martedì 19 aprile 2016

OTELLO di William Shakespeare

L'ultimo venerdì di Marzo è arrivato un po' troppo in anticipo per i miei gusti e io non avevo ancora finito di leggere l'opera del mese, "Otello, il moro di Venezia", per la #MaratonaShakespeariana. Pochi giorni dopo c'è stata la Pasqua e tra una cosa e l'altra è arrivato Aprile. Come è noto a tutti, il detto recita: "Aprile dolce dormire" e visto che io sono l'incarnazione di questa frase, mi sono adagiata comodamente sui miei libri in lettura e ho chiuso un attimo gli occhi...
Così dire che sono in ritardo con questo post è un eufemismo. Ed eccomi qui, con quasi un mese di ritardo, a parlarvi dell'opera shakespeariana che abbiamo letto a Marzo.

Tragedia in cinque atti, ambientata a Venezia e Cipro.
Otello è un moro al servizio della repubblica veneta. Sposatosi in gran segreto con l'amata Desdemona, e dopo che Iago rivela al padre di lei questo matrimonio clandestino, a Otello viene affidato l'incarico di comandare l'esercito veneziano contro i turchi nell'isola di Cipro. Quindi parte da Venezia in compagnia del suo luogotenente Cassio; la moglie Desdemona lo seguirà poco dopo, scortata da Iago e la sua consorte Emilia.
L'alfiere Iago, invidioso della posizione di Cassio, vuole farlo destituire a ogni costo. Con l'aiuto di Roderigo e l'ignara complicità della moglie Emilia, fa arrivare un prezioso fazzoletto di Desdemona tra le mani di Cassio, convincendo così Otello (che osserva nascosto) del tradimento dell'amata neo-sposa.
Il tutto sfocia nella furia cieca del moro e nel tragico finale in cui la sorte di ogni personaggio è drammatica.


L'opera si apre con il Primo Atto in cui si scoprono già le carte: Iago dimostra il suo odio per Otello e Cassio, perché quest'ultimo è luogotenente e lui invece solo un alfiere; e Roderigo rivela il suo amore per Desdemona (non ricambiato). Insieme sferrano il primo colpo a Otello, per dare il via alla tragedia. E qui accade qualcosa di curioso, per me, perché si ritrovano tutti di fronte al Doge di Venezia (che li ha convocati tutti per comunicare a Otello di andare a combattere i turchi a Cipro) e quando salta fuori la questione del matrimonio segreto tra Otello e Desdemona, gli affari di Stato vengono messi da parte, accantonati dallo stesso Doge, perché si preferisce fare "pettegolezzi": "chi ha sposato chi? e perché?". L'ho trovato divertente.

Anche qui, nel Secondo Atto, come in altri drammi di Shakespeare, c'è un forte temporale, una vera e propria tempesta, segno che qualcosa di brutto sta succedendo, ad esempio in Macbeth si tratta di un omicidio, in questo caso della flotta turca che viene inghiottita dal mare e distrutta. Secondo l'iconografia shakespeariana la pioggia serve a purificare il mondo da qualcosa di tragico che è appena accaduto, l'acqua lava via il sangue appena versato.
La tempesta è anche il momento che da il via alla tragedia, le cose cominciano a muoversi e tutti gli equilibri stanno per rompersi, ogni cosa sta per cambiare.

Nell'Atto Terzo Iago è sempre più impegnato a spodestare il luogotenente Cassio, e per farlo usa la carta del tradimento di Desdemona. Perché ciò sia credibile, Iago continua imperturbabile a dire peste e corna riguardo l'innocente Desdemona; fino a sferrare il colpo decisivo, quello che insinuerà il dubbio nel cuore di Otello, e cioè che Desdemona è sicuramente una traditrice e bugiarda perché aveva già tradito e ingannato suo padre riguardo il matrimonio svolto in segreto con Otello.
Sembra quasi che, a forza di dirne di tutti i colori, lo stesso Iago creda alle proprie bugie e illazioni su Desdemona e Cassio, anche se sono ovviamente solo frutto della sua immaginazione e strumento per il suo subdolo piano.

Arrivata al Quarto Atto devo ammettere di aver scoperto una certa ammirazione per Iago e la sua incredibile dedizione per portare a termine la sua perfida missione, mettendoci anima e corpo, senza lasciare nulla al caso. Tanto di cappello nella sua conversazione con Cassio in cui sta parlando di Bianca, ma fa credere a Otello di parlare di Desdemona.
Il Moro cerca conferma del tradimento di Desdemona da Emilia, la quale non può proprio confermarlo, perché non ha mai visto nulla e crede ciecamente alla fedeltà della sua padrona nei confronti del marito. Ma Otello ormai è troppo avvelenato dalle parole di Iago, da non vederci più chiaramente e avere la mente offuscata dal tormento e dal dubbio.

Il Quinto Atto conclude tutto, i nodi vengono al pettine, e come ormai ci siamo abituati le tragedie di Shakespeare sono tali perché non hanno certo un lieto fine, anzi.
Qui Emilia ha un ruolo cruciale, che non c'era mai stato nelle opere analizzate fin'ora, e cioè è colei che rivela a Otello il piano subdolo del marito Iago e le innumerevoli bugie che ha raccontato.
Un finale più veloce e di poco effetto rispetto agli altri, ma allo stesso modo significativo.

L'impressione iniziale è stata quella di un'opera più frivola e superficiale rispetto alle altre, basti pensare alla storia dei "pettegolezzi" di cui sopra. Ma procedendo nella lettura si apprezza l'incredibile sfaccettatura dell'animo umano che le opere si Shakespeare possiedono.
Tutto il dramma verte intorno alla gelosia, ma non solo quella di Otello nei confronti della moglie Desdemona; c'è anche, in minima parte, la gelosia che prova Bianca per Cassio; ma soprattutto quella che Iago prova per Cassio e la carica che ricopre, perché in realtà vorrebbe essere lui il luogotenente.
Iago è sicuramente un personaggio principale, incisivo ed estremamente completo e complesso. Fa di tutto per poter portare a termine il suo piano, incurante dei sentimenti degli altri e senza mai provare rimorso o avere dei dubbi. Pronto a sacrificare tutto e tutti per raggiungere il suo scopo, compresi l'unico amico che si ritrova, Roderigo, e  la moglie Emilia.
Quello che mi lascia incantata ogni volta è che nessun personaggio è in più, nessuno è lasciato al caso e ognuno ha il suo ruolo da recitare, per quanto piccolo. Lo stesso personaggio di Bianca, che può sembrare marginale e trascurabile, in realtà ha un ruolo fondamentale all'interno del piano di Iago per denigrare Desdemona e Cassio. Lei rappresenta la fatidica goccia che fa traboccare il vaso.
Non viene mai specificata la vera etnia di Otello, il termine "moro" potrebbe significare sia un arabo che un nord-africano, come anche un sub-sahariano (ed è infatti questa l'etnia a cui si fa riferimento nelle rappresentazioni teatrali e non).
La pelle nera di un personaggio, per l'epoca, era segno di barbarie e satanismo, mentre un bianco sarebbe stato interpretato come simbolo di onestà. Shakespeare ribalta i ruoli in questo dramma, perché Iago (bianco) è bugiardo, sleale e subdolo, mentre Otello (nero) è nobile, onesto, leale e cristiano.
Il conflitto tra bianco e nero, per cui il bianco simboleggia la purezza mentre il nero il male, ritorna ancora in quest'opera, ad esempio nel personaggio di Bianca: prostituta e quindi non incarna l'ideale di purezza che suo nome significa.
Una piccola nota a margine della mia edizione di "Otello" mi ha informata che l'uso inglese vuole che il nome di Desdemona si accenti sulla penultima sillaba. Le prime rappresentazioni dell'opera in Italia sono state fatte proprio a Venezia, dove la tragedia è ambientata, e per evitare facili e puerili giochi di parole da parte dei veniti, si è deciso che in italiano Desdemona sarebbe stata una parola sdrucciola (cioè accentata sulla terzultima sillaba). Capisco il perché, visto che leggendo la nota ho sorriso pensando a Desdemona come a una parola piana...scusate sono veneta...

Prometto che cercherò di non ritrovarmi più così in ritardo con i post relativi alla #MaratonaShakespeariana. Da ora ripristino il nostro appuntamento con un'opera di Shakespeare ogni ultimo venerdì del mese. Quindi ci vediamo venerdì 29 Aprile con "Re Lear".
Corro a leggerlo!!!

5 commenti:

  1. Otello è una delle mie opere preferite di Shakespeare! Mi chiedevo, come è stato per te il primo impatto con la scrittura di questo grande autore? Hai trovato qualche difficoltà oppure subito sei riuscita a capire tutti i meccanismi che si celano dietre le sue parole? Io ad esempio sono rimasta subito affascinata e gli sono andata incontro come se lo conoscessi da sempre, altre mie amiche lettrici invece hanno trovato davvero complessi alcuni passi, tanto da abbandonarne la lettura. Sono quindi curiosa di conoscere la tua opinione :)

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    1. La prima opera che ho letto è stata Macbeth e, se devo essere sincera, il primo impatto è stato difficile, non ero abituata a quella scrittura. Ma dopo poche pagine sono riuscita a entrare nel meccanismo, così l'ho ricominciato dall'inizio e da quel momento è stato amore puro.
      Ho letto solo tre tragedie per ora, ma sono sempre più affascinata e non vedo l'ora di leggere le altre opere!!
      Le tue amiche dovrebbero tenere duro un po' di più, è solo questione di entrare nei meccanismi (chi ci mette di più e chi di meno) e poi non può non piacerti!! :)

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    2. Hai ragione sul fatto del dover tenere duro, soprattutto se quella lettura ti affascina, anche se non l'hai capita fino in fondo. Sono completamente d'accordo :)

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  2. Ottima analisi. E' vero, Otello è senza dubbio una tragedia che si compone di diversi livelli di lettura e non tratta semplicemente una gelosia tra marito e moglie. Iago è stato senza dubbio il mio personaggio preferito, connotato da una dialettica troppo tagliente per passare inosservato!
    Ps. Anche io sono in ritardo con la maratona ed anche io devo iniziare Re Lear! Sfrutterò al meglio questo fine settimana! ;) Buona lettura!

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    1. Iago mi ha stupita, non avrei mai creduto mi potesse piacere, ma poi ne sono rimasta affascinata!!
      Anch'io sfrutterò il weekend per rimettermi al passo con la maratona.
      Buona lettura!! :D

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