venerdì 26 maggio 2017

#IlMaggioDeiLibri: IL PAESE DEI SEGRETI ADDII di Mimmo Sammartino

Questo è il mio ultimo post per Il Maggio Dei Libri, che terminerà ufficialmente il 31 maggio. È stato bello per me partecipare quest'anno, promuovere la letteratura a modo mio nel mio piccolo spazio, e mi sono messa alla prova con post un po' diversi dal solito: riguardanti temi che mi hanno messo in seria difficoltà (ad esempio quello della settimana scorsa sulla #legalità); un post divertente su come intendo io il #benessere; ho potuto celebrare una delle mie autrici preferite, Jane Austen, nella settimana dedicata agli #anniversari che ricorrono quest'anno; e vi ho presentato il mio piano di lettura per il mese di maggio (che sono riuscita, stranamente, a rispettare!!).
Devo ringraziare soprattutto Simona di Letture Sconclusionate per avermi coinvolta in questo progetto, insieme ad altre blogger/vlogger appassionate, competenti e grandi lettrici.
Per l'ultima settimana dovevamo solo scegliere un libro, di una Casa Editrice che collabora a #IlMaggioDeiLibri, e recensirlo. Niente di più semplice, si torna all'abituale tipologia di post.
Ho optato per un libro di Hacca edizioni che ho comprato l'anno scorso a Roma per Più Libri Più Liberi, ovvero Il paese dei segreti addii di Mimmo Sammartino.

Comincia con un mistero il Natale di Pietrafiorita. Sullo sfondo, un borgo d'Appennino che si spopola. Il paese dei segreti addii si fa guscio vuoto nel suo tempo lento e inesorabile.
In questo microcosmo, consuma la propria esistenza una umanità di margine: profeti, beghine, sordomuti, sciamani, musici falliti, sbirri, preti, truffatori, cantastorie. Uomini che partono per il mondo e qualche volta ripercorrono la stada a ritroso.
È qui che tornano a cercarsi i padri e i figli che si sono perduti. È qui che padri e figli imparano di nuovo a sognarsi. Pietrafiorita resta però lontananza. Sguardo d'Appenino che domanda al destino o alla fortuna se possa ancora esistere una terra di ritorno.
Eppure nel villaggio, refrattario a storia e geografia, dove tutto accade come un'eco, non sono risparmiati i dolori: la disfatta del Don, l'8 settembre, l'eruzione del Vesuvio, l'occupazione delle terre, la tragedia di Marcinelle.
È qui che il vecchio Geremia, morto molti anni prima, può conoscere l'amore. Per gli occhi d'oliva di Giuditta, il sogno negato quand'era solo un ragazzo. E poi, in una fioritura di biancospino, per Giuditta Seconda, l'abbraccio di carne che viene quando il Senzanome ha già imparato a leggere il vento.
Finché il tempo non torna a farsi profezia. Meraviglia dolente di un canto d'usignolo. Finché un'alba di sangue non cade dal cielo, come una rivelazione. Come una ferita.

Devo ammettere che questo libro l'ho comprato perché mi aveva conquistato dalla prima frase:
"Un rivolo scarlatto come sangue sporcò la neve, che pareva un'offesa. E tutti pensarono che fosse accaduto qualcosa di irreparabile."
Queste poche semplici parole avevano creato nella mia mente un'immagine nitida, reale e violenta, tanto da incuriosirmi a scoprire di cosa trattasse la storia all'interno di questo libro.
Con uno stile accurato, scorrevole e accattivante, che ti spinge a girare pagina per scoprire sempre di più, Mimmo Sammartino ci conduce per mano attraverso quasi una fiaba, in cui racconta il piccolo borgo dell'Appennino, Pietrafiorita, e i suoi abitanti che possono apparire ordinari a un primo sguardo, ma che in realtà sono caratterizzati da avvenimenti curiosi e interessanti.
La rappresentazione, realistica e attenta, di un qualsiasi paesino della provincia italiana, in cui troviamo cattiverie, pregiudizi, pettegolezzi e dicerie. Un posto in cui quando una persona se ne va, per il paese intero è come se fosse morta, come se all'infuori del paesello non esistesse nulla e fosse impossibile crearsi una vita oltre quelle case e quelle montagne.

Pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, facciamo la conoscenza di diversi personaggi, ognuno dei quali ha una propria storia da raccontare, e ci rendiamo perfettamente conto che essi esistono veramente in un qualsiasi paesino della nostra penisola. C'è Michele, il povero ex soldato senza gambe, timido e gentile; Cataldo il sacrestano sordomuto, costretto a servire il prete in tutto; il prete Fulgenzio e il maresciallo Carmelo, legati già prima di arrivare in quel borgo, entrambi insofferenti e determinati a far pagare per questa infelicità gli abitanti di Pietrafiorita. E poi ancora, Rosina, donna libera sessualmente, disprezzata e additata come poco di buono; Giuditta Seconda impazzita per la perdita di uno dei suoi figli; Catafaro l'ubriacone del paese e le pie donne, come zia Concetta. Ma la storia più coinvolgente e incisiva è sicuramente quella tra Geremia e Giuditta. Novelli Romeo e Giulietta con famiglie rivali, per motivi che ormai nessuno ricordava più, che ostacolano il loro amore. La loro vicenda è tragica come quella dei due amanti shakespeariani, ma con un finale diverso, altrettanto triste e drammatico, ma con un pizzico di speranza per uno dei due giovani.
Il racconto principale, la storia che fa da cardine a tutto il romanzo, che scopriamo man mano anche attraverso gli occhi e le voci degli altri abitanti del paese, è quella di Habel Dell'Aria: andatosene da Pietrafiorita per superare un grande e devastante lutto personale e ritornato, dieci anni dopo, per riconciliarsi con il padre e il suo dolore, per essere perdonato e perdonarsi.

Quel rivolo che sembra sangue sulla neve, che viene citato nella prima frase, sembra sparire durante la lettura, il lettore non ne ha più memoria mentre si immerge totalmente nelle storie singolari e curiose dei pietrafioresi. Ma quel rivolo scarlatto tornerà alla fine del libro, in modo inaspettato, violento e sconvolgente, e vi condurrà a un finale tragico e commovente. Caratterizzando il libro con una costruzione quasi palindroma, cioè le scene con le quali inizia, sono le stesse (o quasi) con le quali finisce.

Ecco il calendario con tutti gli appuntamenti di questa settimana con le altre blogger e vligger di questo progetto, che ormai volge al termine:


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