola/Cesario, incollerito e convinto da Sir Tobia decide di sfidare a duello il messaggero del Duca. La povera Viola non sa tirare di scherma e cerca di calmare le acque, finché in scena non entra Antonio, fidato servo di Sebastian, che scambia la ragazza per il suo padrone e vuole sostituirlo nel duello. Purtroppo, a causa di precedenti incomprensioni con il Duca Orsino, Antonio viene arrestato e condotto via.

Devo ammettere che nel Quarto Atto accade la cosa più divertente ed esilarante secondo me: Olivia incontra Sebastian e, scambiandolo per Cesario/Viola, continua a corteggiarlo fino a proporgli il matrimonio immediato, portandolo di fronte un prete. Lo stralunato Sebastian, senza porsi tante domande e soprattutto non cercando alcuna risposta agli evidenti e naturali dubbi che gli sorgono, segue ciecamente la ragazza e si sposa con questa sconosciuta (perché di fatto per lui è una sconosciuta)
Sicuramente questo  è uno dei momenti più divertente di tutta la commedia. Ma in questo atto c'è anche il momento un po' meno esilarante, e forse leggermente triste, ed è la continua burla al povero maggiordomo Malvolio, ormai rinchiuso e folle di rabbia.

Naturalmente tutto si conclude nel Quinto Atto. Nel momento di maggior confusione, in cui praticamente tutti i personaggi sono in scena, si scoprono le carte e tutti i nodi vengono al pettine. Olivia capisce di aver sposato Sebastian e non Cesario, perché Viola rivela di essere una donna e di amare il Duca Orsino, il quale la chiede in sposa. Malvolio viene liberato e dimostra di esser stato ingannato da Maria, la quale nel frattempo è scappata a sposarsi con Sir Tobia.
Insomma, tutto alla fine si sistema, gli inganni vengono svelati, ma non c'è alcun risentimento da parte dei personaggi, anzi, sono tutti felici di ciò che è accaduto. Un lieto fine da commedia shakespeariana.


I personaggi sono molti e bisogna stare attenti per tenerli a mente tutti. Anche perché già la storia è estremamente contorta, intricata, e va seguita molto attentamente per non perdere nulla di fondamentale. Anche il tempo sembra un po' caotico: molte cose si capisce che accadano contemporaneamente, anche se raccontate in momenti diversi; in più sembra svolgersi tutto in pochi giorni, al massimo tre giorni, però alla fine della commedia viene detto che, in realtà, sono passati tre mesi.
La sensazione è quella di qualcosa di caotico e confusionario, ma allo stesso tempo incredibilmente ordinato e scorrevole nella mente del lettore (o spettatore). Si riesce a seguire la vicenda con facilità, cogliendo l'ironia e gustandosi appieno la storia.
Quale materiale migliore per una commedia se non il tema dell'amore. Con i suoi intrecci, i corteggiamenti, gli inganni e i sotterfugi è l'ideale per mettere in scena momenti comici e irriverenti alternati da momenti più seri e interessanti. L'amore è rappresentato nelle sue diverse sfaccettature: c'è l'amore passionale del Duca Orsinio nei confronti di Olivia; l'amore puro e fraterno che quest'ultima prova per il fratello appena morto, simile all'amore fraterno di Viola per il gemello Sebastian disperso in mare. C'è il triangolo amoroso tra Olivia innamorata di Viola/Cesario, a sua volta innamorata del Duca, il quale però desidera Olivia. C'è anche l'amore di convenienza che Sir Andrea prova per la giovane Olivia, nipote del suo migliore amico. Ma anche l'amore materno e protettivo di Maria, ancella di Olivia, nei confronti della sua signora.
La sottotrama  che comprende i personaggi che popolano la corte di Olivia, cioè l'inganno ai danni del maggiordomo Malvolio da parte della cameriera Maria, Sir Tobia, Sir Andrea e il servo Fabian, è molto importante anche per lo svolgimento della trama principale.

Questo è stato un anno che mi ha permesso di conoscere molte opere a me sconosciute, di cui avevo solo sentito parlare, di cui avevo un'infarinatura molto vaga. E ho potuto così farmi un'idea su questo straordinario drammaturgo.
Sicuramente la differenza è tanta tra leggere questi libricini fatti di personaggi, scene e battute e poter vedere le rappresentazioni teatrali dal vero (magari in un teatro a Londra).
Una cosa è certa: la mia relazione con Shakespeare non finirà certo qui, leggerò altro in futuro, ma per ora mi riposo un po', anche perché ho già raggiunto un importante traguardo in questo anno trascorso con lui: saper scrivere il suo cognome "Shakespeare" fluidamente, senza dubbi, incertezze e sbagli!!

venerdì 23 dicembre 2016

IL LIBRO DI NATALE di Selma Lagerlof

Il Natale è alle porte e un altro anno sta per finire. Come vola il tempo.
Per l'occasione serviva proprio una lettura a tema e con un titolo perfetto, direi. "Il libro di Natale" di Selma Lagerlöf mi attendeva da un po' di tempo nel mio kindle, più o meno da quest'estate, ma ho aspettato e resistito fino a ora per poterlo leggere in questo periodo di feste, decisamente più adatto.

Il Natale con le sue leggende, il buio dell'inverno svedese, il calore delle storie accanto al fuoco, la nostalgia di antichi ricordi, l'immensità della natura, ma anche la piccola dose di crudeltà tipica della tradizione delle fiabe popolari sono le atmosfere che si respirano negli otto racconti della narratrice svedese Selma Lagerlöf (Premio Nobel 1909)
Il tono delle storie è solo apparentemente ingenuo, è un trucco del mestiere di un'artista che sa trasformare il folklore delle tradizioni nordiche in storie senza tempo di grande e semplice profondità. Un regalo sbagliato che apre le porte a una nuova conoscenza, un'intuizione metafisica evocata da una modesta trappola per topi, un segno divino custodito nel foro di un proiettile in un teschio: c'è sempre una fede che fa da leva all'immaginazione  e questa a una redenzione. Perché è la complessità che si nasconde dietro la normalità a interessare, la ricca varietà della vita e la buona novella che c'è sempre un destino diverso che aspetta chi lo vuole cercare. Anche in un libro regalato a Natale.

Non c'è molto da aggiungere su questo splendido libro, dopo questa perfetta sinossi. È un libricino veloce e scorrevole, perfetto per passare un pomeriggio di dolce far niente, sul divano con una coperta e un tè caldo (o cioccolata calda se preferite); oppure, essendo otto racconti, centellinarli con cautela leggendone uno al giorno, magari la settimana prima di Natale. Un perfetto piccolo calendario dell'avvento con un bel racconto al posto delle finestrelle con il cioccolatino.
I racconti non si concentrano tutti a Natale, ma coprono un arco temporale più lungo. Partono dal giorno di Santa Lucia, passando per la Vigilia e il giorno di Natale, per terminare con l'ultimo giorno dell'anno.

Selma Lagerlöf è magistrale nel mescolare la letteratura con i suoi ricordi dell'infanzia, con la tradizione, il folklore nordico, le credenze cristiane e molti motivi pagani. Condendo il tutto con moltissima e spiccata fantasia, che coinvolge e trasporta il lettore nel freddo inverno del nord. Più precisamente nella regione del Värmland, luogo in cui l'autrice è nata e cresciuta e quindi vero e proprio abitat naturale, oltre che per lei, anche per la sua scrittura, le sue magnifiche storie e tutti i suoi personaggi. Quest'ultimi si destreggiano bene in un ambiente e in un paesaggio fatto di fiumi freddi, foreste fitte e solitarie, case riscaldate dai camini e dalla gente invitata per trascorrere le feste. La Lagerlöf dosa le descrizioni con accuratezza e intelligenza, per creare un'atmosfera ideale che permette al lettore di calarsi completamente all'interno della storia. La narrazione veloce e affidabile incentiva lo scorrere della lettura.
Sebbene a volte le figure raccontate possono sembrare inquietanti e macabre, lo stile della scrittrice è sempre allegro e positivo, leggero ma incisivo nel raccontare anche i temi più profondi e impegnati..
Una raccolta di racconti brevi che sembra rispecchiare la vita, le usanze e le credenze di un Paese, la Svezia, alla fine dell'Ottocento, impregnata di spirito natalizio dalla prima all'ultima pagina.

Voglio fare solo una mini recensione di questo prezioso libricino, non voglio raccontarvi altro per non rovinarvi la sorpresa e la meraviglia che proverete leggendolo. Vi sembrerà di vivere in una bellissima fiaba, in un mondo incantato e lontano.
E subito all'inizio, capirete che Selma Lagerlöf, fin da quando era una bambina, in realtà era una di noi: una lettrice appassionata, che per Natale desiderava in regalo un libro, più di ogni altra cosa al mondo. A mio parere uno dei doni più apprezzati di sempre.

martedì 20 dicembre 2016

I MIEI Più LIBRI ( Più LIBERI ) 2016

Voi starete pensando: "Ancora la fiera della piccola e media editoria di Roma? Ma basta, è passata più di una settimana, parla di altro!!"
Ma lo sapete che quando le cose sono belle è sempre un piacere parlarne, non se ne può farne a meno, e poi non potevo lasciarvi senza aggiornarvi sui miei acquisti fatti in fiera, no?

Palazzo dei Congressi - Roma
Prima di tutto è d'obbligo ringraziare Simona di Letture sconclusionate che anche quest'anno mi ha ospitata, scarrozzata a destra e a manca, presentata agli editori, ma soprattutto sopportata per due giorni.
Grazie Simona, sei sempre estremamente gentile!! Ricorda, però, che avanzo ancora un giro al mercatino!!

E ora, ecco di cosa si è rimpinguata la mia libreria:

Partiamo da Qualcuno cammina sulla tua tomba di Mariana Enriquez di Caravan Edizioni, che mi incuriosisce molto per i tema trattato e promette di essere una splendida lettura.
Di Exòrma Edizioni (di cui vi ho parlato QUI) mi sono portata a casa due libri: Viaggiatori nel freddo di Sparajurij e Se Roma è fatta a scale di Alessandro Mauro.
Essendo io innamorata dei paesaggi e dell'atmosfera russa, (quella che si respira in "Anna Karenina" per capirci) penso proprio che "Viaggio nel freddo" sarà la mia prossima lettura.
I regali sono sempre molto graditi, soprattutto se si tratta di libri, e Simona mi ha regalato Moby Dick e altri racconti brevi di Alessandro Sesto di Gorilla Sapiens Edizioni, di cui ho assistito a una lettura di qualche racconto da parte dell'autore, proprio dura la fiera, e ho riso un sacco. Sono sicura che mi piacerà molto. Se cercate libri veramente divertenti in modo intelligente, tra le pubblicazioni di questa casa editrice troverete sicuramente quello che fa al caso vostro.
I regali si ricevono, ma si fanno anche e quindi per il mio lettore, che mi aspettava a casa, ho preso Shoeless Joe di William Patrick Kinsella per 66thand2nd (il romanzo dal quale è tratto il film con Kevin Costner "L'uomo dei sogni" del 1989), che però leggerò prima io naturalmente. Ma ho trovato altri titoli, di questa casa editrice, che sono sicura potrebbero interessare al mio lettore.
Se vi ricordate, di Scrittura&Scritture, piccola ma interessante casa editrice napoletana, avevo letto La Passeggera di Daniela Frascati (che ho conosciuto in fiera) e mi era piaciuto molto. Così sono passata a salutare e mi sono presa Un caffè con Roberspierre di Adriana Assini, un romanzo storico, sempre della collana Voci, e che avevo adocchiato già da un po' di tempo.
Il paese dei segreti addii di Mimmo Sammartino, mi aveva conquistata tempo fa solo con l'inizio della sinossi: "Un rivolo scarlatto come sangue sporcò la neve, che pareva un'offesa. E tutti pensarono che fosse accaduto qualcosa di irreparabile". Doveva essere mio, quindi sono passata da Hacca Edizioni e l'ho preso.  E poi potevo rifiutare la loro novità in anteprima Come una canzone di Luca Giachi? Ma certo che no, e visto che c'era l'autore in stand mi ha anche autografato il romanzo!!

Un veloce salto allo stand di L'Orma Editore per prendere tre "pacchetti": Niente donne perfette, per favore di Jane Austen, Ma la vita è una battaglia di Charlotte Brontë e I miei sogni mi appartengono di Mary Shelley.
Tre piccole raccolte di lettere scritte da tre straordinarie autrici; questi mi serviranno nel 2017 per una nuova rubrica, che ho in mente per il blog, che parlerà di biografie.

Da Caravan Edizioni ho preso anche due libricini minuscoli sul femminismo: Alle fanciulle e alle figlie del popolo di Anna Maria Mozzoni e Dichiarazione dei sentimenti di Elizabeth Stanton e Lucretia Mott.
Anche questi mi serviranno per un nuovo progetto nel blog; ma di tutte queste nuove idee ve ne parlerò meglio in un post a inizio anno.

Poi sono andata a salutare Carlotta di Las Vegas Edizioni e visto che l'anno scorso avevo comprato due romanzi, quest'anno ho deciso di buttarmi sui simpatici e divertenti saggi che propongono e mi sono portata a casa I Nerd salveranno il mondo di Fulvio Gatti (in uscita a gennaio 2017) Un grazie all'autore, che era in stand, per avermi gentilmente autografato il libro.
Spero di riuscire a parlarvi, qui nel blog, di questo piccolo saggio il giorno della sua pubblicazione (o forse qualche giorno dopo).

Ultima tappa del mio giro di acquisti è stata lo stand di Dentiblù Edizioni per prendere Il Signore dei Porcelli, uno degli albi a fumetti di Zannablù. Scelto dopo grande indecisione da parte mia, perché c'erano troppe parodie che avrei voluto comprare, ma alla fine ho seguito il cuore (ha prevalso il mio amore per "Il Signore degli Anelli") e in più l'autrice mi ha convinta dicendomi che questo è l'albo che contiene la storia più divertente secondo lei.
Come se non bastasse mi ha fatto anche uno splendido disegno all'interno della copertina. Potete vederlo in foto, non è bellissimo?
disegno autografato










Spilletta da cefala
La mia fiera è terminata incontrando, quasi per caso, Carla di Una banda di cefali. Un'incontro troppo breve e fugace, giusto il tempo di scambiare quattro chiacchiere e ricevere in dono la spilletta (foto) che mi ha resa per un giorno cefala onoraria.
Grazie Carla, mi dispiace aver trascorso solo pochi minuti in tua compagnia e non essere riuscita a salutarti di persona, ma spero che ci rincontreremo presto, magari al Salone di Torino.
Altri brevi, ma intensi incontri con Maria di Scratchbook e Paola (prima-o-poi-aprirà-un-blog-tutto-suo-ma-per-ora-collabora-con Tre racconti), amiche con le quali è un'abitudine vedersi alle fiere.


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Volevo chiudere con una piccola riflessione personale.
Più Libri Più Liberi è la fiera della piccola e media editoria più grande e importante del centro/sud Italia, a cui partecipano migliaia di persone ogni anno e che anche questa edizione ha riscontrato una crescita di accessi. Tutto questo è dovuta anche all'enorme quantità di blogger che girano per gli stand, cercano nuove e interessanti letture e conoscono nuove realtà editoriali, e al loro impegno nel far conoscere l'evento nel suo insieme. Lungo tutta la durata della fiera e nei giorni successivi (questo post ne è una prova) i blogger continuano a twittare incontri, condividere eventi su Facebook, foto su Instagram e pubblicare resoconti nei loro blog.
Tutto molto bello, impegnativo e anche nobile, se vogliamo guardarlo da un certo punto di vista. Ma serve veramente a qualcosa?
Non fraintendetemi, a me piace un mondo prendermi due/tre giorni a inizio dicembre per andare a Roma, incontrare la mia cara amica Simona, e girare per stand e case editrici nuove e interessanti, tornando a casa carica di libri come un mulo. Ma per gli editori?
Carlotta di Las Vegas Edizioni, ha scritto un bel post intitolato Più libri più liberi non è mai andata così bene. Però: una lucida riflessione che proviene da chi sta dietro quei banchetti tutti uguali, da chi quei cinque giorni li vive con impegno e dedizione per promuovere il proprio lavoro, perché ci credono ed è giusto che sia così. Ma nonostante Carlotta sia abbastanza soddisfatta di questa edizione, un rapido conto con calcolatrice alla mano dimostra che per i piccoli editori è molto difficile sopravvivere in questo ambiente e si chiede se il gioco valga veramente la candela.
Mi piace pensare che nel mio piccolo io stia facendo qualcosa per aiutare la piccola e media editoria a emergere, che stia in qualche modo influenzando qualche lettore a provare qualcosa di diverso dal romanzo super pubblicizzato sui giornali o in televisione.
Ma ho dei seri dubbi.
Io lo so che la maggior parte di quelli che mi leggono sono altri blogger; alcuni erano con me a Più libri più liberi in quei giorni, altri invece, per vari motivi, non sono potuti venire, ma hanno seguito tutta la manifestazione sui social. Quindi stiamo parlando di persone già interessate a questa fiera e in generale alla piccola e media editoria italiana. Sono lettori affamati di novità letterarie, di generi diversi e ricercate e autori poco conosciuti. Sono lettori che già da soli pescano fuori dal mucchio quando si tratta di scegliere libri.
Forse questi amici blogger verranno a leggere il mio misero resoconto e magari prenderanno anche nota di qualche titolo da me citato (se non lo conoscono già), ma la sensazione è quella che continuiamo a leggerci sempre tra di noi e basta.
Quelli che in realtà io e il mio blog non riusciamo a raggiungere sono i grandi lettori "comuni", i lettori commerciali, i quali non conoscono nemmeno per sbaglio le piccoli Case Editrici, ma che si affidano alle pubblicità che li tartassano e ai grandi, giganteschi e mostruosi editori che coprono la maggior parte del mercato.
Il mio blog praticamente parla di libri di "nicchia" e non raggiunge certo le visualizzazioni di quelle blogger letterarie che sono sempre sul pezzo, parlando dell'ultima grande novità Mondadori o che accettano qualsiasi romanzo melenso, e uguale al precedente, arrivi da Newton Compton. Costellando i loro blog di unicorni e recensioni positive a libri che nemmeno hanno aperto, riuscendo così a raggiungere e conquistare una fetta molto grande dei lettori comuni/commerciali, che sono la maggioranza dei lettori italiani; quelli che poi entrano in libreria e fanno girare il mercato. Il mercato sbagliato, ma è solo la mia umile opinione.
Non so dove viviate voi, ma dove vivo io i libri che trovo in fiere come quella di Roma non riesco a vederli nemmeno con il cannocchiale nelle librerie delle mie zone. Il massimo che riesco a trovare sono qualche Iperborea (che mi chiedo ancora come faccia a far parte della media editoria con quei prezzi) e qualcosa di Marcos y Marcos (ma solo perché pubblica un autore veneto che in zona vende). Ma il resto? Niente, zero, non pervenuto. Tra le valanghe di romanzi commerciali e gli ultimi quattro libri di Vespa, è impossibile scorgere altro. E lo so che mi basterebbe chiedere a qualsiasi libraio e lui prontamente mi ordinerebbe tutti i libri che voglio (e che volendo esiste anche Amazon), ma il lettore comune come fa a conoscere queste piccole perle dell'editoria italiana, se non le vede esposte in libreria? Continuerà ad affidarsi ad amici e parenti e a qualche libraio da centro commerciale, per diventare stanco annoiato e ritrovarsi a leggere sempre le stesse cose, ignorando l'esistenza di un mondo affascinante e stimolante appena dietro l'angolo.
Tutto questo mi sconforta e intristisce parecchio.
Forse questa mia riflessione lascia un po' il tempo che trova, e forse non mi sono nemmeno spiegata al meglio, ma non toglie il fatto che il prossimo anno mi ritroverete sicuramente a Più libri più liberi, sarò sempre attiva sui social e sul blog per condividere cose belle e interessanti, e sicuramente conoscerò altri editori, portandomi a casa tante letture appassionanti. Perché è vero che con il mio piccolo blog non cambierò il mercato editoriale italiano, ma qualcosina nel mio piccolo mi va di farla e, alla fine, lo faccio soprattutto per me stessa, perché mi piace!!

lunedì 19 dicembre 2016

FOR WHOM THE JINGLE BELL TOLLS - IL NATALE NEI LIBRI PER BAMBINI

Ritornano le Book Bloggers Blabbering con un progetto tutto dedicato al Natale. Una specie di calendario dell'avvento, ma molto più breve perché durerà meno di una settimana, fatto a modo nostro. Ognuna di noi, secondo un certo tema, vi parlerà di alcuni libri ideali per questo periodo dell'anno.
Per poter vedere tutte le prossime pubblicazioni nei vari blog, vi lascio il calendario al termine di questo post.


Quando penso al Natale, la prima immagine che mi viene in mente è quella di una bambina sotto l'albero pieno di lucette e palline colorate, che scarta i regali. Oppure ancora, un bambino disteso sul suo letto, la notte della vigilia, che cerca di scacciare il sonno e tendere le orecchie per poter sentire Babbo Natale che cammina sui tetti.
Per i bambini è un momento magico, pieno di trepidazione, gioia e curiosità; fatto di occhi grandi pieni di stupore e meraviglia, di sorprese e allegria.
I libri che vi voglio consigliare oggi sono dedicati proprio ai bambini, ma un po' anche agli adulti che vogliono riscoprire il loro bambino interiore, e vivere la vera magia di Natale.

Il Pupazzo di neve di Raymond Briggs

Un bambino passa tutta una fredda giornata d'inverno a fare uno splendido pupazzo di neve, curando ogni particolare. A mezzanotte si sveglia all'improvviso e si accorge che il suo pupazzo di neve ha preso vita e lo aspetta in giardino per vivere una fantastica notte avventurosa.

Non è proprio ambientato a Natale, ma il fatto che ci sia la neve può richiamare, in qualche modo, questo periodo dell'anno.
Il libro è solo illustrato, non contiene testo, quindi ogni volta che si "legge" si può raccontare la stessa storia con parole ed emozioni diverse. In questo modo anche i bambini più piccoli, che non sanno ancora leggere, possono divertirsi a raccontare la storia a modo loro.
Un racconto tenero, magico e suggestivo con illustrazioni semplici, ma molto belle. Sono tutte disegnate con colori tenui e sfuocati, una sorta di "patina nevosa" che crea subito l'atmosfera ideale.

Il Grinch di Dr Seuss

Il Grinch, mostriciattolo perfido solitario, brutto e cattivo che vive nella città di Chi-non-so, odia profondamente il Natale. Forse perché il suo cuore è più piccolo di tre taglie, oppure perché vive da tanto tempo da solo. Fatto sta che il suo unico scopo è di guastare le feste ai suoi concittadini, i Non-so-chi

Una breve storia tutta scritta in rima e illustrata dallo stesso Dr Seuss. "Il Grinch" è considerato il suo cavallo di battaglia, più conosciuto nella cultura anglosassone, ma reso famoso in tutto il mondo grazie anche al divertentissimo film che ne è stato tratto con Jim Carrey, nel 2000.
Una vera storia natalizia, poetica e adatta a tutte le età, ricca di magia e significati profondi.
Se conoscete personalmente qualche Grinch, qualcuno che non ama particolarmente il Natale, questo potrebbe essere un libro adatto a loro per poter scoprire, alla fine, il vero senso delle festività e riempire il cuore di gioia e felicità, come accade proprio al protagonista di questa storia.

Polar Express di Chris Van Allsburg

Un bambino si sveglia la notte di Natale e si accorge che di fronte a casa sua c'è un treno che attende solo lui. Salito a bordo scopre che lui e tanti altri bambini stanno per essere postati al Polo Nord per conoscere Babbo Natale, e quest'ultimo sceglierà un solo bambino a cui consegnerà il primo regalo di Natale.

Un'avventura lunga una notte, con illustrazioni  molto grandi, delicate e suggestive. Un libro che coinvolge fino in fondo. Al lettore sembrerà di conoscere realmente Babbo Natale e di attraversare il Polo Nord a bordo del Polar Express.
Un vero e proprio classico di Natale, da cui è stato tratto il film animato del 2004 con Tom Hanks.
Alla fine c'è un meraviglioso messaggio legato a una campanella, donata da Babbo Natale in persona, con un suono speciale che possono sentire solo i bambini che credono (ma forse anche qualche adulto potrebbe sentirla).

Lettere di Babbo Natale di J. R. R. Tolkien

Il 25 dicembre 1920 J. R. R. Tolkien cominciò a inviare ai propri figli lettere firmate Babbo Natale. Infilate in buste bianche di neve, ornate di disegni, affrancate con francobolli delle Poste Polari e contenenti narrazioni illustrate e poesie. Queste lettere continueranno ad arrivare a casa Tolkien ogni Natale per oltre trent'anni, portate dal postino o da altri misteriosi ambasciatori.

Una scelta di questi messaggi annuali formano questa fiaba intitolata "Le lettere di Natale", scritta a puntate da un Tolkien non tanto in vena di paterna e didattica allegria, quanto in groppa all'ippogrifo della sua fantasia filologica e ironica.
Come ultimo consiglio ho scelto questo libro che è adatto anche ai bambini, ma principalmente e soprattutto agli adulti che potrebbero prendere spunto per rendere il Natale dei propri bambini ancora più magico e indimenticabile. Cosa renderebbe più felice un bambino, più di una lettera scritta proprio da Babbo Natale (o dal suo fedele aiutante, l'Orso Polare)?
Ma questo è anche uno splendido regalo per un appassionato di Tolkien, che ha letto tutto di questo straordinario scrittore, ma gli manca questa particolare perla.
Una collezione di lettere particolari, originali e fantasiose, che vi faranno sorridere; originate da una mente ingegnosa e probabilmente molto affine a quella di Babbo Natale stesso.


Calendario FOR WHOM THE JINGLE BELL TOLLS, con tutti gli appuntamenti:

We wish you a bbbeautiful christmas!!!

venerdì 16 dicembre 2016

Più LIBRI Più LIBERI 2016 - COLAZIONE CON UN AUTORE

Il secondo giorno alla fiera della piccola e media editoria, Più Libri Più Liberi, a Roma è cominciata con una colazione organizzata da La Nuova frontiera editore, con alcuni blogger, per incontrato Afonso Cruz, autore del romanzo La bambola di Kokoschka, e poter fare quattro chiacchiere insieme.

In una Dresda devastata dai bombardamenti, s'intersecano e si fondono le vite di Isaac Dresner, giovane ebreo tedesco che si è rifugiato nello scantinato di un negozio di uccelli per sfuggire alle persecuzioni naziste; di Bonifaz Vogel, il proprietario del negozio e della pittrice Tsilia Kacev, che con il suo vestito verde e il cuore infreddolito, attraversa la via di entrambi come l'ombra leggera di un passero.
In questo triangolo fa irruzione Mathias Popa, autore de "La bambola di Kokoschka", che racconta la storia del pittore Oskar Kokoschka e della sua bambola fatta a immagine e somiglianza dell'amata Alma Mahler.

Afonso Cruz classe 1971 scrittore, illustratore, cineasta e musicista portoghese. Nel 2012 vince con questo libro il Premio dell'Unione Europea per la letteratura; e nello stesso anno esce anche "Gesù beveva birra".

Un romanzo importante per i temi trattati e impegnativo. Nonostante la grande ironia di Afonso Cruz e la sua notevole inventiva, non è certo un romanzo da prendere alla leggera, ma da leggere con calma e attenzione in modo che penetri bene sottopelle. Io azzarderei anche una rilettura per poterlo apprezzare meglio e comprenderlo di più.

La colazione con Afonso Cruz
Cruz è stato molto gentile e disponibile nel rispondere alle nostre domande. Un'ora piacevole e trascorsa velocemente, che ci ha permesso di conoscere meglio il suo romanzo e lui come persona e scrittore.
Lo scrittore ci ha raccontato che ha deciso di ambientare la sua storia a Dresda, perché è un ottimo esempio di manicheismo: i due principi assoluti di bene e male, buono e cattivo, sempre in costante contrasto tra loro è ben rappresentata da questa città che durante la Seconda Guerra Mondiale è stata scenario di terribili bombardamenti. Bombardamenti che provenivano da entrambi gli schieramenti, sia dai buoni che dai cattivi.
Nonostante i cattivi (in questo caso i tedeschi) venissero bombardati dai buoni, i cittadini di Dresda decisero comunque di schierarsi dalla parte dei buoni.
Nella prima parte del romanzo, la bambola ha un significato metaforico: rappresenta l'incoscienza dei tedeschi durante la guerra. Alcuni di loro non erano consapevoli di ciò che accadeva veramente, proprio come delle bambole.

Il concetto di libertà aleggia per tutto il romanzo, ritornando spesso in modo preponderante. Cruz ci spiega come lui la intendesse una libertà nel concetto platonico, cioè la libertà può diventare vizio senza giustizia e controllo.
Il concetto di libertà è relativo: noi siamo liberi quando di fronte a noi abbiamo un ventaglio abbastanza vasto di scelte. Siamo liberi fino a un attimo prima di scegliere, ma una volta fatta una scelta non si può più tornare indietro e questo limita la nostra libertà.
Ma comunque resta un concetto difficile da spiegare perché troppo immenso e sfaccettato.

Afonso Cruz
Nel scrivere questo romanzo, l'autore è partito sviluppando la storia delle due famiglie, in parallelo, ma in generale parte sempre dall'inizio quando scrive un libro, secondo lui, quando si ha un inizio si ha anche una fine, perché quando un personaggio ha un particolare desiderio, ciò ci fa capire anche cosa succederà lungo tutta la storia.

Il suo modo di essere lettore è indubbiamente cambiata da quando è scrittore. L'essere anche uno scrittore lo porta ad analizzare di più ciò che legge, perdendo così un po' di spontaneità (questo gli accade anche con i film da quando fa cortometraggi).
Quando legge vuole commuoversi, ma anche ridere e questo vuole farlo anche quando scrive, vuole tramettere questo al lettore; e il concetto della perdita, presente ne "La bambola di Kokoschka", lo commuove molto.
Cruz è consapevole anche del fatto che come noi cambiamo, anche i libri cambiano,:lo stesso libro letto in momenti diversi della propria vita può suscitare sensazioni e sentimenti diversi.
Inevitabilmente, come scrittore, è stato influenzato da autori suoi conterranei. Anche se è cresciuto con molti scrittori portoghesi, preferisce non pensare alla letteratura come "nazione", ma adottare una visione più ampia, più punti di vista, una frammentazione, per poter comprendere il tutto in un quadro più completo e generale, come faceva anche Fernando Pessoa.

martedì 13 dicembre 2016

Più LIBRI Più LIBERI 20016 - INCONTRA UN EDITORE

Più Libri Più Liberi, la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria che si tiene a Roma a dicembre, è un'ottima occasione per conoscere nuove e interessanti Case Editrici, scoprire il loro catalogo e tornare a casa con le proposte più appetibili.
Io quest'anno ho avuto la possibilità di conoscere da vicino Exòrma Edizioni  e ve ne parlerò un po' in modo che possiate scoprirla anche voi.
Anch'io ero una #bloggerinstand
Il primo giorno di fiera, mi sono recata allo stand P06 dove ho incontrato Silvia Bellucci, dell'Ufficio Stampa di Exòrma, e grazie all'evento #bloggerinstand ho potuto trascorrere un po' di tempo in sua compagnia. Silvia mi ha illustrato il loro progetto editoriale ed è stata una guida simpatica, affidabile e competente nel condurmi alla scoperta delle loro pubblicazioni.

Exòrma = è una sorta di italianizzazione della radice di un verbo greco che significa "mollare gli ormeggi".

La casa editrice nasce nel 2008, a Roma, e si occupa di letteratura di viaggio, saggistica, arte e fotografia. Presta particolare attenzione alla fusione dei generi, all'attualità dei temi sociali, agli aspetti antropologici, estetici e alla divulgazione di alto profilo.

Lo stand P06 di Exòrma Edizioni

Il tutto è legato alla dimensione del viaggio, ma non aspettatevi di trovare guide turistiche, assolutamente no.

"Il viaggio come fonte di conoscenza"

La collana "Scritti Traversi" contiene letteratura di viaggio, sono storie vere e non romanzate, che si calano completamente nei Paesi in cui sono ambientate, arrivando a estrapolare ed evidenziare tematiche specifiche che riguardano la realtà e le circostanze della città, o della nazione, di cui parlano. Approfondendo il luogo in cui si svolge la narrazione, si scopre passo dopo passo un argomento caratteristico di quel posto che diventa cardine di tutto il libro.
In più hanno anche una collana di narrativa (di diversi generi), tra cui si trova il libro vincitore del Premio Procida, e una di saggi divulgativi.

Io e Silvia (foto by Letture Sconclusionate)
Silvia è una fervente sostenitrice di noi blogger.
Durante le riunioni di redazione, oltre alla rassegna stampa, porta anche le opinioni e le recensioni dei blog, perché è importante il parere del lettore comune. Noi blogger non abbiamo le competenze e l'esperienza di un critico letterario, ma diamo solo la nostra umile opinione personale sui libri che leggiamo, come farebbe un qualsiasi lettore, e questo può aiutare l'editore a migliorarsi e capire su cosa deve puntare per ottenere un pubblico più vasto. Anche perché i blogger sono una vera e propria vetrina pubblicitaria nel web, che può aiutare a conquistare nuovi e curiosi lettori.
Soprattutto per questo è stato creato l'evento #bloggerinstand, a cui ho partecipato, proprio per far conoscere Exòrma Edizioni a più lettori possibili e consigliare loro qualche buona lettura.

Io, per ora, mi sono limitata a informarmi sulla casa editrice, e naturalmente a farla conoscere a voi che mi leggete. Quando avrò letto qualcosa tra le loro pubblicazioni (e ne ho già due che mi tentano dalla libreria) potrò finalmente consigliarvi anche delle letture specifiche.
Intanto che aspettate me, vi lascio i consigli dall'editore in persona, tre libri per iniziare a conoscere Exòrma Edizioni e capire di cosa si occupa:


"Neve, cane, piede" di Claudio Morandini (vincitore Premio Procida)
Il romanzo è ambientato in un vallone isolato delle Alpi. Vi si aggira un vecchio scontroso e smemorato, Adelmo Farandola, che la solitudine ha reso allucinato: accanto a lui, un cane petulante e chiacchierone che gli fa da spalla comica, qualche altro animale, un giovane guardacaccia che si preoccupa per lui, e poco altro.



"Artico nero" di Matteo Meschiari
Sette storie da un Artico nero e morente, ambientate in Canada, nella Norvegia settentrionale, in Siberia, in Groenlandia: luoghi in cui la distruzione di una cultura sta anticipando gli scenari peggiori. Un'analisi politica e sociale incassata nel modello romanzo-saggio, un nuovo modo di raccontare e fare antropologia.

"Viaggiatori nel freddo" Sparajurij (questo ce l'ho e sarà una delle mie prossime letture. Mi ispira un sacco e non vedo l'ora).
Il protagonista esplora i luoghi della storia e della letteratura di Mosca come appaiono oggi, in un Paese, la Russia, in rapida trasformazione. Visita la dacia di Peredelkino, viaggia sulla leggendaria tratta Mosca-Petruski e sui treni notturni, luogo letterario per eccellenza della tradizione russa.

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Molto gentilmente Silvia mi accompagna allo stand H07 per fare la conoscenza anche di Caravan Edizioni.
Una piccolissima casa editrice (il loro catalogo conta solo 17 titoli per ora), ma che promette veramente bene. Pubblica prevalentemente autori contemporanei esordienti provenienti dall'America latina e ancora inediti in Europa.
Per approfondire di più il loro progetto editoriale, me ne torno a casa con un libro che promette di essere un esilarante e interessante viaggio per cimiteri.


"Qualcuno cammina sulla tua tomba" di Mariana Enriquez

Amore e morte nel cimitero di Genova, la ricerca di tracce del vudù a New Orleans, il furto di un osso nelle Catacombe di Parigi...
Mariana Enriquez ci regala la sua personale guida delle città dei morti più suggestive in giro per il mondo.
Non c'è nulla di macabro in queste pagine: i cimiteri di Mariana sono città invisibili in cui milioni di vite continuano a esistere in nomi, date, epitaffi, foto sbiadite, leggende, splendide statue. Così nelle ultime tracce che i morti hanno a propria memoria - le tombe - l'autrice trova pezzi di storia, mitografie impossibili e racconti di paura.

Lo stand di Caravan Edizioni

La loro collana "Segnavia", invece, segue il dibattito sui diritti
umani e sui diritti delle donne; e qui potete trovare veramente dei gioiellini prezioso che tutti dovrebbero leggere.Dateci un'occhiata perché sono molto brevi, costano pochissimo, ma sono di un'importanza smisurata.
Io ho preso "Alle fanciulle e alle figlie del popolo" di Anna Maria Mozzoni e "Dichiarazione dei sentimenti" di Elizabeth Stanton e Lucretia Mott. Due opere sul femminismo, di cui vi parlerò più avanti in un progetto che ho in mente per il blog.

martedì 6 dicembre 2016

NUDI E CRUDI di Alan Bennett

Questo post potrei intitolarlo "i miei martedì con Alan Bennett" visto che le recensioni dei suoi romanzi le posto sempre di martedì ultimamente. Ma non lo farò, perché con un titolo simile ho in mente una nuova rubrica per il blog, che partirà nel 2017, ma ve ne parlerò più avanti.
Ultimamente mi sono ritrovata a leggere alcune opere di Alan Bennett perché sono molto brevi e scorrevoli, le finisco in poco tempo e posso parlarvene subito. Non lasciatevi ingannare, però, dalla loro brevità e apparente leggerezza, perché all'interno si trovano molti spunti di riflessione su argomenti seri e importanti.


Trovarsi la casa svaligiata dai ladri è senza dubbio un evento sinistro. Ma se spariscono anche la moquette, il rotolo della carta igenica, il forno e l'arrosto al suo interno che attendeva lo scatto del timer, è palese che non può trattarsi di un semplice furto.
E le allibite vittime, un avvocato londinese agiato e pedante e la sua taciturna moglie, hanno tutto il diritto di pensare a una beffa del destino, o a una nuova formula di candid camera.
Travolti da una realtà truce ed idiota, l'avvocato e la sua spenta consorte si trovano ad affrontare un rompicapo di comica suspense, dal quale schizzano fuori colpi di scena turbinosi, mentre il lettore viene guidato verso un'esilarante catarsi di rara crudeltà.




In questo romanzo breve Alan Bennett ci racconta una situazione paradossale, incredibile da pensare e difficile da concepire, ma lo fa con la sua distintiva vena ironica e il tutto appare esilarante. Gli stessi protagonisti della storia all'inizio pensano a uno scherzo, di cattivo gusto forse, ma sembra proprio una burla.
Mr e Mrs Ransome raccontano questa terribile vicenda anche  agli amici e conoscenti. Purtroppo le persone non si dimostrano molto comprensive a riguardo e non fanno altro che raccontare, a loro volta, la personale esperienza di un furto in casa. Reazione abbastanza comprensibile perché anche la mente del lettore, già dalle prime pagine, in automatico comincia a pensare a furti subiti in prima persona, oppure quelli che gli hanno raccontato amici e parenti.

Per Mr Ransome questa esperienza sembra un grande, gigantesco  e fastidioso scherzo. La cosa sembra colpirlo molto all'inizio, ma quando tutto viene ritrovato e rimesso al suo posto, per lui torna tutto alla normalità, sembra quasi dimenticarsene, e la sua vita riprende la routine di sempre.
Invece per Mrs Ransome è tutto diverso. Il furto in casa e tutta la vicenda successiva hanno un forte impatto su di lei. Sarà una forte scossa emotiva, che la spingerà a mettere in discussione tutta la sua vita. Nell'arco di tutta la storia si renderà conto di molte cose riguardo suo marito, il matrimonio e soprattutto sé stessa.
L'impressione finale è quasi che la loro vita si basasse su quelle cose materiali che possedevano in casa. Una volta tolte queste cose dall'equazione, la loro intera esistenza sembra non riuscire a stare più in piedi, come se gli mancassero le fondamenta. E per Mrs Ransome è proprio come se le mancasse la terra sotto i piedi.

Rosmary Ransome è il personaggio che farà il cambiamento più grande tra i due coniugi.
Mentre per lui, chiuso sempre nel suo personale guscio al quale non permette l'accesso nemmeno a sua moglie, le cose peggioreranno e il suo stesso corpo diventerà un vero guscio sigillato dal quale non potrà mai più uscire. Al contrario la moglie avrà il suo riscatto. Sempre taciturna, remissiva e spenta, finalmente Rosmary si aprirà al mondo e a sé stessa (e anche al sesso), diventando più sicura, felice, loquace e interessante. Dopo aver taciuto per molto tempo, ora tocca a lei e, alla fine della storia, è un fiume in piena di parole, opinioni e pensieri.

C'è una cosa che Mrs Ransome sta cercando fin dall'inizio, prima non sapendo nemmeno bene cosa sia e poi riuscendo anche a darle un nome: empatia.
Vorrebbe più empatia da parte delle persone che la circondano, e se alla fine non riuscirà ad ottenerla, nemmeno da suo marito, l'obiettivo sarà comunque raggiunto perché la riceverà appieno dal lettore, che entrerà in sintonia con lei dopo aver letto la sua storia e la sua evoluzione. Anche il curioso e divertente "mistero" che sta alla base del furto in casa dei Ransame, alla fine scoperto solo Rosmary e il lettore (perché il marito rimarrà all'oscuro per sempre), li aiuterà a  legare ancora di più.
La rivelazione finale, devo ammettere, ha perfettamente senso ed è assolutamente plausibile e realistica, per quanto comica ed esilarante; ma non avrei mai immaginato quella conclusione e tutti i risvolti.

martedì 29 novembre 2016

GIULIO CESARE di William Shakespeare

C'è in me una sorta di piacevole soddisfazione per essere riuscita a portare a termine questa maratona lunga un anno. Ci sono stati momenti più difficili di altri e opere che ho amato più di altre. Mi rattrista sapere che la #MaratonaShakespeariana sta volgendo al termine, ma allo stesso tempo sono felice per quello che ho letto in quest'anno, quello che ho imparato e compreso, e so che sarà un bagaglio che porterò con me per sempre.
E ora parliamo della penultima tappa della maratona. Torniamo ancora in Italia per l'opera che abbiamo letto nel mese di novembre, "Giulio Cesare" la cui storia è conosciuta dai più (per non dire da tutti).

Tragedia in cinque atti ambientata a Roma
Bruto, figlio adottivo di Cesare, si lascia convincere a far parte di una cospirazione, ordita da alcuni senatori romani tra cui Cassio, per uccidere Cesare e così impedirgli di trasformare la Repubblica romana in una monarchia.
Cesare, tornato a Roma dopo la campagna d'Egitto, incontra un indovino che gli consiglia di guardarsi dalle idi di marzo, ma egli ignora l'avvertimento e si vedrà assassinare proprio nel giorno predetto.
Attraverso il suo discorso per la morte di Cesare, Marco Antonio muove l'opinione pubblica contro gli assassini e questo porterà a una guerra civile.
Intanto Bruto accusa Cassio di regicidio in cambio di denaro. I due in seguito si riconcilieranno, ma mentre entrambi si preparano alla guerra contro Marco Antonio e Ottaviano, lo spettro di Cesare appare in sogno a Bruto, annunciandogli la sua imminente sconfitta.
Infatti la battaglia volge velocemente a sfavore dei cospiratori e sia Bruto che Cassio decidono di suicidarsi piuttosto che essere fatti prigionieri.

Ringrazio le note a fine libro, perché mi hanno permesso di capire quei giochi di parole inglesi, che in questo caso aprono subito il Primo Atto, che tradotti in italiano non hanno certo lo stesso effetto. Anzi leggendo il testo senza la spiegazione di come appaia nella lingua originale, si perde quella simpatica incomprensione che avviene, ad esempio, all'inizio tra Marullo e il Secondo Cittadino.
Le prime scene sono ambientate a Roma durante i riti Lupercali, dedicati al dio Luperco patrono della fertilità, e che si svolgono a metà febbraio, cioè quello che oggi chiamiamo San Valentino.
In questa occasione riappare una figura che Shakespeare usa spesso nelle sue opere: una figura misteriosa e a volte sovrannaturale che predice il futuro. Qui rappresentata da un indovino che comunica a Cesare di "temere le idi di marzo" e conoscendo la storia sappiamo esattamente a cosa si riferisce.

Una forte tempesta, cominciata già alla fine del primo atto, continua e si scatena per gran parte del Secondo Atto. Sappiamo che Shakespeare fa piovere violentemente nelle sue opere come simbolo che qualcosa di molto brutto sta per accadere, qualcosa di terribile da cui il mondo si purifica attraverso la pioggia.
Infatti è proprio in questo atto che Bruto e gli altri senatori romani cospirano contro Giulio Cesare, delineando il loro piano: come fare, quando e chi coinvolgere. Ogni dettaglio viene discusso e approvato da tutti.
In più Capurnia, moglie di Cesare, ha avuto la visione di fenomeni soprannaturali (elementi molto presenti in questa tragedia) che le hanno predetto la morte del marito. Per come è strutturata e si svolge, questa scena si collega all'opera Amleto e al momento in cui Orazio cita proprio i presagi della morte di Giulio Cesare, mentre parla dell'apparizione del fantasma del padre di Amleto.

E' nella prima scena del Terzo Atto che avviene l'omicidio di Giulio Cesare, da parte di diversi senatori romani all'interno del Campidoglio. Un momento di grande tensione e coinvolgimento, secondo me, anche se il tutto si svolge molto velocemente ho percepito un crescendo continuo, che è esploso nella prima coltellata data a Cesare da Casca (l'ultimo a colpire sarà Bruto).
Dopo l'assassinio il panico e la confusione sono palpabili, tutti scappano e le voci cominciano a girare in fretta.
Mentre nella seconda scena c'è i famoso e incisivo discorso di Marcantonio: "Amici, Romani, cittadini, datemi ascolto...", che infiamma l'opinione pubblica ed è la miccia che fa esplodere la guerra civile. Antonio, durante il suo lungo discorso, fa delle pause ad effetto al momento giusto, e Shakespeare ci fa vedere quali sono le reazioni e le opinioni dei cittadini a quei silenzi studiati.
La terza scena di questo atto, con l'apparizione di Cinna il poeta (non il senatore), sembra superflua ma in realtà viene inserita dallo scrittore come pretesto per sottolineare il clima di violenza e di sospetti che si era scatenato a Roma dopo l'assassinio di Cesare.

Il Quarto Atto si apre con l'incontro tra Antonio, Ottaviano e Lepido per costituire il secondo Triunvirato (anche se Lepido non è molto considerato dagli altri due). Qui il drammaturgo fa un'inesattezza storica e accelera un po' i tempi, dato che questa riunione, in realtà, non avvenne subito dopo l'omicidio di Cesare, ma a distanza di un anno e nei pressi di Bologna.
Si svolge una lite molto intensa tra Bruto e Cassio, ma tutto si sistema in breve tempo. Subito dopo, per smorzare il clima drammatico del momento, Shakespeare inserisce un siparietto comico e veloce con un poeta. E alla fine dell'atto, appare di nuovo una delle sue tipiche figure soprannaturali, in questo caso il fantasma di Cesare, e la usa per mandare un messaggio importante a Bruto.

Nel Quinto Atto sventola la "bandiera rossa" e quindi tutti sono pronti alla battaglia, che volgerà presto al termine in favore di Antonio e Ottaviano. Nella realtà si tratta di due battaglie svoltesi separatamente a circa un mese di distanza l'una dall'altra, ma anche qui Shakespeare accelera i tempi e le fa svolgere una dietro l'altra. Molto velocemente la guerra si conclude, ma non prima di aver versato un po' di sangue, perché si tratta sempre di una tragedia e in quanto tale necessita di qualche morte.
Verso la fine della prima battaglia è Cassio a decidere di uccidersi piuttosto che cadere in mano ad Antonio come prigioniero. Dopo la seconda è Bruto a fare la stessa scelta e a chiudere la tragedia con il suo suicidio.
Nelle sue ultime battute Antonio lascia intendere che tutti i senatori abbiano ucciso Giulio Cesare solo per invidia e smania di potere, mentre Bruto era l'unico mosso da nobili intenzioni e questo l'ha reso, nella sua vita e anche con la sua decisione di morire, un vero uomo d'onore.


Molto veloce e scorrevole, le scene sono corte e ben delineate, i dialoghi sono chiari e comprensibili. Ma forse è dovuto anche al fatto che, dopo quasi un anno in compagnia di Shakespeare, il mio cervello sia più abituato alla scrittura di questo autore, rispetto a quanto lo fosse all'inizio.
La storia di come sia stato ucciso Giulio Cesare è nota a tutti, l'abbiamo studiata a scuola e la ricordiamo con più o meno particolari. Ma in quest'opera teatrale la ricostruzione storica è inesatta e alcune delle "licenze" che si permette Shakespeare sono molto evidenti. Spesso il drammaturgo sembra dimenticarsi che sta ambientando la sua tragedia nell'antica Roma e inserisce delle cose tipiche del suo tempo, come ad esempio l'orologio che batte le ore, quando si sa che i romani avevano solo meridiane e clessidre per scandire il tempo. Altri particolari improbabili o storicamente sbagliati sono: la cascata di stelle cadenti che Cesare vede la notte prima della sua morte, poco probabile essendo metà marzo; oppure il fatto che nella realtà Cesare non sia stato pugnalato in Campidoglio, ma nella "Curia Pompeiana" dove si riuniva il Senato; o la presenza di un libro con delle pagine letto da Bruto; o ancora il concetto di "angeli e demoni" tipico del cristianesimo e che quindi i romani non potevano conoscere.
In molti sostengono che il protagonista della tragedia sia Cesare, perché è lui il centro di ogni discussione e anche la causa di tutta l'azione. Ma altri credono che il dramma sia costituito dal conflitto psicologico tra l'onore, il patriottismo e l'amicizia che Bruto vive lungo tutta l'opera, fino all'epilogo finale. Io credo di essere più incline a quest'ultima ipotesi, anche perché Bruto compare molto di più in scena, ha più battute, ma soprattutto il suo personaggio è più approfondito e sfaccettato. Bruto è stoico e idealista, ma tormentato da ciò che ha fatto, anche se lo giustifica come un atto di patriottismo e amore verso Roma perché Cesare era un tiranno (secondo lui e i senatori).
Interessante che alla fine dell'opera si accenna alla frattura del rapporto tra Marco Antonio e Ottaviano, che sarà poi sviluppata nella tragedia Antonio e Cleopatra; una sorta di anticipazione a un futuro seguito della storia, che poi Shakespeare scrisse veramente.

venerdì 18 novembre 2016

I SEGRETI DELLA CASA SUL LAGO di Kate Morton

Chi mi segue regolarmente sa benissimo quanto mi piaccia Kate Morton. L'ho scoperta anni fa quando, per il mio compleanno, mi regalarono "Il giardino dei segreti" e fu amore a prima vista. Poi seguirono "Una lontana follia" e "L'ombra del silenzio". E ogni volta era un enorme piacere ritrovare questa scrittrice tra le pagine dei suoi romanzi, il suo stile inconfondibile e il suo talento ormai consolidato.
Per questo sono corsa subito in libreria quando è uscito in Italia "I segreti della casa sul lago" (3 maggio 2016) e ora sono pronta per parlarvene.

Giugno 1933. La casa di campagna della famiglia Edevane è pronta per la festa del Solstizio e Alice, sedicenne brillante, curiosa, ingenua e precoce scrittrice in erba, è particolarmente emozionata. Sarà una festa bellissima e lei è innamorata, anche se nessuno lo deve sapere, Ma quando arriva mezzanotte, mentre i fuochi d'artificio illuminano il cielo scuro, il piccolo Theo Edevane, che non ha ancora un anno, scompare. E la tragedia spinge la famiglia a lasciare per sempre la casa tanto amata.
Settant'anni più tardi, dopo essere stata sospesa dalla polizia per non aver rispettato le regole, Sadie Sparrow decide di prendersi una pausa di riflessione e raggiungere l'amatissimo nonno in Cornovaglia. Quando è già sul punto di lasciarlo per tornare ad affrontare i propri demoni, Sadie scopre una casa abbandonata, circondata da giardini incolti e da una fitta boscaglia. Dove un bambino era scomparso senza lasciare traccia. Per risolvere il mistero, Sadie incontrerà l'unica testimone rimasta, una delle più famose autrici inglesi, Alice Edevane. Che le rivelerà un segreto del passato... più presente che mai.

Ci ho messo un po' a leggerlo, non perché sia pesante o poco scorrevole, ma perché mi prendo sempre del tempo per leggere Kate Morton. Mi piace perdermi nei suoi racconti e lasciarmi trasportare dalle sue parole in posti incantevoli e suggestivi, come lo è la tenuta degli Edevane, Loeanneth, in questo splendido romanzo. Mi piace assaporare ogni parola, soffermarmi su ogni descrizione e dettaglio, immaginare il contesto e calarmi completamente nella storia.
Si tratta di un vero e proprio viaggio e i miei viaggi migliori li ho fatti proprio con i romanzi di questa autrice. Solo sfogliando queste pagine si viene catapultati in Cornovaglia durante gli anni Trenta, a passeggiare il uno splendido giardino.
Anche grazie allo stile poetico, affascinante e coinvolgente è sempre un piacere leggere i suoi libri e alla fine ci dispiace, perché è come abbandonare un vecchio amico, che ci ha fatto compagnia per tanto tempo e ha reso più belle le nostre giornate.

Ci sono degli elementi ricorrenti che la Morton inserisce nelle sue storie, caratteri distintivi  di questa straordinaria scrittrice, che funzionano alla perfezione e sono delle vere e proprie certezze. Come queste case imponenti e opulenti, circondate da giardini prima splendidi e rigogliosi e poi trascurati per decenni. All'interno di queste tenute, famiglie dell'alta borghesia inglese, molto unite, ma che si avviano lentamente verso la decadenza, un po' a causa della guerra imminente e un po' per colpa di altri avvenimenti importanti. E poi il mistero, un omicidio o una sparizione improvvisa, una domanda senza risposta, un enigma che non si riesce a risolvere fino alla fine, quando sarà la stessa autrice a palesare la soluzione, sempre inaspettata e scioccante.
Il tutto narrato magistralmente con la tecnica dei salti temporali in diversi anni, il procedere avanti e indietro nella storia non crea nessun tipo di fastidio e si riesce benissimo a tenere le fila della trama principale e delle tre, quattro sotto trame presenti, che scorrono fluide e tutte giungono perfettamente a una conclusione.

Durante la lettura sono talmente presa che, secondo me, il finale arriva sempre troppo presto. Ma una delle cose veramente belle dei romanzi di Kate Morton è che il finale è sempre una sorpresa, non lo si vede proprio arrivare. Pagina dopo pagina il cervello del lettore lavora frenetico per trovare la soluzione al mistero, per rispondere a domande che si pongono continuamente capitolo dopo capitolo. Per poi rimanere completamente spiazzato e sorpreso dalla rivelazione finale.

Ho letto quasi tutto di questa autrice, mi manca solo "Ritorno a Riverton Manor", che fa già bella figura di sé nella mia libreria, e quindi sarà sicuramente una mia letture del 2017. Ogni romanzo nuovo mi pace sempre di più, e mi rendo conto di essere un po' di parte, ma scritto da lei leggerei veramente qualsiasi cosa, anche la lista della spesa.
Ora però, sarà una tortura terribile attendere l'uscita di un nuovo romanzo e l'inizio di una nuova avventura.

martedì 15 novembre 2016

LA SIGNORA NEL FURGONE di Alan Bennett

Poco più di un mese fa ho trascorso un weekend a Milano e grazie ai preziosi suggerimenti di Paola (che trovate nel blog elle con zero) ho scovato questa incredibile libreria che vende per lo più Adelphi a metà prezzo. Il motivo di questi prezzi così bassi è evidente: molti volumi sono rovinati o difettati; ma spulciando bene si possono trovare quelli più belli (o almeno rovinati in modo meno evidente).
E così ho fatto io, scovando quattro libri che desideravo da molto tempo e oggi vi parlo proprio di uno di questi.

Chi accetterebbe mai di ospitare per diciotto anni nel giardino di casa propria un'anziana barbona e il furgone debordante di rifiuti che ne costituisce il domicilio? Oltretutto Miss Shepherd non è una vecchina che suscita tenerezza: è grande e grossa, scontrosa, bislacca, poco incline alla gratitudine. Porta una sottana fatta di stracci per la polvere, occhiali da sole verdi e, a mo' di cappello, un cestino di paglia ottagonale. Si fa scarrozzare per la città su una sedia a rotelle ed emana un insopportabile fetore
Chi mai accetterebbe una così perturbante prossimità?
Forse solo Alan Bennett, che in questo libro permeato di sublime, sardonico pietas, e sostenuto da uno sguardo attento al più minimo particolare visivo e olfattivo, ci affida l'irresistibile diario di una lunga, incongrua convivenza.



Alan Bennett è una garanzia per me. Il suo umorismo molto inglese e le storie originali che riesce a scrivere sono una vera boccata d'aria fresca. In più sono sempre dei romanzi brevi e quindi molto veloci da leggere e si possono inserire tra la lettura di un tomo e l'altro per staccare un po'.
Anche questa sua piccola opera mi è piaciuta, ma non come le altre. Sarà stato il formato che, teoricamente doveva essere un diario, ma che in realtà risulta più una serie di annotazioni, in ordine cronologico, sulla convivenza tra lui e Miss Shepherd.
Anche il ritmo è strano: salta molto velocemente di anno in anno all'inizio, per poi rallentare sempre di più raccontando gli ultimi tre anni della vicenda, soffermandosi quasi mese dopo mese.
Invece di approfondire di più sul personaggio eccentrico dell'anziana signora, sembra concentrarsi prevalentemente su come si vesta (in modo molto particolare) e sull'igiene personale di quest'ultima (alquanto difficoltoso, visto che abita in un furgone).

La simpatica, irriverente e incredibilmente eccentrica "signora nel furgone" è una donna robusta e imponente che alla fine della storia è molto vicina agli ottant'anni. 
Veniamo a sapere qualcosa di più su di lei verso la fine del libro (che ha in tutto 78 pagine, quindi sto parlando delle ultime 10, nel poscritto del 1994) in cui cessa il resoconto in ordine cronologico e Bennett comincia delle riflessioni su chi era veramente Miss Shepherd e sul loro rapporto durato quasi vent'anni.
All'inizio sembra solo una pazza e il suo comportamento, come i suoi discorsi un po' sconclusionati, fanno sorridere il lettore. Ma terminato il libro, mi sono accorta di essermi affezionata a lei, come probabilmente lo era Alan Bennett dopo tutti quegli anni che la donna aveva trascorso nel suo giardino. Nonostante a volte fosse un po' troppo esigente, scontrosa, sopra le righe e non fosse certo una persona facile con cui convivere, sono sicura che lo scrittore alla fine le volesse bene.

Si comincia a essere comprensivi e a provare un certo tipo di rispetto per questa donna, che sicuramente ha alle spalle una vita difficile e probabilmente nemmeno lei sa bene come si sia trovata a fare la barbone. Ma questo non l'ha scoraggiata né indebolita, anzi, l'ha resa più forte e sicura di sé, di ciò che fa o dice, anche se tutti la considerano pazza.
Uno sguardo un po' superficiale, ma interessante su come viva l'altra faccia della medaglia. Quelle persone escluse, per un motivo o per un altro, dalla società. Quelle persone più deboli e sofferenti, dalle quali è più semplice distogliere lo sguardo quando si incontrano, piuttosto che guardarle negli occhi e vederle veramente. Persone che vivono ai margini di una società sempre più indifferente e frenetica, che a un tratto si perdono, o qualcosa si rompe dentro di loro, e si ritrovano a vivere anche ai margini della loro stessa vita.

Come già detto prima è veramente un libretto minuscolo, che volendo si legge in un paio d'ore. Ma la sua potenza sta nel fatto che una volta chiuso non sparisce, non lo riponi nella libreria e non ci pensi più. No. Continui a pensarci, a rifletterci sopra, a trovare nuove sfaccettature che subito non avevi visto. Questa è anche la bravura di Alan Bennett, che attraverso il suo umorismo, manda dei messaggi apparentemente leggeri, ma che poi pesano come macigni dentro il lettore più sensibile.
Alla fine realizzi che, attraverso quelle pochissime pagine, il carattere e la personalità di Miss Shepherd ha fatto breccia e avrà sempre un posto speciale nel tuo cuore.
E poi ha lo stesso cognome del bellissimo e affascinante dottor Derek Shepherd di Grey's Anatomy... Come non amarla solo per questo?!?!

venerdì 11 novembre 2016

BOOK BLOGGER BLABBERING | Intervista a DILETTA di PAPER MOON

Dall'idea di clacca, di a clacca piace leggere, è nato ufficialmente il BBB - Book Bloggers Blabbering. Cos'è? 11 blogger si raccontano.
Ogni settimana una di loro verrà intervistata da un'altra blogger e ospitata sulla sua pagina. 11 settimane per scoprire qualcosa di più sui bookblog e soprattutto sulle loro creatrici!
Tutte le interviste sono composte da cinque domande uguali per tutte, più alcune domande a sorpresa ideate da chi conduce l'intervista.
Il calendario completo con tutte le date e i link ai blog lo trovate alla fine di questo post.


Oggi io ho l'incredibile piacere di ospitare nel mio blog Diletta, la creatrice di Paper Moon, una giovane ragazza amante dei libri e dei gatti (sento già che andremo molto d'accordo), che si aggira nella blogosfera dal 2013. Anche lei è una lettrice indipendente capace di elevarsi dalle mode del momento, in modo da distinguersi dai gusti della massa e ricercare libri interessanti, originali e personali; lasciandosi spesso tentare da quelle splendide opere pubblicate dalla piccola e media editoria italiana (proprio come piace a noi!).

Quindi, benvenuta Diletta, accomodati pure tra i miei appunti e parlaci un po' di te:

Ciao Daniela (:

Come è iniziata la tua avventura da lettrice?

Allora, la mia avventura da lettrice è iniziata molto presto. Storia parecchio banale ma è la pura verità, la trama è questa: timidezza e scarsa propensione a stringere amicizia. Non avendo amicizie ed essendo composta da pura asocialità ovviamente i miei pomeriggi vertevano sulla lettura. E ho cominciato subito a divorare libri. Tratto da questa storia vera è il fatto che a dieci anni avevo già letto Cent'anni di solitudine e Teresa Raquin.

Com'è nata l'idea di aprire un blog e condividere le tue lettura con un pubblico?

Ecco, non  è passata la passione per la lettura ma non è passata nemmeno la voglia di starmene per i fatti miei. E qualche anno fa mi sono resa conto che a parte il mio ragazzo non riuscivo a parlare di libri e di lettura in generale con nessuno. Avevo proprio voglia di condividere ma anche di conoscere cose nuove. Così ho cominciato a bazzicare diversi book blog, ho cominciato a guardare diversi canali YouTube dedicati ai libri e mi sono detta "Ok, facciamo così". Non solo per condividere le mie letture appunto, o per consigliare libri (cosa che davvero, adoro fare), ma anche per imparare qualcosa di nuovo. Ampliare un po' gli orizzonti.

Qual è il tuo libro del cuore e perché ce lo consiglieresti?

Non riesco a dirne uno solo, potrei dirti il Silmarillion, per esempio, che secondo me è l'opera più poetica e suggestiva mai scritta. Ma ora come ora mi sento di dirti soprattutto La Principessa Sposa di William Goldman. Questo libro l'ha scoperto il mio ragazzo leggendo un libro di Baricco Una certa idea di mondo (non abbiamo entrambi una grande passione per Baricco, ma questo era un libro che consigliava libri). Lui mi ha detto "Secondo me questo libro di Goldman ci piace". Ed è vero. Io credo che La Principessa Sposa sia un libro unico. E' meraviglioso, ma anche cattivissimo. Mi ha fatto capire che c'è davvero bisogno di continuare a leggere, perché poi ti capita di trovare romanzi così meravigliosi che in realtà non ti aspetteresti di trovare. Ma che c'è bisogno anche di scrivere (e che ho bisogno di farlo), perché un libro del genere vorrei averlo scritto io (contiene l'explicit più bello di sempre, davvero).

Una foto dalla rubrica Turn of the Brew che Diletta tiene sul blog, dove presenta una lettura in corso (chiunque volendo può partecipare)

Dietro le quinte: come si svolge la giornata tipo di una bookblogger?

Dipende dagli impegni, però cerco sempre di dedicare una parte della giornata a scrivere post, correggere, mettermi in pari con post scritti dagli altri. Leggo notizie, pubblicandone magari qualcuna io di interessante. Non c'è mai una routine precisa, per fortuna.

Un vantaggio e uno svantaggio di essere una bookblogger.

Sono più i vantaggi direi. Le mie aspettative sono state ripagate infatti. Ho conosciuto un sacco di persone, blogger, autori, editori, ho scovato nuove letture. E poi essendo "un'insopportabile so tutto io" trovo sempre molta soddisfazione nel consigliare libri, autori, ma anche serie tv, e sentirmi dire "Oddio, hai ragione".
Di svantaggi non ce ne sono, raramente mi manca la voglia di scrivere un post, però magari mi scoccia rimanere indietro, quindi l'ossessiva compulsiva che è in me vuole mettersi in pari con tutto e subito.

Che caratteristiche deve avere un libro per convincerti a leggerlo?

Io vado parecchio a istinto. Non ho una tecnica precisa per trovare un libro. Certo, non mi affido solo alla copertina, quindi passo parecchio tempo in libreria, e ogni volta magari vado a spulciare cose che ho già visto o adocchiato un giorno prima.
Magari ho sentito parlarne da qualcuno, o il mio libraio (btw, è Mago Merlino, uguale) mi consiglia qualcosa. Di certo so che il colpo di fulmine esiste perché spesso ho comprato al volo qualcosa che poi si è rivelata una lettura bellissima.

Hai qualche ossessione particolare da lettrice?

Daniela o sei una veggente oppure hai fatto davvero la domanda perfetta alla persona giusta. Io sono piena di fissazioni, roba da vergognarsi. Per dire, io finisco sempre un libro. SEMPRE. Anche quando mi fa schifo. Per me, e qui si vede quanto son matta, scusate, ahahah, non finirlo è un po' una mancanza di rispetto nei confronti del libro. E poi sono anche curiosa, insomma, io lo devo sapere come finisce. Anche se è proprio pessimo ed è lungo mille pagine.
Poi non uso segnalibri, tengo sempre la pagina a mente. Oppure se parto per un viaggio la lettura che mi porto dietro è sempre uno sci-fi. Smetto perché davvero, sembro (e dunque sono?) proprio matta.

Oltre a condividere le tue letture, qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso il tuo blog, quel qualcosa in più che lo differenzia dagli altri?

A me piace far scoprire cose nuove. Un po' come faccio io, cerco sempre qualcosa, sono ingorda. Mi piace quando le persone imparano qualcosa, scoprono qualcosa di nuovo, mi piace parecchio il confronto. La lettura è spesso bistrattata, molti guardano più all'aspetto commerciale, al prodotto, che alla qualità. I libri sono un bene, mi piacerebbe poter far capire questo, sempre.
E in cambio ricevo anche io un sacco di consigli.
Lo scambio, un bello scambio è quello che mi interessa.

La vignetta che racchiude il significato della lettura per Diletta

Cosa vuol dire leggere per te?

A me è sempre piaciuto leggere perché mi è sempre piaciuto farmi i fatti miei. E detta così suona male. Ma c'è una vignetta che ho letto qualche anno fa che rappresenta al meglio la situazione. A me piace stare in pace, e leggere mi fa stare bene. Non voglio far quella che "i libri mi salvano", "la ragazza che respira libri", o queste paraculate qui (detto terra, terra). Però quando leggo sto bene, ed è vero.

Oltre alla lettura, hai altri passatempi preferiti, altre passioni?

Essendo una lettrice adoro anche scrivere. Poi sono una divoratrice compulsiva di serie televisive e film, e adoro viaggiare. Ma soprattutto adoro programmare i viaggi. Davvero, se avete bisogno di qualcuno che vi organizzi una vacanza ditemelo che io sono più contenta di farlo. Cerco i posti, programmo le giornate, scovo i luoghi nascosti. Se prenoto una vacanza i due mesi precedenti li passo a organizzare tutto come una matta.
Ora siamo appena tornati dalla Scozia e la prossima vacanza è lontana, quindi ho un sacco di tempo per organizzarvene una. Son bravissima, fidatevi (anche se ho una leggera propensione per trovare luoghi infestati in ogni luogo).
Poi mi piace bere il caffè progettando piani malvagi, parlare col mio gatto, arrabbiarmi con il mio ragazzo perché vince sempre a qualsiasi cosa. Direi che è più o meno tutto.

Una libreria bellissima che Diletta ha scovato nel suo viaggio a Edimburgo

Grazie per le domande Daniela, è stato un piacere. Miao.


CALENDARIO
Come ho già scritto sopra, ogni venerdì ci sarà un'intervista nel blog ospitante. Per non perdervi nulla vi pubblico qui sotto il calendario delle uscite con i link ai rispettivi blog.

venerdì 7 ottobreClaudia di Il giro del mondo attraverso i libri intervista Carla di Una banda di cefali

venerdì 14 ottobreCarla di Una banda di cefali intervista Claudia di a clacca piace leggere

venerdì 21 ottobreClaudia di a clacca piace leggere intervista Irene di Librangolo Acuto

giovedì 27 ottobreSimona di Letture sconclusionate intervista Daniela di Appunti di una lettrice

venerdì 4 novembreManuela di Impressions chosen from another time intervista Erica di La Leggivendola

venerdì 11 novembreDaniela di Appunti di una lettrice intervista Diletta di Paper Moon

venerdì 18 novembreErica di La Leggivendola intervista Camilla di Bibliomania

venerdì 25 novembreFabrizia di Il mondo urla dietro la porta intervista Claudia di Il giro del mondo attraverso i libri

venerdì 2 dicembreIrene di Librangolo Acuto intervista Manuela di Impressions chosen from another time

venerdì 9 dicembreDiletta di Paper Moon intervista Fabrizia di Il mondo urla dietro la porta

venerdì 16 dicembreCamilla di Bibliomania intervista Simona di Letture sconclusionate


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