mercoledì 17 febbraio 2016

DIVERGENT di Veronica Roth

Finalmente arrivo anch'io a questa trilogia. Ne hanno parlato anche i sassi ormai e tra poco uscirà al cinema il terzo capitolo (prontamente diviso in due per aumentare gli incassi). Ma lo sapete benissimo che io arrivo sempre dopo, raramente sono sul pezzo, è la mia caratteristica, amatemi anche per questo.
Fatto sta che ora sono qui a parlarvi di "Divergent": primo capitolo della trilogia (che per me resterà una trilogia, non sarà mai una saga, e il motivo ve lo spiegherò nella recensione di "Allegiant").

Beatrice Pior vive a Chicago in un futuro post apocalittico imprecisato. Per proteggersi dalle minacce esterne, la popolazione ha costruito una recinzione tutt'intorno alla città. All'interno la società è divisa in cinque fazioni, ognuna delle quali è consacrata a una virtù: i Candidi, onesti e sempre sinceri, si occupano della legge; i Pacifici, gentili e mai aggressivi, sono assistenti sociali, consulenti e coltivatori di terre; gli Eruditi, dedicano la vita alla conoscenza e alla cultura, fanno gli insegnanti, gli scienziati e i ricercatori; gli Abneganti sono altruisti e al servizio degli altri, per questo gli è stato affidato il governo; gli Intrepidi, coraggiosi e forti, si occupano dell'ordine e della sicurezza della città.
Esiste anche un altro gruppo, gli Esclusi, coloro che non appartengono a nessuna delle altre fazioni e vivono nei sobborghi in povertà, assistiti solo dagli Abneganti.
Beatrice, Abnegante di nascita, ora che ha sedici anni deve decidere a quale fazione apparterrà per il resto della sua vita, con il rischio di rinunciare per sempre alla sua famiglia. Ma il test che dovrebbe indirizzarla verso l'unica strada a lei adatta si rivela inconcludente; in lei non c'è un solo tratto dominante, ma addirittura tre. Beatrice è una Divergente e lo deve tenere segreto, perché questa "anomalia" potrebbe costarle la vita. Nonostante questo, Beatrice decide di seguire il suo istinto ed entrare negli Intrepidi, cambiando il suo nome in Tris e impegnandosi al massimo per far parte di questa fazione così diversa da quella dei suoi genitori.

Dopo le prime pagine, le parole e lo stile di Veronica Roth spariscono dietro alle immagini mentali che appaiono durante la lettura. Non che il modo di scrivere dell'autrice sia brutto, è solamente semplice e passa in secondo piano rispetto alla storia. Presi dalle vicende di cui si sta leggendo, non si nota come è scritto il libro.
Con la lentezza della narrazione del romanzo, rispetto al film, i personaggi vengono caratterizzati meglio. Alcune cose che non capivo perché accadessero nel film, nel libro sono più chiare e sensate; come ad esempio la storia d'amore tra Tris e Quattro, che possiamo veder nascere e crescere con più particolarità rispetto a ciò che ci viene mostrato nella pellicola.
Il tutto è molto lento, ma credo che abbia un senso. La Roth spende molti capitoli a descrivere l'addestramento di Tris per diventare un'Intrepida, ma questo ci fa capire quanto sia difficile per lei e ci aiuta anche a comprendere meglio tutto il mondo degli Intrepidi. Purtroppo tutto questo va a discapito di una improvvisa accelerazione nel finale, dove tutto precipita e succede molto velocemente.
Nel film il ritmo mi sembra più costante e fluido. Anche il finale è leggermente diverso dal libro e, personalmente, l'ho preferito, trovandolo più avvincente.

Tris viene considerata tanto intelligente e matura, dai personaggi del romanzo e dall'autrice stessa (e la maggior parte delle volte lo è veramente), ma a volte è estremamente in contraddizione con queste sue caratteristiche. Come quando si bacia per la prima volta con Quattro e non capisce che non possono sbandierare il loro amore davanti a tutti, comportandosi così come una bimbetta delusa e isterica, perché lui non la caga e si comporta solo come il suo istruttore.
Una cosa che ho notato è quanto a Tris venga naturale vestire i panni di Intrepida, pensare e ragionare come un Erudita, mentre non le è così spontaneo agire da Abnegante. Per farlo deve sempre pensare a cosa farebbero i suoi genitori, non è automatico per lei come invece dovrebbe essere. Siamo sicuri che in lei ci siano tre tratti dominanti? Qualche dubbio viene e secondo me, l'autrice doveva porre più attenzione a questo fatto.

Un'ottima idea di partenza, ma Veronica Rith non la porta fino in fondo. Ci troviamo di fronte a un distopico che si crede tale, ma non lo è del tutto. Alcune cose non vengono approfondite (come la storia dei Divergenti, o che guerra ha portato a questa situazione, oppure da chi o da cosa la barriera ci protegge?), tutto viene buttato dentro nella storia e lasciato un po' in sospeso, per dare più spazio alla vita adolescenziale e piena di paturnie di Tris. Per questo è un libro confinato tra le letture per adolescenti, quando invece avrebbe potuto avere tutte le carte in regola per essere preso in considerazione anche dagli adulti, se solo si fosse fatta più attenzione ad alcuni particolari.
Voi direte: "Beh...è una trilogia, le cose le spiegherà sugli altri capitoli". Non è proprio così, ma ne riparleremo più avanti nelle altre recensioni.

Nonostante questo, Tris mangia i risi in testa a Katniss (di Hunger Games). Dove quest'ultima risulta più una pedina in mano ai potenti, Tris prende le sue decisioni  autonomamente, assumendosi le sue responsabilità e rischiando in prima persona tutto ciò che ha, ribellandosi a chi comanda, per le giuste ragioni.
Divergent ci parla del lottare per qualcosa in cui si crede, che si ritiene giusto, quando si è dalla parte del bene. Di quanto questo sia difficile e che pretenda un prezzo da pagare, a volte molto alto. Che la diversità non è qualcosa da temere o eliminare, ma da accogliere e valorizzare. Che si deve sempre contrastare la cattiveria umana, l'ignoranza e la smania di potere di alcuni.
Perché il pensare fuori dagli schemi ti può rendere libero, unico e magnifico.

6 commenti:

  1. Ammazza, ma già tutti li hai letti? Dovrò leggere il terzo il prima possibile allora, sono super indietro. Pure più indietro di te che sei indietro O_o praticamente sono ferma.
    Come sai, non posso che concordare. Poteva essere ma... Non è. Non capisco quindi tutto st'entusiasmo. Mah.

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    1. Secondo me il terzo non ti piacerà, ma non vedo l'ora di sentire la tua opinione.
      L'entusiasmo credo sia dovuto al concetto di base della storia, che prometteva bene, e dal messaggio che trasmette, cioè che la diversità è un bene, che una persona non può essere divisa in compartimenti stagni, ma ha molte sfaccettatura che la rendono una persona completa (concetto e messaggio che secondo me si perdono un po' nell'ultimo libro). Tutte idee molto belle, ma come sai anche tu, la Roth non arriva al nocciolo.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Bellissima recensione, soprattutto la conclusione finale *__*
    Io comunque arrivo ancora dopo di te perché non li ho ancora letti! Ho visto il primo film e non mi ha convinto per la velocità con cui si introduce la società, le scelte, e la storia d'amore, ma visto che tu dici che nel libro è più graduale e lento (spero non troppo, però!) quasi quasi mi decido a leggerlo :)

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  4. Bellissima recensione, soprattutto la conclusione finale *__*
    Io comunque arrivo ancora dopo di te perché non li ho ancora letti! Ho visto il primo film e non mi ha convinto per la velocità con cui si introduce la società, le scelte, e la storia d'amore, ma visto che tu dici che nel libro è più graduale e lento (spero non troppo, però!) quasi quasi mi decido a leggerlo :)

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    1. Grazie.
      E io che credevo di essere proprio l'ultima, invece tu mi batti, accidenti!! ;)
      Il messaggio che sta dietro questo libro è piaciuto anche a me, credo sia molto importante, soprattutto perché è indirizzato ad un pubblico giovane, che costruirà il suo essere anche attraverso le letture che farà.
      Nel libro vengono spiegate un po' più cose rispetto al film, ma non così tante come dovrebbe.
      Fammi sapere la tua opinione dopo averlo letto. :*

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